Entrano in zona arancione altre cinque regioni italiane, mentre la provincia di Bolzano passa alla rossa. La cartina dell’Italia che resiste al virus cambia rapidamente, mentre il presidente della Federazione dell’ordine dei medici Filippo Anelli lancia un nuovo appello al governo: “Serve un lockdown totale al Paese”. Misure più drastiche da applicare nelle città metropolitane è invece l’idea di Walter Ricciardi, consulente del ministro Speranza. Al momento, però, è confermata solamente la chiusura parziale di Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria, mentre per domani è previsto il punto sulla Campania.
Zona arancione per cinque nuove Regioni
Il monitoraggio settimanale sul contagio delle Regioni costringe ad allargare la zona arancione e a limitare gli spostamenti e le attività di Abruzzo, Basilicata, Liguria, Toscana e Umbria. Ma la situazione sembra destinata a cambiare ancora. Il report dell’Istituto superiore di sanità, infatti, è al vaglio del Comitato tecnico scientifico, in riunione con la cabina di regia per l’emergenza Covid (ministero e territori), per ulteriori verifiche sulle altre Regioni. La giornata di domani, invece, sarà dedicata interamente alla situazione della regione Campania. Il ministro Speranza in serata firmerà l’ordinanza, in vigore a partire da mercoledì 11 novembre. Spiega il direttore del dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza:
La situazione epidemiologica continua a peggiorare e si registra un Rt di circa 1,7. Abbiamo oltre 500 casi per 100mila abitanti e quasi tutte le regioni italiane sono pesantemente colpite.
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Bolzano in zona rossa
La provincia autonoma di Bolzano nelle ultime 24 ore ha dichiarato 781 nuovi casi su 2.998 tamponi eseguiti. Abbastanza per auto-trasferirsi in zona rossa, saltando il passaggio intermedio nella zona arancione. Ad annunciarlo il governatore Arno Kompatscher, poi la conferma del ministro Speranza. “L’andamento epidemiologico, con i numeri in costante salita, e il crescente numero di Comuni, impongono la zona rossa” ha spiegato Kompatscher. “Non abbiamo alternative, altrimenti collassa l’intero sistema sanitario” dice l’assessore alla Sanità Thomas Widmann. “Se gli ospedali non dovessero più garantire chemioterapie e interventi chirurgici, i danni collaterali sarebbero devastanti”. La questione ora sarà analizzata dalla giunta provinciale, ma ci si augura un lockdown breve, anche se rigido, con la possibilità di fare test a tappeto per la cittadinanza.
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