11 atenei italiani uniti in ‘corridoi universitari’: “Così i rifugiati potranno continuare a studiare”

Nasce un protocollo di intesa che permetterà a 20 studenti attualmente rifugiati in Etiopia di proseguire un percorso accademico in Italia. Un futuro possibile per l’integrazione.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Per i giovani che scappano dal proprio paese per motivi di guerra, persecuzione o fame fuggire significa abbandonare la propria casa e i propri affetti. Ma anche interrompere gli studi e quindi rinunciare a un percorso formativo professionale e culturale. Una tendenza che va invertita. Per questo nasce il progetto UNI-CO-RE, University Corridors for Refugees, promosso dall’UNHCR e che ha visto il coinvolgimento di 11 atenei italiani disponibili a creare ‘corridoi universitari’. Un progetto che permetterà a 20 studenti attualmente rifugiati in Etiopia di proseguire il loro percorso di studi in Italia.

“Progetti come UNI-CO-RE riaccendono la speranza”

Nel mondo sono ancora troppi i rifugiati che non hanno accesso all’istruzione. Solo il 3% riesce ad accedere alle classi superiori e il dato sottolinea l’emergenza di un fenomeno diffuso. L’interruzione degli studi contribuisce a indebolire la capacità dei rifugiati di trovarsi un lavoro e integrarsi nelle comunità ospitanti. Ha detto Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, Vaticano e San Marino:

Grazie all’impegno delle università coinvolte, progetti come UNI-CO-RE non solo permettono ai rifugiati di arrivare in maniera sicura in Italia per sviluppare il loro talento, contribuendo alla comunità locale, ma riaccendono la speranza in milioni di bambini e ragazzi attualmente in esilio a causa di guerre e persecuzioni.

20 borse di studio disponibili

Il protocollo d’intesa per i corridoi universitari coinvolge 11 atenei italiani, il Ministero degli Affari Esteri, l’UNHCR, Caritas Italiana, Diaconia Valdese e Gandhi Charity, darà a 20 studenti attualmente rifugiati in Etiopia l’opportunità di proseguire il percorso accademico in Italia attraverso borse di studio. Le borse saranno aggiudicate sulla base del merito accademico e della motivazione, attraverso un bando pubblico e da comitati di esperti individuati da ciascuna università. UNHCR si pone l’obiettivo di incrementare le iscrizioni fino a raggiungere, entro il 2030, il 15% di iscrizioni a programmi d’ istruzione superiore per i rifugiati in paesi d’accoglienza e paesi terzi.

Leggi anche: Partigiana ospita un rifugiato in casa. Luciana: “Aziz è una persona libera come me”

Le università coinvolte

Il progetto UNI-CO-RE è proseguimento di un progetto pilota partito nel 2019 con la partecipazione di due atenei e sei studenti. In base al nuovo protocollo, gli atenei coinvolti, invece, saranno 11 e gli studenti accolti 20. Partecipano: Università dell’Aquila, Università di Bologna, Università degli Studi di Cagliari, Università di Firenze, Università Statale di Milano, Università di Padova, Università degli Studi di Perugia, Università di Pisa, Università di Sassari, Università Iuav di Venezia, e Luiss Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli. Questi atenei assicureranno il supporto necessario agli studenti per integrarsi nella vita universitaria, frequentando un programma di laurea magistrale della durata di due anni.

Leggi anche: Statale Milano e Sapienza Roma, nella top ten per la ricerca anticovid

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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