Pisa, riapre Palazzo Blu con una mostra dedicata a De Chirico e Phillips

Con "De Chirico e la Metafisica" e "Tom Phillips, Dante's Inferno", il Palazzo Blu di Pisa torna ad accogliere il grande pubblico: si torna all'arte e si riparte dalla cultura.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Pisa, Palazzo Blu riapre con una mostra dedicata a De Chirico e Phillips.

Zona gialla significa ritorno alla vita, ritorno alla socialità, ritorno alla cultura. E per chi si trova a Pisa o può permettersi di farci una scappata, la zona gialla è la possibilità di visitare “De Chirico e la Metafisica” e l’esposizione permanete “Tom Phillips, Dante’s Inferno”, che ha da poco aperto al pubblico per la prima volta.

Da lunedì 26 infatti Palazzo Blu ha potuto di nuovo accogliere i suoi visitatori ed è pronto a farlo tutti i giorni dal lunedì alla domenica, dalle 10.00 alle 20.00. Dal lunedì al venerdì la prenotazione consigliata, mentre il fine settimana è obbligatoria con almeno un giorno d’anticipo rispetto all’ingresso in mostra.

“De Chirico e la Metafisica”, la mostra dedicata a uno dei più grandi artisti del Novecento

"De Chirico e la Metafisica", la mostra dedicata a De Chirico.

Aperta lo scorso 26 gennaio, la mostra a Palazzo Blu “De Chirico e la Metafisica” è riuscita in pochi giorni di apertura a catturare l’attenzione di moltissimi visitatori. D’altronde Giorgio De Chirico, che è a tutti gli effetti uno degli artisti più conosciuti e apprezzati del Novecento, non ha bisogno di alcuna introduzione.

Tra colori arsi e freddi, forme nette e inattese, accostamenti inusuali ma appartenenti a un lessico familiare, la retrospettiva conduce il visitatore attraverso un viaggio alla scoperta di questo singolare artista. Partendo cioè dal primo Novecento, quindi dagli anni della grande pittura Metafisica, per giungere all’ultima e luminosa fase neometafisica, con oltre novanta opere si raccontano oltre sessanta anni di attività.

Ai famosi manichini e alle desolate piazze d’Italia gremite di ricordi si aggiungono le opere della collezione personale del maestro della Metafisica: “I ‘de Chirico di de Chirico” sono così proprio il cuore di quest’esposizione, curata da Saretto Cincinelli e Lorenzo Canova e organizzata da MondoMostre, in cui trovano spazio molti capolavori provenienti sia da La Galleria Nazionale di Roma che dalla Fondazione Giorgio e Isa de Chirico.

Nel saggio critico associato alla mostra il curatore Cincinelli osserva:

La mostra di Palazzo Blu ripercorre tutte le tappe della prestigiosa carriera dell’artista e, pur dedicando un posto d’onore ai temi e alle icone metafisiche (dalle Piazze d’Italia ai manichini) non tralascia né gli esordi böckliniani, né le stagioni ‘romantiche’, ‘barocche’, ‘realiste’ né infine le riprese neometafisiche, proponendo un susseguirsi di capolavori che oggi è finalmente possibile ammirare per quel che sono, fuori dalle polemiche che per un lungo periodo hanno intorbidato la ricezione complessiva della sua opera.

Leggi anche: Savinio in mostra a Roma nelle stanze del Palazzo Altemps tra gioco, mito e incanto

A Palazzo Blu con Tom Phillips e i suoi acuti commenti visivi all’opera dantesca

Oltre alla mostra dedicata a De Chirico a Palazzo Blu c'è Tom Phillips.

Insieme alla mostra dedicata a De Chirico, a Palazzo Blu per la prima volta al pubblico apre anche l’esposizione permanente “Tom Phillips, Dante’s Inferno”.

Inaugurata virtualmente il 25 marzo proprio in occasione del Dantedì attraverso alcuni video sui social, la mostra curata da Giorgio Bacci è un viaggio alla scoperta di Tom Phillips, uno degli artisti britannici più noti del nostro tempo.

L’Inferno dantesco viene raccontato attraverso 139 illustrazioni, frutto di un approfondito studio dell’opera del Sommo Poeta iniziato ben 45 anni fa, nel 1976, e protrattosi fino 1983. Si tratta di commenti visivi alle terzine dantesche realizzati con diverse tecniche, dalla serigrafia all’incisione passando per la litografia e mezzatinta.

A colpire è proprio il sincretismo delle fonti iconografiche che entrano in gioco, emblematico già dall’immagine iniziale della mostra, quella di Dante nello studio nonché quella qui riportata all’inizio del paragrafo. Come spiega lo stesso curatore dell’esposizione, nell’immagine di Phillips la rappresentazione di Dante, chiaro richiamo all’affresco del Duomo di Orvieto elaborato da Signorelli, si fonde con uno spuntone di roccia tratto da una rivista pornografica.

Da notare vi è anche il fatto che mani di Dante sono in realtà quelle dello stesso Phillips: un’artista accorto e sagace che un’unica rappresentazione mostra la sua immedesimazione sia con il poeta Dante, di cui si offre come interprete del nostro tempo, che con l’artista Signorelli.

Alle diverse metodologie e approcci si mescolano così con acume e sottigliezza citazioni di opere celebri, oggetti di culto, icone della società di massa nonché incursioni nel mondo dei fumetti. Quel che ne emerge è una fine e ingegnosa rielaborazione post moderna dell’opera del Sommo Poeta, proprio a settecento anni dalla sua scomparsa.

Leggi anche: Il Dantedì, una giornata nazionale interamente dedicata alle opere del Sommo Poeta


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