Variante Delta in Italia: 81 casi in Lombardia, 12 in Sardegna. Gli esperti: “Da noi è sottostimata”

Variante Delta in Italia: 81 casi registrati in Lombardia, 12 in Sardegna. L'allarme degli esperti: "Da noi la variante è all'1%, ma il dato è sottostimato".

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Variante Delta in Italia: la versione del virus prima chiamata indiana comincia adesso a far preoccupare anche il nostro Paese. Dopo il picco di quasi 50.000 casi in Gran Bretagna, che ha costretto il Premier Johnson a rimandare di un mese le riaperture del 21 giugno, l’allerta si era diffusa pure in Europa, con il direttore europeo dell’Oms, Hans Kluge, che aveva lanciato un monito preciso: la versione indiana del virus era pronta a diffondersi anche in Europa. E l’allarme, già scattato in Spagna e in Francia dopo la scoperta di alcuni casi di variante Delta, adesso si è diffuso ufficialmente anche in Italia.

Nella nostra penisola, la preoccupazione nasce dal rilevamento di 81 casi di variante Delta in Lombardia: 2 sono stati segnalati ad aprile, 70 a maggio e 9 fino ad oggi nel mese di giugno. Mentre altri 12 casi della ex-variante indiana sono stati registrati in Sardegna, assieme pure ad un caso di variante “Eta”, ovvero l’ex nigeriana. Ma c’è davvero da preoccuparsi?

Variante Delta in Italia: 81 casi in Lombardia, 12 in Sardegna

Gli 81 casi di variante Delta rilevati finora in Lombardia sono stati segnalati da fonti interne della Regione. Stando ai numeri, nel mese di giugno, almeno finora, sono stati registrati soltanto 9 casi corrispondenti a tale versione del virus: la tendenza rispetto a maggio sarebbe perciò in calo. Altro dato ottimistico è quello che emerge dalla genotipizzazione, ovvero dal calcolo della presenza della variante Delta sul totale dei casi: essa sarebbe pari all’1,20% dei casi a maggio e all’1,15% a giugno.

Oltre ai casi in Lombardia, altri 12 positivi alla Delta sono stati registrati in Sardegna, assieme pure ad un caso di variante Eta. A comunicare i dati è stato Ferdinando Coghe, direttore del laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologia dell’Aou di Cagliari, che poi ha spiegato all’Ansa: “La situazione per il momento è sotto controllo, non si tratta di un focolaio significativo. A questo quadro si deve aggiungere un problema nel nord Sardegna legato a un volo proveniente dal Regno Unito”.

Variante Delta in Italia: verso la quarantena per chi arriva dal Regno Unito

Variante Delta in Italia: verso la quarantena per chi arriva dal Regno Unito

La situazione della variante Delta in Italia non sembra particolarmente grave. Di certo non è lontanamente paragonabile a quella che c’è in questo momento nel Regno Unito, dove lo scoppio di casi ha neutralizzato la virtuosa campagna vaccinale degli inglesi. Ora la preoccupazione è relativa agli spostamenti, specie agli arrivi dal Regno Unito, tanto che il Premier Mario Draghi, durante la conferenza di fine G7, aveva affermato che in Italia “noi facciamo il tampone a chi entra, ma, se dovessero ricominciare ad aumentare i contagi, anche noi dovremmo reinserire la quarantena per chi arriva dall’Inghilterra”.

Coghe e l’intera Aou di Cagliari, dopo il focolaio di variante Delta scatenato da un volo dal Regno Unito, hanno sottolineato l’importanza decisiva di “controlli effettuati in ingresso, soprattutto dai Paesi con focolai o dove c’è incertezza sul quadro epidemiologico”. Insieme ai controlli in porti e aereoporti, Coghe ha poi evidenziato la necessità del “tracciamento dei positivi per ridurre o azzerare la circolazione del virus”. Al momento, dunque, nel nostro Paese il primato del ceppo di virus più diffuso appartiene ancora alla variante Alpha, quella inglese che, riferisce Coghe, è stata riscontrata in 35 degli ultimi 40 casi sequenziati.

Variante Delta in Italia, gli esperti: “Da noi è all’1%, ma il dato è sottostimato”

Massimo Ciccozzi, membro del Campus Biomedico di Roma, teme che la diffusione della variante Delta sia più ampia di quanto raccontano i dati disponibili. Ha detto: “Il monitoraggio la dà all’1%, ma è un dato sottostimato. Per identificarla serve il sequenziamento del genoma del Coronavirus, un’operazione completa che da noi non viene svolta di frequente”.

E gli ha fatto eco il virologo Fabrizio Pregliasco, che all’Adnkronos Salute ha detto: “Il dato finora è basso, ma probabilmente è sottovalutata. Adesso dovremmo farci più attenzione, il rischio è che in autunno ci sia un rialzo dei contagi, un colpo di coda del virus”.

Leggi anche: Covid-19, la variante Delta spaventa il mondo: i vaccini disponibili possono combatterla?

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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