Quanta emozione alla Premiazione del XII Festival Internazionale del Cinema Patologico

Dario D'Ambrosi, Claudia Gerini, Domenico Iannacone, Sebastiano Somma e Francesco Giuffrè hanno premiato i vincitori del XII Festival Internazionale del Cinema Patologico, votati dai ragazzi della Compagnia stabile del Teatro Patologico: grandissima emozione.

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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Si è concluso ieri il XII Festival Internazionale del Cinema Patologico, con una serata di premiazioni a dir poco emozionante sul palco all’aperto del Teatro Patologico a Roma.

Dario D’Ambrosi da 12 anni affianca alla vincente esperienza teatrale con persone con disabilità del Teatro Patologico, di cui è il fondatore, questo importante concorso cinematografico. “Quest’anno è successo qualcosa di incredibile” ha raccontato, descrivendo la straordinaria partecipazione alla dodicesima edizione. Sono ben 1878 i film arrivati da 20 paesi di tutto il mondo, valutati da una giuria speciale: i ragazzi della Compagnia Stabile del Teatro Patologico.

Il Teatro e il Cinema Patologico sono più forti della bomba atomica

L’emozione è iniziata subito, quando in apertura della serata Fabio Bischetti, uno dei ragazzi della Compagnia, ha detto:

Noi siamo più forti della bomba atomica! La bomba atomica sai quanto è stata forte? Era talmente forte e potente che ha raso al suolo due città intere. Noi siamo più forti perché non ammazziamo e riusciamo a far cambiare idea alle persone. Le persone fanno le guerre perché non hanno più la forza e il coraggio di guardarsi negli occhi.

E il messaggio del teatro e del cinema patologico è così potente che, grazie al lavoro di Dario D’Ambrosi e delle persone che collaborano con lui, si sta creando una rete internazionale, una comunità. Il numero dei film che hanno partecipato al Festival Internazionale del Cinema Patologico di quest’anno e i numerosi inviti a fare spettacoli in diversi paesi del mondo ne sono la dimostrazione. Se non fosse stato per la pandemia, la compagnia avrebbe dovuto volare in diversi paesi europei e negli Stati Uniti.

Leggi anche Cos’è il Teatro Patologico: inclusione e guarigione in scena. Il racconto di Francesco Giuffrè

I testimonial di cuore del XII Festival Internazionale del Cinema Patologico

XII Festival Internazionale del Cinema Patologico

Arrivato alla dodicesima edizione del Festival Internazionale del Cinema Patologico, Dario D’Ambrosi può dire con orgoglio che questo premio ogni anno diventa una realtà sempre più grande. Sul maxi schermo il saluto e l’augurio in video da parte del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ha dato il via alla premiazione.

A condividere il palco con Dario D’Ambrosi, sono intervenuti testimonial di eccezionale cuore, grandi sostenitori del Teatro Patologico. Domenico Iannacone, Claudia Gerini, Sebastiano Somma e Francesco Giuffrè hanno parlato dell’importanza del teatro come terapia e come luogo fondamentale di inclusione, in cui le persone con disabilità possono esprimere se stesse attraverso le loro abilità, i loro talenti. Il sostegno di persone di cuore è tanto più importante in un momento come questo della pandemia in cui il Teatro Patologico non ha ricevuto aiuti economici se non da donatori privati e grazie alla vendita delle magliette e dei libri.

Quanto ha aiutato il Docu-film ODISSEA: un viaggio universale

XII Festival Internazionale del Cinema Patologico

Il palco del XII Festival Internazionale del Cinema Patologico ha particolarmente vibrato durante l’intervento toccante di Domenico Iannacone. Il giornalista e documentarista è stato ringraziato più volte nel corso della serata da D’Ambrosi per aver raccontato il Teatro Patologico nel docu-film ODISSEA – Il viaggio di Ulisse andato in onda su Rai3 lo scorso aprile. Un lavoro che ha fatto conoscere questa incredibile realtà a livello nazionale e ha dato un aiuto enorme. Iannacone ha spiegato i diversi strati e livelli di lettura del suo documentario sull’Odissea messa in scena dal Teatro Patologico, un’Odissea nell’Odissea che è il viaggio di ognuno di noi:

