Via libera dal 3 giugno: gli spostamenti tra regioni saranno consentiti

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Basta alle autocertificazioni. Con la bozza decreto del 15 maggio, il Governo ridefinisce il contesto nazionale entro il quale le Regione dovranno orientarsi. A partire dal 18 del mese le restrizioni del lockdown lasceranno spazio alla libertà di movimento all’interno del territorio regionale senza limitazione alcuna. E dal 3 giugno saranno consentiti anche gli spostamenti su territorio nazionale. ‘Potranno essere imposti limiti solo con provvedimenti adottati in specifici contesti, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree’. E cioè, si potrà andare in tutta Italia, con riservo per le aree che dovessero riscontrare eventuali problemi legati all’indice del contagio.

Si potranno raggiungere le seconde case?

Il decreto prevede libertà di spostamento all’interno del territorio regionale senza limitazione alcuna. Dunque, a partire dal 18 maggio si potranno raggiungere le seconde abitazioni, purché siano all’interno della Regione di residenza. Resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza. Sono ancora vietati, invece, gli spostamenti, sia con mezzi pubblici che privati, verso regioni diverse da quella in cui ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute. Per il via libera nazionale la data prevista è il 3 giugno. ‘Rimane il divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena per provvedimento dell’autorità sanitaria’. Leggi anche: Ilaria e Nicolas, fidanzati divisi dal Covid, si rivedono al confine

Le riaperture controllate dai sindaci

Sempre a partire dal 18 maggio, il sindaco potrà disporre la chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico, qualora sia impossibile garantire il rispetto della distanza di sicurezza di almeno un metro. Tutte le attività economiche e produttive, compresi parrucchieri, bar e ristoranti, potranno lavorare nel rispetto dei Protocolli di sicurezza nazionali. Non si esclude che le singole regioni possano adottare protocolli propri, nel rispetto dei principi contenuti nelle linee guida nazionali. Leggi anche: Dal 18 Maggio si torna al ristorante ma con nuove regole post covid

La Lombardia protesta

Più autonomia a Regioni e Comuni dunque. Ma è polemica per i protocolli illustrati dal Comitato tecnico scientifico. Le misure, studiate dai ricercatori dell’INAIL e dell’Istituto superiore di sanità, sono ritenute troppo stringenti. Da qui la necessità del Governo di concedere alle singole regioni la possibilità di adottare propri protocolli, purché aderenti alle linee guida generali. Il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, non cela il disappunto. Non vuole restare indietro alle altre Regioni e sostiene che le linee guida dovrebbero essere uguali per tutti. Si dicono soddisfatti, invece, il presidente del Veneto, Luca Zaia, e il collega del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che vogliono correre sulle riaperture. di Elza Coculo

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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