Se non stai pagando, il prodotto sei tu

Alessandro Isidoro Re
Alessandro Isidoro Re
Alessandro Isidoro Re. Classe 1990, "Umanista 4.0", è autore e redattore per Triwù, società di comunicazione scientifica, dove si occupa di tecnologia e filosofia. Scrive online su riviste tra cui Linkiesta, Il Tascabile, L’indiscreto e Quaderni d’Altri tempi. È Presidente fondatore dell’associazione CON.CRE.TO., impegnata nell’organizzazione di eventi culturali e interdisciplinari nella città di Milano.
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Una specie di Grande Fratello digitale, un occhio di Sauron algoritmico – un Panopticon 2.0. Il Panopticon era la prigione modello, dentro la quale il secondino al centro del modello poteva osservare ogni detenuto in qualsiasi momento. Ora i detenuti siamo noi, ma la novità sta nel fatto che noi ci poniamo volontariamente in questa prigione di cristallo chiamata Web 2.0: ossia, i Social Media. Sì, siamo noi che – spinti dalla voglia di apparire e interessare la nostra bolla mediatica, piccola o grande che sia, poco importa, forniamo le nostre informazioni, i nostri dati, agli algoritmi di Facebook e compagnia bella. Questa colluvie di dati alimenta gli algoritmi i quali, con passaggi non sempre trasparenti, si chiama Black Box, ed è un meccanismo comune a ogni tipo di algoritmo, processa le nostre informazioni decidendo per noi qual e quanti utenti raggiungere. Non solo, così facendo fornisce inside data preziosissimi ad aziende esterne che pagano il buon Zuckerberg per questi dati sui quali costruire le proprie campagne di marketing. Leggi anche: Privacy nel mirino sui social network

Cosa cambia ora?

Noi siamo prosumers: ossia, al contempo consumiamo e produciamo informazioni e contenuti sul web. E ora, con l’accorpamento dei tre social media, il signor Zuck vuole far interagire tutti questi dati che noi produciamo/consumiamo per una maggiore e più veloce compravendita. Nella pratica, secondo il New York Times, questo avverrebbe unendo la messaggistica istantanea delle chat di Facebook, Whatsapp e Instagram – ponendo fine alla crittografia dell’app dal logo verde che (per ora) protegge i nostri dialoghi da occhi indiscreti. Per ora, appunto. Perché le fonti del NYT affermano che questo sarebbe solo il primo passo. Importante però, fin da “subito”, imparare questo mantra: se non stai pagando, sei tu il prodotto. Questo è il business model dei Social Media. Tradotto: inizia a postare/scrivere di meno, e meglio. Così arriverai anche tu un po’ più preparato al prossimo scandalo su privacy e social network. Uomo avvisato… Leggi anche: 10 Years Challenge. Ennesimo “Cavallo di Troia” di Alessandro Isidoro Re

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