Il 26 aprile si riapre, ma quando finirà il coprifuoco delle 22?

Arriva la "zona gialla rinforzata" dal 26 aprile. Ma quando finirà il coprifuoco delle 22? Si discute una posticipazione, la destra chiede di eliminarlo.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Il coprifuoco delle 22, che prima sembrava così lontano dal nostro modo di vivere, adesso è diventato un’abitudine. Per quell’ora, ormai da tempo, le strade si svuotano improvvisamente e un silenzio quasi innaturale avvolge tutto. Se ci si affaccia alla finestra sembra di osservare la scena di un film post-apocalittico, se non fosse per il rumore di qualche macchina che passa. E, da quanto si apprende, saremo costretti a ritirarci in casa alle 22 ancora per qualche tempo.

Il 16 aprile la cabina di regia presieduta dal Premier Mario Draghi ha discusso e concordato le disposizioni principali del nuovo decreto, che verrà verosimilmente approvato tra martedì e mercoledì prossimo. Con esso, il Governo ha concesso la riapertura di diverse attività all’aperto e delle scuole, grazie all’introduzione della cosiddetta “zona gialla rinforzata” in vigore dal 26 aprile, che ha di fatto anticipato di una settimana l’allentamento delle restrizioni.

La decisione rappresenta secondo Draghi un “rischio ragionato”che il Governo ha preso soprattutto a causa della pressione del centro-destra, specie di quella dei leader di Lega e FdI Salvini e Meloni, che da tempo spingono per la riapertura. Ma, tra le altre cose, il nuovo decreto disporrà anche la proroga del coprifuoco alle 22 per tutto maggio, ponendo quindi forti limiti a questo primo assaggio di libertà. La destra, dopo aver concordato inizialmente su questo punto, adesso non ci sta più e alza l’asticella: il nuovo obiettivo è la cancellazione o, almeno, la posticipazione del coprifuoco delle 22.

Coprifuoco alle 22 fino a giugno, ma la Lega e FdI non ci stanno

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La proroga fino a giugno del coprifuoco delle 22 è un’idea intollerabile per le forze della destra. In questo caso, però, il Governo potrebbe non correre incontro alle richieste avanzate da Salvini e Meloni: palazzo Chigi ha fatto sapere che chiudere tutto per quell’ora rimane “un punto fermo“. Ma il leader del Carroccio non sembra disposto ad accettare un “no” su questo tema e la motivazione è facilmente intuibile: se le attività all’aperto, tra cui quelle di ristorazione, saranno concesse dal 26 aprile, è allora impensabile istituire il coprifuoco alle 22. In particolare, Salvini, uscendo dall’aula bunker di Palermo, ha detto:

Proviamo ad andare ad eliminare il coprifuoco, ora mi occupo di cancellarlo. Avanti, non si molla.

Tali dichiarazioni hanno virtualmente stracciato gli accordi presi col Governo qualche giorno prima in cabina di regia. Accordi sottoscritti anche dai Ministri di Salvini, capitanati da Giancarlo Giorgetti. L’apertura serale di bar, ristoranti, vinerie e gelaterie ha posto una questione fondamentale: la decisione di riaprire è compatibile col coprifuoco delle 22? In realtà, il leader della Lega sembra pure disposto a scendere al compromesso, ovvero ad allungare alle 23 l’orario del coprifuoco a partire dal 26 aprile. Anche Fratelli d’Italia si è platealmente opposta alla decisione del Governo di mantenere alle 22 l’orario in cui tutto si blocca. La leader di partito Giorgia Meloni ha detto:

È una follia il coprifuoco alle 22. Vorrebbe dire che alle 21.15 uno deve alzarsi dal ristorante, cioè comprimere ancora di più la presenza dei clienti: ma chi può tenere in piedi un ristorante in queste condizioni?

Leggi anche: Riaperture e nuovi colori delle Regioni, Draghi: “Dal 26 aprile zona gialla, sì a scuole e attività all’aperto”

Il Governo non cede sul coprifuoco delle 22: gli esperti raccomandano prudenza

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Da quanto riportato da la Repubblica, i dati attuali sul Coronavirus parlano chiaro: in Italia ci sono in questo momento almeno un milione di potenziali vettori della trasmissione virale, di cui 500.000 positivi accertati ed almeno un numero equivalente di non certificati e asintomatici. Le terapie intensive sono ancora sature: 3340 sono i malati ricoverati. Questi numeri spiegano il “rischio ragionato” del Premier Draghi, che vuole evitare di tirare troppo la corda: sa che decisioni avventate, con numeri del genere, potrebbero essere devastanti. Il corpifuoco dovrà necessariamente rimanere.

Quindi sì alla riapertura del 26 aprile per dare respiro ai settori in crisi e acquietare i malumori di ristoratori e commercianti, ma un grosso “no” a decisioni di pancia, troppo estreme. Salvini però insiste ed alza la posta, promettendo che “tra i prossimi obiettivi ci sarà anche quello di anticipare le riaperture al chiuso“. Ma su questa opzione, così come sulla cancellazione del coprifuoco, Salvini ha trovato l’opposizione decisa del Ministro della Salute Speranza, di Pd e M5S, disposti a resistere ai tentativi leghisti.

Anche la Ministra Gelmini, seppur forzista e a tratti “aperturista”, ha dato sul tema del coprifuoco manforte a Draghi, sentenziando che una cancellazione del blocco delle uscite costringerebbe il Governo “a dover chiudere tutto entro quindici giorni“. D’altronde, il mantenimento del coprifuoco è stato fortemente consigliato da Brusaferro e dalla maggior parte degli esperti, che hanno invitato l’esecutivo alla prudenza. In particolare, il Comitato tecnico scientifico ha raccomandato di mantenere alta la vigilanza rispetto all’andamento della curva di contagio, specie quando si riaprirà.

Dunque, il coprifuoco quando finirà? Con tutta probabilità non ad aprile, né tantomeno a maggio, con buona pace di Salvini e Meloni, anche se per le decisioni ufficiali si attende il Cdm dei prossimi giorni. Riaprire adesso senza limitazioni sarebbe una scelta folle e irresponsabile, che potrebbe mettere a rischio anche la stagione estiva. Non bisogna dimenticare, infatti, che il nuovo decreto non esclude la possibilità di nuovi lockdown o chiusure. Gridare alla riapertura rende sicuramente popolari e ben voluti dai cittadini. Ma fare politica dovrebbe significare volere il bene del popolo, non abbandonarlo al virus in nome dei consensi.

Leggi anche: Si lavora a un vaccino universale contro tutti i virus. Sarà possibile?

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