Simbolo Om, significato e caratteristiche

Il simbolo dell'Om è forse il segno orientale più conosciuto e stilizzato in occidente. Simbolo di rinascita e di libertà, è spesso rappresentato nei tattoo.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Il simbolo Om ॐ è una sillaba del sanscrito, sacra a numerose religioni orientali: buddismo e induismo, ma anche Giainismo, Sikhismo e Brahmanesimo. In italiano è femminile: si legge infatti “la om”.

Conosciuta anche come pranava mantra, mantra primordiale, accompagna quasi tutte le preghiere dei credenti di queste discipline da millenni.

Simbolo om significato e definizione

L’Om deriva dalla fusione dei fonemi della lingua sanscrita, scritta in caratteri devanāgarī: ओ (‘o’) e ँ (‘m’ nasale), traslitterati nelle lettere A, U e M:

  • La A rappresenta l’inizio, la nascita, la creazione, il principio primordiale e il creatore Brahma.
  • La U è il divenire, la strada, e il dio Vishnu.
  • La M indica la fine, la morte, il dio della distruzione Shiva.

Dunque, simbolicamente l’Om incarna l’energia divina, o Shakti, e le sue principali connotazioni: la creazione, la preservazione e la liberazione.

Gli elementi del segno Om

Il simbolo Om con l’indicazione dei tratti grafici.

Il segno grafico dell’Om, o Omkara, è caratterizzato dalla rappresentazione di 5 simboli, espressi da tre curve, una sorta di accento e un punto al di sopra di esso.

I primi due tratti, che a un occhio inesperto potrebbero sembrare un 3 particolarmente lezioso, si chiamano sushupti e jagrat, e indicano rispettivamente lo stato della mente mentre è assopita profondamente e quello in cui è del tutto sveglia.

Le dimensioni di queste due prime curve hanno un significato intrinseco: quella inferiore è più grande perché è lo stato più comune in cui si trova la coscienza umana.

Il “ricciolo” laterale che segue sushupti e jagrat simboleggia lo stadio intermedio, il dormiveglia della coscienza, e si chiama swapna.

L’accento al di sopra, maya, rappresenta un ostacolo, un impedimento nel passaggio tra le linee sottostanti e il punto sovrastante.

Infatti il turiya è quello a cui ogni uomo dovrebbe aspirare: è lo stato di calma interiore, di pace dei sensi, di elevazione e distacco, di piena coscienza.

La triplice simbologia

L’Om, o Aum, è associato a tutto ciò che è triplice ed è per questo che pervade ogni aspetto della vita degli induisti. Rappresenta infatti:

  • Corpo, anima e spirito
  • Passato, presente e futuro
  • Mattino, mezzogiorno e sera
  • Cielo, atmosfera e terra
  • Stadi della coscienza
  • Le tre scritture vediche principali: Rigveda, Yajurveda e Samaveda
  • Divinità principali, come abbiamo visto e divinità secondarie del fuoco, del vento e del sole
  • il Buddha, il Dharma e Sangha

Un’origine antica che accompagna le discipline orientali

La sillaba Om ha radici antichissime, tanto che la si trova nei primi Veda, risalenti al 1500 – 1200 a.C., una collezione di versetti che inneggiano al divino.

La metafisica dell’Om venne poi tramandata nelle Upanishad, una serie di testi filosofico-religiosi composti tra il IX e il IV secolo a.C.

Infine entrò a far parte dei cosiddetti 8 stadi dello yoga, divenendo il sesto principio su cui si fonda questa pratica, il Dharana.

L’Om e lo Yoga

Il Dharana è il sesto stadio del percorso spirituale dello yoga, che si raggiunge dopo aver praticato gli asana, i pranayama e i pratyahara. ed è il primo step della “concentrazione interna”.

Per ottenere i migliori risultati di meditazione, proprio in questo stadio viene suggerito più che mai il mantra Om: fissando l’ideogramma, il simbolo dell’om, e recitandolo, i sensi si focalizzano su un unico punto, liberando la mente da disturbi esteriori.

Perché si dice Om quando si recitano i mantra o i Veda?

L’om di per sé, ripetuta almeno 21 volte di seguito, è un vero e proprio mantra. Utilizzato specialmente dall’Induismo, è considerato uno dei mantra con maggiore carica spirituale e potere creativo.

Apre e chiude quasi tutti gli altri mantra indù e accompagna qualsiasi tipo di meditazione o di pratica ascetica perché è in grado di riportare l’equilibrio e la pace nella coscienza umana.

Come si pronuncia l’Om?

Per pronunciarlo correttamente le vibrazioni della voce dovrebbero cominciare nella zona del plesso solare per poi propagarsi in tutto il petto.

Il suono viene poi incanalato nella gola e si muove verso il palato per poi attraversare i chakra superiori e arrivare fino ai denti e liberarsi nell’infinito silenzio da cui proviene.

Il suono dell’universo

Secondo gli Induisti e i Buddisti, l’Om rappresenterebbe la vibrazione o il suono primordiale, l’eco del big bang. Da esso e dall’emanazione dell’Omkara deriverebbero tutti gli altri suoni presenti nell’universo, compreso il silenzio.

I “figli” dell’Omkara sono dunque i Vikara, suoni trasformati e distorti, che provengono dal primordiale Om e a cui faranno ritorno.

Il dio Ganesh

Tra le varie rappresentazioni dell’Om, una in particolare lo lega al dio Ganesh o Ganesha, il Signore di tutti gli esseri. Viene raffigurato come un uomo con quattro braccia dalla testa di elefante, le cui grandi orecchie testimoniano come abbia raggiunto la saggezza attraverso l’ascolto e la recitazione dei Veda.

I suoi tratti sono spesso racchiusi simbolicamente in curve a forma di Om, perché è il canto primordiale ad averlo reso un essere divino.

Recitare l’Om: i benefici

Per le religioni orientali la recitazione e ripetizione assidua dell’Om in tutti i momenti a disposizione della vita quotidiana apporta sostanziali benefici all’animo umano.

L’Om avrebbe la capacità di alleviare lo stress e calmare la mente, garantendo maggiore concentrazione e più autocontrollo. È anche un potente energetico per le membra e per le capacità cognitive, combatte i disturbi del sonno e può alleviare i problemi digestivi.

Simbolo Om tattoo

La spiritualità e i tanti significati del simbolo Om lo rendono uno dei più gettonati tra gli amanti del tattoo.

Viene anche chiamato in gergo bambulé, e viene prediletto da chi vuole portare su di sé un simbolo di verità, consapevolezza, totalità ma anche saggezza e autocoscienza.

Le sue linee morbide e sinuose sono particolarmente indicate per ogni tipo di grandezza o di posizione del tatuaggio.

Può avere diverse grafie, a seconda che si usi la scrittura devanagari, coreana, tibetana, cinese o balinese.  Spesso è associato con la mano di Hamsa, come amuleto protettivo.

Leggi anche: Rosa nera significato e curiosità, tra sogni e esoterismo

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