mercoledì, 21 Maggio 2025
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In arrivo l’euro digitale nel 2026? Cos’è e come si usa

Dal 2026 potrebbe essere introdotto l'euro digitale nel continente europeo. Si tratta di un metodo di pagamento che renderà i contanti disponibili in formato elettronico, sul proprio wallet e online.

Dal prossimo anno potrebbe iniziare a circolare in Europa l’euro digitale. Questo è l’obiettivo della Commissione Europea, che prevede la realizzazione di contanti in formato elettronico.

Si tratta di un metodo di pagamento complementare alle banconote e sarà disponibile sul wallet di ogni utente. Il percorso per realizzate tale progetto è lungo, soprattutto dal unto di vista giuridico, ma non impossibile.

Cos’è l’euro digitale?

La Commissione Europea ha espresso la propria volontà di realizzare l’euro digitale, ossia la valuta digitale della Banca Centrale Europea. Questo, infatti, è l’unico ente autorizzato a emetterla e a renderla disponibile a utenti e consumatori.

Le monete verranno utilizzate nello stesso modo dei contanti, a cambiare sarà solo la loro veste digitale. Ogni euro elettronico sarà, dunque, garantito dalla BCE e distribuito dalle banche, dagli uffici postali e da altri servizi di pagamento a cittadini e imprese.

Il motivo per cui è stato richiesto l’euro digitale è per garantire ai cittadini europei un’alternativa sicura, pubblica e accessibile nel mondo online. A spiegare meglio la situazione è stato, poi, Pietro Cipollone, membro italiano della BCE, il quale ha dichiarato:

Il non aver creato un sistema europeo dei pagamenti digitali ha un prezzo elevato: il dominio di fornitori esteri che danneggia la concorrenza con costi più elevati per i merchant e per i consumatori.

Bisognerebbe lanciare in fretta l’euro digitale perché con la crescente preferenza delle persone per i pagamenti digitali e l’espansione del commercio online, il ruolo del contante come soluzione di pagamento universale sta diminuendo.

Leggi anche: Perché puntare sulle criptovalute: generano posti di lavoro e innovazione finanziaria

Le tappe da seguire

Per rendere effettiva la circolazione dell’euro digitale dovrà trovarsi, innanzitutto, un accordo tra i Governi del Consiglio europeo, affinché si stili un documento da fornire al Parlamento a inizio autunno.

Il punto centrale da snodare, infatti, è la sottoscrizione di una legge, che dovrà essere formulata dal Parlamento stesso, al fine di regolamentare l’utilizzo della valuta elettronica nel continente.

Dopodiché, sarà necessario che Consiglio europeo, Parlamento e Commissione trovino un accordo sulla proposta legislativa. L’intento è che tutto ciò sia realizzato entro il 2026. Serviranno, poi, altri due anni per la distribuzione effettiva dell’euro digitale in Europa.

Leggi anche: Blockchain e criptovalute: un’introduzione completa

Qual è la situazione in Europa?

Il Regolamento europeo, dunque, definirà gli standard e i metodi di utilizzo dell’euro digitale. Il documento dovrà essere accettato da tutti e 27 i Paesi membri dell’Unione, così da garantire una certa sovranità e autonomia nei pagamenti.

In tal modo, dunque, si potranno ridurre le dipendenze economiche dai fornitori esteri di servizi di pagamenti non europei, soprattutto statunitensi, come Visa, Mastercard, Apple Pay o PayPal.

Attualmente sono solo 7 i Paesi membri dell’Unione europea e dell’Eurozona ad avere un sistema di pagamento con schemi nazionali di carte di credito. Tra questi rientra anche l’Italia, mentre le altre nazioni dell’Eurozona dipendono totalmente da carte di credito non europee.

Non si tratta di criptovalute

Solo dopo l’istituzione di tale Regolamento, dunque, sarà possibile equiparare l’euro digitale alle banconote. Queste monete saranno disponibili sul wallet online di ogni utente oppure utilizzabili per scambi diretti tra privati.

Non bisogna, però, pensare che si tratti di criptovalute. L’euro digitale, infatti, sarà stabile, convertibile in contanti al valore di un euro e garantito dalla Banca Centrale Europea, proprio come una moneta fisica.

Le criptovalute, al contrario, sono soggette a fluttuazioni di valore e non sempre possono essere scambiate in contanti o denaro bancario al valore nominale di un euro contante.

Alcuni punti ancora incerti

Il Consiglio europeo, a ogni modo, deve chiarire principalmente due punti. Il primo riguarda il modo in cui banche e commercianti verranno remunerati per i servizio.

Il secondo, invece, è relativo alla quantità massima di euro digitali che un cittadino può detenere. Nel Parlamento europeo, dunque, alcuni puntano all’adozione di iniziative private, come il wallet digitale Wero, già utilizzato in Belgio, Francia e Germania.

Intanto, la BCE ha ufficialmente inserito, ad aprile, l’euro digitale nelle proprie strategie, mente Bankitalia ha creato un’unità dedicata al progetto. Nonostante la strada per realizzare il progetto sia lunga, si tratta comunque di unno strumento concreto e utile per cittadini e imprese private.

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