Coronavirus, verso il nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio: i nuovi parametri

È fissato per domani mattina l’incontro tra Regioni, Anci e Upi per discutere le nuove misure anti-contagio dell’Italia. Si valutano i nuovi parametri proposti dall’Iss.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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È atteso per la mattinata di domani l’incontro con Regioni, Anci e Upi che vede all’ordine del giorno la discussione sulle misure per il nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio.

Alla riunione, voluta dal ministro per gli Affari regionali Boccia, parteciperà in video conferenza anche il ministro della Salute Roberto Speranza.

Secondo quanto riferito da ANSA le misure dovrebbero rimanere le stesse, ma con possibili nuove strette sui criteri di valutazione.

Coronavirus, verso il nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio

A partire dal 16 gennaio le misure anti-contagio per l’Italia dovrebbero rimanere le stesse, ma l’inasprimento dei nuovi parametri di valutazione richiesti dall’Istituto Superiore di Sanità fanno prevedere nuove strette nella Penisola.

Se l’incidenza settimanale dei casi è superiore a 250 positivi ogni 100mila abitanti scatterà in automatico la zona rossa. Questa la proposta dell’Iss, condivisa anche dal Comitato tecnico scientifico e in discussione con le Regioni nell’incontro di domani.

“Il virus continua a circolare e continua ad essere un avversario molto temibile e purtroppo – ha detto il ministro della Salute nel webinar di ieri organizzato da Fimpancora per qualche tempo le misure di mitigazione e le regole sono e resteranno l’arma fondamentale con cui difenderci“.

Leggi anche: Vaccino Covid e fake news: alle bufale risponde l’Istituto Superiore di Sanità

Abbassamento della soglia dell’Rt, sono almeno 5 le regioni a rischio zona arancione

Dpcm in vigore dal 16 gennaio, monitoraggio
Verso il nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio: monitoraggio casi Covid aggiornato al 3 gennaio 2021.

Già nei giorni addietro si era discusso l’abbassamento della soglia dell’Rt per determinare il posizionamento delle regioni nelle diverse fasce, fissando a 1, anziché 1,25, il valore dell’Rt per entrare in zona arancione. E a 1,25 anziché a 1,50 per passare alla zona rossa.

In questo modo rischiano di rimanere in zona arancione ben cinque regioni: Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Calabria, Sicilia. I presidenti delle rispettive hanno già scritto al Governo chiedendo “di fornire doverose e puntuali rassicurazioni circa un’immediata messa in campo di ristori e la loro quantificazione” per impedire “ulteriori penalizzazioni alle categorie colpite e per scongiurare il rischio che interi comparti vengano definitivamente cancellati dalla geografia economica delle nostre Regioni”.

Proposta Iss, zona rossa per incidenza di casi superiore a 250 ogni 100mila abitanti

Secondo gli esperti, l’incidenza è un parametro fondamentale. La soglia ottimale è stimata sui 50 casi ogni 100mila abitanti, l’unica che garantirebbe “il completo ripristino sull’intero territorio nazionale” del contact tracing.

Purtroppo, però, prevedendo anche un peggioramento nel prossimo monitoraggio, sono diverse le regioni che rischiano di rimanere indietro. E in questo senso preoccupa la proposta dell’Istituto Superiore di Sanità che, se confermata, inasprirebbe ulteriormente le misure di valutazione: la zona rossa scatterà automaticamente in quelle regioni dove l’incidenza settimanale è di 250 casi positivi ogni 100mila abitanti.

In questo caso Veneto ed Emilia-Romagna potrebbero finire in zona rossa già alla fine della prossima settimana.

Le misure saranno discusse nella mattinata di lunedì.

Verso il nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio: i dubbi sulle nuove proposte

Rimane prioritaria la necessità di contrastare la diffusione del contagio, dicono i governatori, ma l’automatismo delle nuove proposte al vaglio rischia di penalizzare le Regioni che eseguono un maggior numero di tamponi.

Si arriverà certamente a un compromesso prima di scrivere il nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio, ma nel frattempo, ha detto il ministro Speranza:

Questa è la prima grande sfida: non pensare di aver vinto, tenere altissimo il livello di attenzione e continuare con comportamenti corretti e misure restrittive che sono l’arma fondamentale per la nostra battaglia contro il virus ancora per qualche mese.

Leggi anche: Vaccino Covid, il sottosegretario Zampa: “Obbligatorio per dipendenti pubblici”

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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