La denuncia di Weapon Watch: “Le armi israeliane passano dai porti italiani”

Nei porti italiani di Genova e Livorno imbarco di esplosivi diretti allo stato israeliano impegnato nella guerra contro i palestinesi.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Armi Israeliane attraversano l’Italia. The Weapon Watch, l’Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei, è venuto a conoscenza che carichi di proiettili ad alta precisione destinati al porto israeliano di Ashdod sono stati imbarcati il 13 maggio 2021, a Genova presso il GPT (Genoa Port Terminal).

L’Osservatorio sulle armi (W.W.) ha riportato che: Le operazioni di imbarco si sono svolte senza che il container, segnalato come contenente esplosivi di classe 1 (esattamente 1.4), toccasse la banchina, e quindi dovesse sostare nell’apposita area del terminal destinata alle merci pericolose.

La nave su cui le munizioni sono state imbarcate, la “Asiatic Island”, battente bandiera di Singapore, proveniva da Marsiglia ed è rimasta a Genova, precisamente al terminal “Spinelli”, per circa dodici ore per poi ripartire alle 4 del mattino del 14 maggio alla volta del porto di Livorno.

Armi Israeliane: il giallo dell’Asiatic Island

Armi Israeliane: il giallo dell'Asiatic Island

La Asiatic Island, 150 mt di lunghezza, sulla rotta Marsiglia, Genova, Livorno, Napoli, Ashdod e Haifa da alcuni anni svolge il servizio di linea regolare per conto di ZIM, la compagnia di stato israeliana.

La compagnia opera nella navigazione, questa ha due sedi principali: Haifa (il maggior porto israeliano) e Norfolk, tra i maggiori porti militari statunitensi, da cui passano regolarmente le navi saudite della Bahri, la compagnia navale di stato dell’Arabia Saudita.

L’osservatorio Weapon Watch quindi, dato lo stato di crisi umanitaria che in questo momento ha investito la Palestina, ha voluto comunicare pubblicamente che nel porto di Genova operazioni di imbarco di merci esplosive sono frequenti e con tutta probabilità riguardano munizionamento pesante assimilabile alla classe di pericolosità 1.4.

Questa volta le munizioni e l’esplosivo facevano parte del carico di armi israeliane.

Movimenti analoghi sono già stati registrati in più occasioni proprio in relazione alla Asiatic Island, che passa regolarmente dal porto genovese ogni 2-3 settimane.

Il comunicato di Weapon Watch indirizzato al governo italiano

L’osservatorio Weapon Watch:

Chiede al Governo e alle Autorità italiane che controllano il commercio di armamenti di valutare le responsabilità gravi del mancato rispetto delle disposizioni di legge e dei trattati internazionali, nei punti dove impongono di vietare o sospendere gli invii di armi e munizioni in caso di palesi violazioni del diritto internazionale e del pericolo che tali armi e munizioni siano impiegati nella repressione interna e contro la popolazione disarmata.

Com’è noto, tali disposizioni si applicano anche al transito e al transhipment (trasbordo) di merci provenienti da altri paesi, e tanto più nei casi, come quelli sopra riportati, di munizioni ed esplosivi il cui trasporto ha avuto origine da un porto italiano.

In particolare al Governo chiediamo:

Se è a conoscenza del fatto che bombe di precisione sono state imbarcate il 13 maggio nel porto di Genova, con destinazione Israele;

se per queste merci sono state concesse le autorizzazioni ai sensi della legge 185 del 1990;

se il Governo stia valutando di sospendere in parte o del tutto l’export militare italiano verso le zone degli scontri israelo-palestinesi.

Alle Autorità Portuali e alle Capitanerie di Porto di Genova e Livorno, alle Prefetture e alle Autorità doganali di Genova e Livorno chiediamo:

se le operazioni descritte di caricamento e trasporto delle merci esplosive nelle aree portuali e sulla nave Asiatic Island si sono svolte correttamente e sotto lo stretto controllo degli ufficiali addetti, nella salvaguardia della sicurezza dei lavoratori direttamente impegnati e presenti nelle aree circonvicine, oltreché della sicurezza della popolazione dei quartieri retrostanti le aree portuali in cui ha operato la nave Asiatic Island.

Armi israeliane: la respinta dei portuali livornesi

Armi israeliane: la respinta dei portuali livornesi

Dopo che la mattina del 14 maggio l’Asiatic Island è salpata alla volta di Livorno, verso le 4 del mattino, il Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali di Genova insieme a Weapon Whatch hanno inviato un comunicato urgente all’USB di Livorno, allertandoli riguardo l’arrivo della nave container, trasportante esplosivi e armi israeliane in direzione Haifa.

Tra l’altro lo stesso collettivo dei portuali di Livorno aveva a sua volta segnalato all’Usb, proprio il 13 maggio, la presenza presso il “Molo Italia”, di decine di mezzi blindati militari pronti ad essere imbarcati. A questo punto era chiaro fossero armi israeliane.

Una volta quindi appreso che quelle in attesa per il trasbordo sull’Asiatic Island erano armi israeliane, i portuali livornesi si sono rifiutati di eseguire il lavoro.

L’organizzazione sindacalista ha poi annunciato che i propri lavoratori incroceranno le braccia in futuro ogni volta che per il porto di Livorno transiteranno navi contenenti armamenti.

L’appello del Weapon Watch al governo è quello di valutare di sospendere l’export militare italiano riguardante le armi israeliane verso le zone degli scontri.

La situazione a Gaza

Intanto l’ultimo aggiornamento che arriva da Gaza in seguito ai bombardamenti delle armi israeliane che sono continuati anche questa notte ha portato il bilancio delle vittime palestinesi a 192 morti (ancora non sappiamo quanti ce ne siano sotto le macerie), tra cui 58 bambini e 34 donne, per una conta dei feriti arrivata a 1235.

Solo questa notte le vittime tra i palestinesi causate dai 55 attacchi aerei israeliani sono state 42, il bollettino più tragico dall‘inizio degli scontri. Nel frattempo Benjamin Netanyahu, primo ministro israeliano ha dichiarato:

L’operazione a Gaza richiederà ancora tempo, abbiamo il sostegno degli Stati Uniti.

Netanyahu ha poi rilasciato una dichiarazione che senza dubbio lascia intuire da che parte pende l’ago della bilancia internazionale, escludendo categoricamente pressione diplomatica da parte degli altri stati:

Non è vero, ringrazio Biden e gli altri leader che ci sostengono

Leggi anche: Protesta palestinese in Italia, Yousef Salman: “Stop alla politica criminale e al massacro da parte di Israele”

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