Sicurezza sul web: le 4 cose da non pubblicare mai sui social network

Le informazioni che ogni utente rende note sui propri profili o su Internet in generale potrebbero sembrare cosa da poco, ma la realtà è ben diversa.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Cose da non pubblicare sui social network: quali informazioni evitare? Rendere di dominio pubblico contenuti personali sui social network è oggi una prassi ben consolidata, al punto che i soggetti che non lo fanno o che non possiedono un proprio profilo vengono guardati con un certo sospetto o, comunque, non compresi fino in fondo da chi sulle app passa buona parte della propria giornata.

Basti pensare che attualmente sono 41 milioni le persone attive sui social media e che, stando ai dati del report Digital 2021 pubblicato da We Are Social, ognuno di noi ogni giorno trascorre in media 1 ora e 52 minuti connesso alle app e circa 6 ore a navigare su Internet.

Numeri, questi, ancora più impressionanti se si tiene conto di quanto emerso da un’indagine di Domo, che ha monitorato i dati creati sui social network in ogni singolo minuto: un totale di 4.166.667 like su Facebook, 347.222 tweet, 300 ore di nuovi video su Youtube e un like su Instagram ad almeno 1.736.111 foto. Ma cosa ci spinge a pubblicare così tanto?

Perché pubblichiamo così tanto sui social network?

Dietro ogni contenuto pubblicato sui social c’è molto più di quanto si possa pensare. L’atto del condividere non contribuisce solo a rendere di dominio pubblico qualcosa che apprezziamo, ma risponde a certi bisogni per così dire più intimi e nascosti, ovvero quelli sociali e relazionali, fondamentali per ognuno di noi.

Tra questi, uno dei più influenti è certamente il bisogno di accettazione da parte del gruppo con cui si condividono gli stessi valori, che si concretizza in una necessità costante di stima e di approvazione, da “guadagnare” attraverso la pubblicazione di contenuti volti a restituire esattamente l’immagine di noi stessi che vogliamo veicolare. In breve, tentiamo di ostentare un modo di essere che non ci appartiene o che ancora dobbiamo fare nostro per conquistare i potenziali interlocutori.

Altra necessità che la pubblicazione sui social soddisfa è quella di curare l’autostima, il che avviene soprattutto attraverso i like e i commenti lasciati dagli altri utenti ai nostri post. Si tratta di elementi tangibili che hanno il potere di influenzare le nostre risposte neurali e comportamentali, contribuendo a farci sentire più (o meno) sicuri di noi. Ciò che è virtuale, dunque, è in questo senso più “reale” che mai.

Cose da non pubblicare sui social network per non esporsi a inutili rischi

Cose da non pubblicare sui social network: le informazioni che ogni utente rende note (spesso anche con una certa leggerezza) sui propri profili o su Internet in generale potrebbero sembrare cosa da poco, ma la realtà è ben diversa. Nella maggior parte dei casi, infatti, si sottovalutano le capacità e i pericoli di Internet e non si pensa a fondo al fatto che i nostri dati potrebbero finire prima o poi nelle mani di qualche malintenzionato.

In questo senso, esistono contenuti che i più esperti consigliano di non rendere mai di dominio pubblico sui propri profili social: si tratta di informazioni apparentemente innocue, ma che in realtà potrebbero esporre gli utenti a inutili rischi o a invasioni della propria privacy. Ecco quali sono.

Cose da non pubblicare sui social: la data di nascita

Tra le cose da non pubblicare sui social network spicca sicuramente la data di nascita, un’informazione che invece la maggior parte degli utenti condivide quasi sempre così da poter ricevere gli auguri il giorno del compleanno. Stando a quanto riportato dall’Istituto nazionale spagnolo di sicurezza informatica, data e luogo di nascita dovrebbero rimanere off-limits per almeno due motivi.

Il primo: se qualcuno fosse intenzionato a rubare la nostra identità e a creare un documento falso, avrebbe tutto il materiale necessario per poterlo fare, ovvero nome, cognome, foto, data e luogo di nascita, che potrebbe utilizzare pure per creare profili falsi. Non solo: spesso gli utenti utilizzano la propria data di nascita (o parte di essa) come password del profilo, dunque condividerla sarebbe come lasciare ai pirati informatici un “aiutino”.

Cose da non pubblicare sui social: il luogo in cui si abita

Un’altra delle cose da non pubblicare sui social network è pure il luogo in cui si abita: è fortemente sconsigliato rendere noto l’indirizzo di residenza o di domicilio.

E questo non solo perché un’informazione simile fornisce all’hacker l’elemento mancante per confezionare il documento falso perfetto, ma pure perché l’indirizzo rappresenta un dato molto prezioso per potenziali stalker o persone non gradite (infografica di ExpressVPN sulla privacy sui social), che avranno così la possibilità di trovare l’utente a qualsiasi ora vogliano, anche contro la sua volontà. Il consiglio, quindi, è di dare il proprio indirizzo solo a persone fidate, magari in chat privata.

Cose da non pubblicare sui social: la propria posizione del momento

Quante volte è capitato di pubblicare storie o post sui social registrando la propria posizione del momento? Niente di più sbagliato: un’informazione del genere è un vero e proprio lasciapassare per chiunque voglia introdursi in casa a nostra insaputa, specie se abbiamo commesso pure l’errore di rendere noto il nostro indirizzo.

Rischio che si fa ancora maggiore se la pubblicazione della foto con annessa posizione avviene ogni giorno: tutti potranno rendersi conto delle nostre abitudini e sfruttare la nostra assenza a loro vantaggio. Dunque, che fare? Semplice: l’ideale è pubblicare foto e posizione una volta a casa, evitando così ogni rischio.

Cose da non pubblicare sui social: il numero di telefono

La quarta delle cose da non pubblicare sui social è certamente il numero di telefono, che sia il cellulare o quello fisso. Il motivo si ricollega a ciò che dicevamo prima: conoscere il numero di casa di una persona significa sapere esattamente quando è presente o se è uscita, mentre conoscere quello di cellulare permette ai malintenzionati di inviare messaggi con link pericolosi.

Basti pensare alla diffusione del fenomeno del phishing, un crimine che inganna le vittime inducendole a condividere informazioni sensibili quali password e numeri di carte di credito.

Leggi anche: Dal 27 luglio stop alle telefonate moleste sui cellulari. Ecco come fare

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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