Cinque euro in più sul prezzo di sigarette ed e-cig. Questa è la proposta, con l’auspicio che diventi legge, lanciata da un gruppo di oncologi per ridurre il consumo di tabacco e, di conseguenza, i suoi effetti nocivi sulla salute della persona.
Comer riporta Fanpage, molti Paesi dell’Unione Europea stanno adottando la soluzione di incrementare il costo di tali prodotti, proprio per far sì che la gente sia meno invogliata a comprarli e, di conseguenza, si riduca la dipendenza.
L’intento delle principali associazioni oncologiche italiane, dunque, è quello di portare in Parlamento una nuova proposta di legge, dopo aver lanciato una raccolta firme. Vediamo meglio i dettagli dell’iniziativa.
5 euro in più per le sigarette
Le principali associazioni oncologiche italiane, come fa sapere Fanpage, hanno lanciato una raccolta firme per portare in Senato una proposta di legge mirata ad aumentare di 5 euro il costo di sigarette, sigarette elettroniche e prodotti a tabacco riscaldato.
In questo modo, le persone sarebbero meno invogliate a comprarli e, di conseguenza, si ridurrebbero i danni che il loro uso causa alla salute umana. La richiesta dei presidenti e dei rappresentanti delle associazioni coinvolte è: “Vogliamo rendere il fumo una pratica costosa e insostenibile, in particolare per le nuove generazioni“.
Secondo il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), infatti, circa il 19% degli studenti delle scuole secondarie, tra i 15 e i 19 anni, fuma ogni giorno. Gli effetti collaterali di tali azioni sono, spiega la Fondazione Humanitas, il rischio oncologico, patologie respiratorie e malattie cardiovascolari inclusi infarti e ictus.
Inoltre, l’Organizzazione mondiale della sanità, riporta Fanpage, causa ogni anno circa 8 milioni di morti all’anno. L’obiettivo in Italia, quindi, è ridurre i tasso di decessi, attualmente al 19,8% ogni anno.
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Gli obiettivi della legge

Ad aver lanciato la raccolta firme sono state le associazioni Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica), Fondazione Airc, Fondazione Umberto Veronesi e Fondazione Aiom. L’intento è raccogliere 50mila consensi entro la prossima primavera, così da portare la proposta di legge in Parlamento.
Aumentando i prezzi delle sigarette, infatti, si ritiene che si potrà ridurre in tempi brevi e in modo drastico il numero dei fumatori italiani. Secondo i rappresentanti delle associazioni oncologiche coinvolte, si potrebbe assistere a una riduzione del 37% del consumo di prodotti da tabacco.
Si tratta di una soluzione adottata anche in altri Paesi europei, come Francia o Irlanda. A rimetterci, inoltre, non sono solo le persone che fumano, ma anche il sistema sanitario. Secondo uno studio dell’Istituto Mario Negri e dell’ATS Brianza, i costi per le cure dei fumatori sono elevatissime.
Lo Stato, per esempio, arriva a spendere circa 1,64 miliardi di euro per le ospedalizzazioni legate alle malattie causate dal fumo di tabacco. Dunque, se diminuisse il numero dei fumatori, il Sistema Sanitario Nazionale utilizzerebbe le finanze disposte per tali cure per altri fini.
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Chi è contrario
L’innalzamento dei prezzi di sigarette e prodotti a tabacco riscaldato, per quanto possa apportare dei benefici alla salute delle persone, non è una soluzione accettata da tutti.
Tra le posizioni più critiche appare quella dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani (Cpi) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, che in uno studio condotto lo scorso luglio ha dimostrato come l’Italia sia tra i grandi Paesi europei in cui le sigarette costano di meno.
Allo stesso tempo, non si prende in considerazione che, se la proposta dovesse diventare legge e assistesse a una effettiva riduzione dei fumatori, non è escluso che si potrebbe incentivare il consumo illegale, ossia da contrabbando, delle sigarette.


