Mai come in questo momento l’Italia ha bisogno di uno Stato forte

Domenico Di Sarno
Domenico Di Sarno
Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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Per tanto tempo, soprattutto negli ultimi 20 anni, si è discusso circa la dismissione di molti apparati dello Stato che appesantirebbero il sistema pubblico rendendo quindi troppo dispendioso il bilancio. Esistono ancora oggi fautori della politica delle liberalizzazioni che, erroneamente, si vedono in contrasto con chi vorrebbe potenziare l’apparato statale rivendicando una maggiore libertà per l’iniziativa privata. Negli ultimi tempi si è arrivati addirittura a ipotizzare la liberalizzazione di capitali a sostegno dell’economia reale.

La liberalizzazione, una buona scelta?

Dal punto di vista della governance finanziaria questa idea potrebbe avere poco fondamento, tuttavia il significato della parola liberalizzazione, per incoraggiare ed incrementare l’iniziativa privata, potrebbe essere efficace. Il significato di questa riflessione però invita a porre l’attenzione su quanto sia stressato il sistema Stato dalla recente epidemia di coronavirus che è tuttora in corso. Nella fattispecie, da più parti si invita a dismettere Il “carrozzone statale”, almeno questa era l’espressione utilizzata fino a pochi giorni prima che scoppiasse l’epidemia di covid-19 a Codogno. Leggi anche: Coronavirus, le scuole non riapriranno neanche a settembre?

Perché l’amministrazione necessita di “braccia oltre la mente”

Attualmente il governo italiano fatica a sostenere le misure di contenimento e il sistema sanitario ha corso il rischio di collassare, toccando in alcuni casi, dei punti di criticità. Probabilmente occorre interrogarsi sull’opportunità di potenziare l’apparato statale, e nella fattispecie i servizi essenziali, forze dell’ordine, 118, medici, infermieri, tecnici comunali e di enti pubblici. L’incremento di questi apparati permetterebbe allo Stato di offrire maggiori servizi, con maggiori garanzie di sicurezza, assistenza e ridistribuzione della ricchezza. Negli ultimi anni le forze dell’ordine, le forze armate e la sanità hanno subito dei tagli pianificati in maniera molto approssimativa che in alcuni casi hanno sfiorato il 20%. Leggi anche: L’Eurogruppo ha trovato l’accordo: pacchetto di dimensioni senza precedenti

Tagli ai servizi essenziali, una scelta scellerata?

Non si tratta soltanto di tagli alla spesa e al costo di questi enti ma anche al personale vero e proprio che una volta pensionato non è stato sostituito. Tutto questo genera un minore costo per le casse dello Stato ma anche una minore offerta lavorativa nella pubblica amministrazione. Snellire le procedure e semplificare la pubblica amministrazione è cosa buona e giusta ma non è altrettanto opportuno fare tagli incontrollati e indiscriminati alle dotazioni per l’autoritarietà dello Stato che va esercitata proprio attraverso la garanzia di assistenza ai propri cittadini. Si tratta di servizi costituzionalmente garantiti così come quello all’iniziativa privata. La Corte Costituzionale stessa, organo di equilibrio e di garanzia, oppure come viene definito dai Giuristi di livellamento, ha più volte teso a precisare che non ci deve essere conflitto tra valori equamente garantiti in Costituzione in quanto non si tratta di materia in senso proprio ma di materie-valore, ossia di importanza per tutta la collettività.

Questo Leviatano chiamato carrozzone è indispensabile

Sarebbe quindi inopportuno attaccare ancora una volta il sistema Stato, definendolo un “carrozzone” in quanto, in questo momento sono gli uomini e le donne del personale dello Stato che stanno permettendo l’applicazione e la sussistenza delle misure di contenimento che accanto a una responsabile osservazione delle regole da parte del Popolo, ci permetteranno di uscire da questa epidemia. Leggi anche: Conte: “Non possiamo aspettare che il virus scompaia, dobbiamo conviverci”   di Domenico Di Sarno

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Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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