Come Covid ha cambiato il lavoro: più riunioni, mail e ore di straordinario

Non è solo un’impressione. La Harvard Business School ha realizzato uno studio analizzando i dati anonimi di oltre 3 milioni di utenti sparsi in 16 città tra America, Europa e Medio Oriente.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
spot_img

Da quando la pandemia è iniziata molteplici aspetti delle nostre vite sono cambiati. Complice il distanziamento fisico, la nostra vita sociale segue nuove regole, la formazione è diventata digitale e il lavoro, dove possibile, è gestito in smart working. Da prerogativa di poche e piccole aziende, nel giro di qualche settimana, questo è diventato la modalità prevalente di lavoro. Un fenomeno nuovo che ci ha restituito un nuovo approccio nel modo di lavorare. E non è solo un’impressione. Uno studio della Harvard Business School ha analizzato i dati anonimi di oltre 3 milioni di utenti che lavorano in smart working, sparsi in 16 città tra America, Europa e Medio Oriente, per capire se e come questo fenomeno abbia trasformato veramente il mondo del lavoro. Dall’analisi dei dati emerge che mediamente ogni lavoratore partecipa a più riunioni, riceve più mail e accumula più ore di straordinario.

Smart working, una vacanza retribuita?

Lo smart working non è affatto una vacanza retribuita. Potenzialmente con un PC, una buona connessione internet e un account Zoom si può lavorare ovunque, anche lontani dalla propria sede di lavoro. Un vantaggio oggettivo per pendolari e per fuori sede, ma a quale prezzo? I nostri appartamenti si sono trasformati in succursali di uffici, in molti non hanno la disponibilità di una buona connessione internet o non dispongono di personali dispositivi all’avanguardia e sono, dunque, rallentati da queste mancanze. Madri e padri, per via delle scuole chiuse, hanno dovuto dividersi tra famiglia e normale lavoro. A questo si aggiunga che, secondo un recente studio della Harvard Business School, lo smart working ha significato mediamente più e-mail da gestire, più riunioni in videoconferenza e più ore di straordinario. Insomma, non proprio simile a una vacanza retribuita, si potrebbe concludere.

Lo studio di Harvard sullo smart working

Il team di Harvard ha esaminato i dati anonimi di 3,143,270 utenti sparsi in 16 città tra America, Europa e Medio Oriente, ottenuti da un fornitore di servizi di tecnologia dell’informazione. Ecco i risultati:

  • il numero di riunioni a cui partecipa un lavoratore medio è aumentato del 12,9%, così come quello delle persone che in media partecipano alle riunioni: un incremento del 13,5%. I meeting sono più brevi rispetto alle normali riunioni in ufficio, circa 12 minuti, ma più frequenti.
  • in media ogni utente lavora 48,5 minuti in più ogni giorno, con un aumento dell’8,2%. Il motivo? Sicuramente dovendo lavorare da casa ci sono più elementi da gestire. Ma l’aumento dell’orario di lavoro è anche legato al balzo delle e-mail, inviate durante e fuori dall’orario di lavoro: quest’ultime hanno conosciuto un incremento pari all’8% rispetto a prima del lockdown.

Leggi anche: Smart working: è davvero così smart? Sala: “Chi è a casa non stia tranquillo”

Le differenze tra le città analizzate

Lo studio ha incluso nella casistica 16 diverse città: Roma, Milano, Bruxelles, Oslo, Zurigo, Madrid, Ginevra, San Jose, Parigi, Londra, San Francisco, Chicago, New York, Washington e Tel Aviv. Il team ha evidenziato differenze nella gestione dello smart working nelle diverse città, soprattutto per quel che riguarda le abitudini legate alle riunioni e agli orari di lavoro.

In molte città europee, in testa Bruxelles, Milano, Londra, Oslo e Zurigo, la lunghezza delle riunioni ha subito un drastico calo nei primi giorni di lockdown, stabilizzandosi a una durata “normale” solo nelle settimane successive. Negli Stati Uniti invece non c’è stata mai stata una notevole flessione della durata dei meeting. Per quanto riguarda invece l’orario di lavoro, è aumentato in tutte le metropoli, ma solo in alcune il valore è rimasto alto anche settimane dopo l’inizio del lockdown. In particolare a San José, Roma e New York si continua a lavorare di più, mentre nelle altre città gli orari sono andati via via stabilizzandosi ai valori “normali”.

Leggi anche: Facebook, dopo il Covid l’azienda sceglie lo smart working per i dipendenti

spot_img

Correlati

Caso Balocco, il Codacons: “Il Tribunale ha accolto il ricorso, è stata pratica commerciale scorretta”

Il Codacons annuncia in una nota che la giudice della prima sezione del Tribunale...

Pierfrancesco Veronesi vince l’oro ai Campionati di Fisica: “Ha battuto 34.000 studenti”

Pierfrancesco Veronesi è il giovane studente del Liceo Scientifico Francesco Severi di Frosinone che...

L’8 maggio i vertici Rai attesi in commissione di Vigilanza: cosa succederà dopo il caso Scurati?

Barbara Floridia, Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, ha dichiarato, come riporta "Ansa"...
Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
spot_img