‘Ndrangheta: sequestrati 10 milioni di euro al padre dell’ex calciatore Vincenzo Iaquinta

Il Tribunale di Bologna, su proposta della Direzione Investigativa Antimafia, ha disposto il sequestro di beni per 10 milioni a Giuseppe Iaquinta, padre dell’ex calciatore Vincenzo.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Ancora guai per il padre di Vincenzo Iaquinta. Un patrimonio in beni con un valore che supera i 10 milioni di euro appartenente a Giuseppe Iaquinta, padre dell’ex calciatore Vincenzo, è stato posto sotto sequestro dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Bologna, su proposta della Direzione Investigativa Antimafia.

Ancora accuse per il padre di Vincenzo Iaquinta, Giuseppe, l’accusa: “Giuseppe Iaquinta volto pubblico della ‘ndrangheta in Emilia Romagna”

Ancora accuse per il padre di Vincenzo Iaquinta, Giuseppe, l'accusa: "Giuseppe Iaquinta volto pubblico della 'ndrangheta in Emilia Romagna"

Ingente il patrimoni in beni sequestrati al padre dell’ex calciatore Vincenzo Iaquinta, Giuseppe. Due società edili, 71 immobili riconducibili in tre province diverse: Crotone, Brescia e Reggio Emilia, due automobili e diversi rapporti bancari.

Nel complesso un patrimonio per un totale di più di 10 milioni di euro appartenente a Giuseppe Iaquinta, padre dell’ex calciatore Vincenzo Iaquinta, campione del mondo nel 2006 con la Nazionale di Marcello Lippi.

Il sequestro dei beni di Iaquinta padre è scattato grazie alle sezione misure di prevenzione del Tribunale di Bologna, su proposta della Direzione Investigativa Antimafia.

L’imprenditore è accusato di essere un membro della ‘ndrangheta operante in Emilia-Romagna. Iaquinta era stato raggiunto da ordinanza di custodia cautelare in carcere nel gennaio 2015 nell’ambito dell’operazione “Aemilia”.

Nel 2018, Giuseppe Iaquinta era stato condannato dal Tribunale di Reggio Emilia in primo grado a 19 anni di reclusione, la pena fu poi ridotta a 13 anni, le accuse erano di associazione mafiosa e detenzione illegale di armi e munizioni.

Lo stesso l’ex calciatore della Juventus Vincenzo Iaquinta fu coinvolto nella vicenda giudiziaria, che vedeva coinvolto il padre, per reati di armi: per lui la condanna, confermata in appello, è stata a due anni con la sospensione condizionale.

Non semplice manovalanza, ma viene tracciato un profilo specifico di Giuseppe Iaquinta all’interno dell’organigramma criminale emiliano. Il ruolo di Giuseppe Iaquinta, secondo quanto emerso nell’inchiesta svolta sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, ruolo confermato dalle testimonianze di diversi collaboratori di giustizia, era quello di “volto pubblico dell’associazione, in grado, in quanto imprenditore di successo, di fungere da chiave di accesso per gli affiliati negli ambienti della imprenditoria e delle istituzioni”.

Gli accertamenti della Direzione Investigativa Antimafia hanno evidenziato, come riconosciuto dal Tribunale di Bologna, una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio accumulato.

Leggi anche: Passaporti falsi per i latitanti di ‘Ndrangheta: arrestato dipendente del ministero dell’Interno

 

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Tommaso Panza
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