Si è spento a 57 anni Davide Tizzano, presidente della Federazione Italiana Canottaggio e medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Seul, nel 1988, e di Atlanta, nel 1996. La causa della scomparsa, come riporta Ansa, è stata una malattia contro cui l’ex atleta combatteva da tempo.
La morte di Tizzano è avvenuta a Napoli e ha scosso l’intero mondo dello sport italiano, fra cui il Presidente CONI Luciano Buonfiglio: “Perdiamo un grande campione e un dirigente di livello“.
Oltre al canottaggio, l’olimpionico si è dedicato anche alla vela, diventando grinder per il Moro di Venezia, che nel 1992 partecipò alla Coppa America. Conosciamo meglio la storia di questo grande campione e dirigente di ampia esperienza.
Chi era Davide Tizzano
Davide Tizzano è nato a Napoli il il 21 maggio 1968. Fin da bambino ha dimostrato grande interesse e propensione per gli sport di equilibrio, inizialmente il nuoto, poi il canottaggio presso il Circolo Canottieri Napoli.
Il primo successo è arrivato quando Tizzano aveva solo 14 anni, venendo inserito nel progetto “Giovani Talenti”, che lo ha portato a lavorare con l’obiettivo di raggiungere una medaglia olimpica entro 10 anni.
Nel frattempo, l’atleta ha partecipato ai Mondiali Juniores di Jonkoping, in Svezia, e ha vinto la sua prima medaglia individuale, un argento, nell’edizione successiva di Brandeburgo. Poi un altro secondo posto agli Europei U23 di Banyoles, insieme ad Alberto Belgeri.
Nel 1986, a 18 anni, è stato eletto, per la prima volta, campione del mondo juniores in singolo, a Racice, in quella che al tempo era la Cecoslovacchia. Si è trattato dell’inizio di una carriera che ha ampiamente sorriso a Davide Tizzano.
Leggi anche: Chi era Nicola Pietrangeli, leggenda del tennis che ha insegnato all’Italia a vincere
Gli ori olimpici di Davide Tizzano

Il primo, grande, successo di Davide Tizzano è arrivato all’età di 20 anni quando, come riporta Ansa, l’atleta ha vinto la medaglia d’oro all’Olimpiade di Seul 1988, con il quattro di coppia, insieme a Piero Poli, Gianluca Farina e Agostino Abbagnale.
Nel 1996, poi, Tizzano ha ripreso i remi in mano e, in coppia con Abbagnale, ha vinto il secondo oro olimpico in carriera, ai Giochi di Atlanta. Tra i vari riconoscimenti, inoltre, Tizzano è stato eletto “Atleta dell’Anno” dalla Federazione Italiana Canottaggio.
Non solo canottaggio, però, nella vita di Tizzano. La passione per l’acqua, infatti, l’ha portato alla vela, tanto da essere scelto, nel 1992, come parte del team del Moro di Venezia. Ha raggiunto, così, la finale di American’s Cup a San Diego e, l’anno seguente, si è laureato Campione del Mondo nella classe Maxi Yacht, con “Blue Emeraude”.
Leggi anche: Chi era Lorenzo Buffon, leggenda del Milan e della Nazionale
La carriera dirigenziale
Dopo la carriera da atleta, Davide Tizzano si è dedicata a quella dirigenziale, dando vita a una serie di iniziative innovative. Una tra queste è stata la “Reggia Challenge Cup”, ossia una sfida tra gli equipaggi di Oxford e Cambridge, disputata nella Fontana dei Delfini della Reggia di Caserta.
Nel 2013, quindi, l’ex atleta è stato eletto membro del Comitato Internazionale dei Giochi del Mediterraneo, ricoprendo il ruolo di Presidente della commissione atleti fino al 2017. Nel 2021, invece, è divenuto Presidente della Confederazione Internazionale dei Giochi del Mediterraneo.
Poco più di un anno fa, infine, Tizzano era stato eletto Presidente della Federazione Italiana Canottaggio, prendendo il posto di Giuseppe Abbagnale. La notizia della scomparsa dell’ex campione ha colpito tutto il mondo dello sport, primo fra tutti il Presidente del CONI Luciano Buonfiglio: “Perdiamo un grande campione e un dirigente di livello“.
Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, invece, come riporta Ansa, ha espresso un messaggio di cordoglio per un atleta che ha rappresentato molto per il mondo dello sport e della Campania:
La scomparsa di Davide Tizzano lascia un vuoto incolmabile nel cuore della nostra città.
Non perdiamo solo un immenso campione, ma un uomo che ha saputo incarnare i valori più nobili dello sport, un punto di riferimento per intere generazioni di atleti e un orgoglio per tutti i napoletani.