Paradossalmente parlava di teatro, perché era teatro in parte, però poi si innescava nella vita di ognuno. E poi aveva il tema centrale di questo viaggio che in fondo non è soltanto il viaggio dei protagonisti dell’Odissea ma è il viaggio dell’uomo. È una forma di equiparazione delle esistenze umane, un modo per dire: “Guardate che il viaggio periglioso, quello difficile (…) alla fine appartiene a tutti. E si è innescato in un momento storico in cui tutti ci siamo sentiti più fragili (…)

Se dovessi dire che cos’è veramente questa Odissea direi che è il racconto di un matto, lo dico nel senso bello della parola, che ha immaginato di far nascere un luogo dove l’espressione di tutti fosse garantita. Dario ha rotto lo squarcio, ha in qualche modo sdoganato il concetto di arte. Il teatro fatto in questo modo è un teatro più puro, più libero (…) non c’è nessuna forma di restrizione delle emozioni.

La forza dei libri di Zoe Rondini

Zoe Rondini al XII Festival Internazionale del Cinema Patologico

Un altro momento particolarmente emozionante è stato quando Francesco Giuffrè ha letto due piccoli brani dai due libri della scrittrice Zoe Rondini, Nata Viva e RaccontAbili, presentati poco prima della premiazione vera e propria del XII Festival Internazionale del Cinema Patologico. È stato molto toccante soprattutto il racconto della nascita della scrittrice, in cui il tempo scandito dal battito del suo cuore monitorato dai medici improvvisamente viene sospeso: una manciata di secondi che ha cambiato la sua intera esistenza.

La scrittrice ha devoluto gli incassi per la vendita dei suoi libri durante la serata al Teatro Patologico, per sottolineare l’importanza dell’arte e del teatro per le persone con disabilità:

Il teatro è magia, il teatro aiuta a crescere, non a caso ho fatto molto teatro quando ero al liceo e all’università e lo faccio di nuovo da due anni (…) questo anche grazie alla mia famiglia che mi ha sempre stimolata ad andare a cercare la cultura, i viaggi, il cinema, l’arte, le mostre.

Leggi anche “Handicappata a chi?” Sfatiamo la disabilità con l’intervista a Zoe Rondini

Una pioggia di premi al XII Festival Internazionale del Cinema Patologico

A concludere una serata colma di forti emozioni, è arrivato il momento della premiazione vera e propria. Se fortunatamente la pioggia che minacciava di compromettere la serata all’aperto non è arrivata, la vera pioggia, oltre alle lacrime di emozione, è stata quella dei premi ai vincitori del XII Festival Internazionale del Cinema Patologico:

  • Miglior Film – sezione lungometraggi a “La vita dentro” di Carla di Feo e Florenzo Brancaccio
  • Miglior Film – sezione cortometraggi a “È stato solo un click” di Tiziana Martini con Paola Tiziana Cruciani
  • Premio Migliore Attore ad Alessandro Catalucci per il film “Ancora più forte” di Giuseppe Brigante (Italia)
  • Premio Migliore Attrice a Daphne Scoccia per il film “Io sono Matteo” di Loris Di Pasquale (Italia)
  • Premio alla memoria di Antonio Messia (per film su tematiche giovanili su forte valenza sociale) a “Neverland” di Violenia Ampudia (Cuba)
  • Premio Patologico (per film su integrazione e disabilità) a “La panna cotta” di Pietro Albino Di Pasquale (Italia)
  • Premio Migliore Regia a “Tres Marias” di Christian Schneider (Brasile)
  • Premio Tor Vergata a “È stato solo un click” di Tiziana Martini con Paola Tiziana Cruciani (Italia)
  • Premio del pubblico (per miglior film votato dal pubblico) – sezione cortometraggi a “Total Quarantine” di Edson Valdivia (Cile)
  • Premio del Pubblico (per miglior film votato dal pubblico) – sezione lungometraggi a “Liberi” di Fabrizio Maria Cortese (Italia)
  • Premio speciale (per film di ricerca e sperimentazione cinematografica) a “Hollar” Miguel Alonso Villafuerte Banderas (Ecuador)
  • Premio della giuria a “Scena Madre” di Giuseppe Zampella

Per finire, sono stati consegnati due premi speciali fuori concorso a Claudia Gerini e Domenico Iannacone per il loro grande contributo al Teatro Patologico.

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