Iniziate le riprese di Franco Battiato. Il lungo viaggio, biopic che racconterà vita e arte di uno dei musicisti più originali e tormentati della canzone italiana.
Prodotto da Rai Fiction e Casta Diva Pictures, il progetto punta a raccontare le pieghe più intime del percorso umano e artistico di Battiato, interpretato da Dario Aita.
Il girato, realizzato fra Milano e Sicilia, vuole restituire la complessità artistica di un uomo che ha saputo innovare e sperimentare. La scelta dei luoghi non è casuale, l’obiettivo è infatti richiamare al doppio registro, geografico e simbolico, della vita di Battiato.
Franco Battiato a 360 gradi
Il film ripercorrerà le tappe principali della storia di Battiato. Come riporta “TV Sorrisi e canzoni”, si passerà dalla Sicilia, terra natia del maestro e fonte di ricordi felici, a Milano, città in cui si è formato artisticamente e spiritualmente.
La struttura sembra dunque voler alternare episodi privati, come i rapporti familiari o le scelte personali, a momenti chiave della sua carriera, tra cui lo sperimentalismo degli esordi, il successo de La voce del padrone, e la continua ricerca di qualcosa più grande del successo.
Il cast
Il volto di Franco Battiato nella pellicola sarà Dario Aita, scelto per interpretare le varie sfaccettature del cantautore: dal ragazzo curioso di provincia all’artista maturo, capace di contaminare linguaggi e pubblici. Elena Radonicich interpreterà invece Fleur Jaeggy, amica e musa di Battiato, che ne ha influenzato la crescita artistica e personale.
Dietro la macchina da presa c’è Renato De Maria, regista con un solido passato nel cinema italiano che ora si cimenta con un biopic musicale, mentre la sceneggiatura è firmata da Monica Rametta.
Perché raccontare Franco Battiato oggi

Raccontare Battiato oggi significa anche confrontarsi con due sfide: da un lato mettere in scena l’eredità artistica di un musicista di questo calibro, operazione che richiede una sensibilità narrativa in grado di rendere accessibili sfumature complesse, dall’altro la necessità di rispettare la memoria pubblica e privata di una figura ancora viva nell’immaginario collettivo.
Inoltre, un biopic televisivo ha il vantaggio di raggiungere un vasto pubblico, ma corre anche il rischio di semplificare eccessivamente. L’approccio, però, sembra essere rispettoso e approfondito, affidato a una squadra che conosce perfettamente la materia e il contesto culturale da cui proviene il Maestro.
Franco Battiato. Il lungo viaggio si presenta quindi come un tentativo di tradurre in immagini un pensiero musicale denso e sfuggente. Se la sfida narrativa sarà vinta, il biopic potrà restituirci non solo la vita dell’artista, ma anche la storia culturale di un’Italia che Battiato ha contribuito a trasformare.
In attesa di vedere il risultato sul piccolo schermo nel 2026, resta la speranza che il film sappia trovare il suo “centro di gravità permanente”.
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