Preservare gli idiomi africani ai tempi del Covid: l’impegno di Wikiafrica contro la disinformazione

Dall'emergenza Covid-19 alla creazione di nuovi contenuti: l'impegno dei volontari di Wikiafrica (e non solo) nel preservare gli idiomi africani.

Linda Scattolini
Linda Scattolini
Umbra. Da sempre appassionata di scrittura e comunicazione, ama le lingue e la letteratura straniera. Dalla maggiore età ha collaborato con testate e tv locali, co-condotto in dirette web e radio, cercando. Amante di cronaca, politica e dei dibattiti sui temi attuali in chiave socioculturale.
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Parole come facemask o hand sanitiser sono ora familiari dappertutto. Eppure in alcuni luoghi, fino a un anno fa, risultavano sconosciute. Il Covid-19 ha messo ancor più in risalto il divario digitale che colpisce l’Africa, non solo rispetto ad altri luoghi del mondo, ma anche tra i Paesi stessi del continente.

Questo è uno tra gli esempi che sottolineano l’importanza del lavoro portato avanti da Wikiafrica. Tradurre contenuti di Wikipedia in circa venti lingue africane, tra cui Twi, Swahili, Afrikaans e Dagbani.

Il linguaggio è molto importante. È lo strumento che usiamo per comunicare la nostra comprensione del mondo.

Queste le parole di Perrymason Adams, volontario del progetto e contabile in Sud Africa.

Wikiafrica per la democratizzazione dell’ informazione

L’impegno del ventinovenne Perrymason Adams, che ha aderito all’iniziativa nel 2019, è risultato cruciale durante la pandemia. Ha tradotto nelle lingue sudafricane isiZulu e isiXhosa tutto ciò da sapere riguardo ad allontanamento sociale, mascherine e disinfettanti.


I volontari di Wikiafrica, una volta constatata la mancanza di contenuti relativi al Covid-19 in lingue africane, si sono subito messi all’opera per colmare il vuoto.

Ad oggi, gli articoli tradotti sono stati visualizzati oltre 500 mila volte. Un numero significativo che fa capire quanto sia importante la democratizzazione delle informazioni.

L’impegno di Wikiafrica per l’inclusione digitale

wikiafrica contro la disinformazione

Wikiafrica è un’organizzazione no-profit che incoraggia i parlanti di lingue africane di tutto il mondo a creare, espandere e migliorare i contenuti di Wikipedia relativi all’Africa. Notizie in lingue indigene e biblioteche di parole digitali: l’obiettivo è soprattutto rivolto alle generazioni future. Non solo al fine di preservare gli idiomi tradizionali, ma anche per colmare il divario digitale, ancor più sottolineato dall’emergenza Coronavirus.

A causa delle chiusure per evitare la diffusione dei contagi, alcuni gruppi per i diritti hanno avvertito la differenza tra coloro che hanno potuto imparare a lavorare online rispetto agli altri. E secondo il World Economic Forum, tra le principali ragioni per cui molti africani non si connettono ad internet, quando possono, è la “mancanza di contenuti nelle lingue locali”.

Al fine di un’informazione democratica, i progetti di Wikiafrica aiutano a formare traduttori in tutto il continente. Dichiara Adama Sanneh, amministratore delegato e co-fondatore dell’ente:

Abbiamo creato una campagna per dire a tutti i parlanti di lingua africana del continente (e) della diaspora ‘Se conosci la lingua, per favore traduci alcuni di questi contenuti da inglese o francese o portoghese.


Tuttavia, in alcune aree l’accesso online è in rapida crescita. Un esempio viene dalla regione sub-sahariana: secondo i dati della Banca Mondiale, l’accesso online sale al 25% della popolazione nel 2019 contro meno dell’1% nel 2000. Un risultato raggiunto anche grazie all’impegno di Wikiafrica Istruzione che, dal 2006 ad oggi, ha contributo alla traduzione di oltre 40mila parole scritte.

Il progetto, lanciato da Moleskine, si occupa inoltre di diffondere immagini e file audio/video online.

L’importanza delle traduzioni per contrastare il virus e non solo

A rendere ancor più necessaria l’accelerazione sulle traduzioni è stata la situazione emergenziale. Lwando Xaso, avvocato e attivista di Constitution Hill Trust, un’organizzazione promotrice della costituzione sudafricana e che collabora al programma Wikiafrica, afferma:

Penso che l’urgenza del virus stia nel fatto che nessuno dovrebbe essere al di fuori della loro bolla di informazione.


Gli sforzi congiunti sulla traduzione hanno dato vita a contenuti rilevanti. Un esempio arriva dalla Nigeria, dove le Nazioni Unite hanno creato un portale di disinformazione Covid-19 volto a rispondere alle domande più frequenti in lingue yoruba, hausa e igbo.

Dopo la registrazione del primo caso nel suo paese d’origine, il ricercatore dell’Università di Cambridge Ebele Mogo ha chiesto assistenza per la traduzione di notizie sulla salute pubblica nei social network. Sfatare consigli errati quali mangiare aglio o fare bagni caldi per allontanare il virus, è risultato fondamentale. Con l’aiuto di trenta giovani, sono state tracciate delle linee guida Covid-19 in diciotto delle più comuni lingue africane. Dichiara Mogo:

Può essere fin troppo facile seguire il consiglio sbagliato.

Non solo traduzione. L’organizzazione no-profit Wikimedia South Africa, in collaborazione con la Moleskine Foundation, ha tenuto alcuni “workshop di modifica” per insegnare ai volontari come modificare correttamente le voci in Wikipedia. Dalla creazione di pagine relative ad artisti africani alla legge sul copyright, il lavoro vuole aumentare la diffusione delle informazioni nelle undici lingue ufficiali del Sudafrica.

Innovazione a distanza: un beneficio per gli studenti africani

Nonostante i problemi relativi alla disinformazione, l’emergenza sanitaria ha portato un miglioramento al sistema scolastico africano. I programmi di apprendimento a distanza pensati per bambini e adolescenti, dalle radio a energia solare in Sierra Leone alle guide didattiche gratuite sui telefoni in Kenya, sono destinati a continuare.

Tutto è stato reso possibile dai governi e dagli enti di beneficienza che si sono affrettati per rendere l’apprendimento accessibile a milioni di alunni. Molti di essi, senza internet o addirittura elettricità, hanno ora a disposizione tecnologie tali da poter permettere loro di continuare a studiare anche nel caso in cui non possano più recarsi a scuola.

Leggi anche: Kenya, bambino inventa macchina per lavare le mani e bloccare il Covid

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