Vaccino contro tumore al fegato: i risultati sono incoraggianti

Studi riguardanti il vaccino contro il tumore al fegato Hepavac hanno fornito ottimi risultati: nei pazienti aumenterebbe la loro risposta immunologica, oltre a registrare leggeri effetti collaterali.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Un vaccino contro tumore al fegato è stato messo a punto da un team di ricercatori dell’Istituto dei tumori di Napoli, coordinato da Luigi Buonaguro. Si chiama Hepavac e si tratterebbe del primo tentativo di realizzare un vaccino per questo specifico tumore.

Il cancro al fegato rappresenta nel mondo la terza causa di morte per motivazioni oncologiche e questa scoperta potrebbe aprire a nuove prospettive terapeutiche.

I risultati positivi finora ottenuti, e pubblicati sulla rivista americana Clinical Cancer Research, pongono le basi per successivi studi al riguardo, verso un numero di pazienti più grande.

Vaccino contro tumore al fegato: positiva la prima fase di sperimentazione

vaccino contro tumore al fegato_

Per il momento si è verificata una prima fase di sperimentazione del vaccino contro tumore al fegato Hepavac che ha fornito eccellenti risultati, rilevando delle significative risposte immunologiche nei pazienti ed effetti collaterali di minima entità. Oltre al team dell’immunologo Luigi Buonaguro lo studio, che è durato 7 anni, ha coinvolto anche la Germania, la Spagna, il Belgio e il Regno Unito, con 20 pazienti vaccinati degli 80 totali presi in esame.

Il primo ad essere vaccinato nel 2018 è stato un italiano, paziente dell’Istituto Pascale di Napoli, dopo 3 anni dall’inizio degli studi.

Vaccino contro tumore al fegato: come funziona

Il vaccino contiene 16 antigeni selezionati da tumori del fegato e provenienti da centinaia di malati. L’obiettivo è quello di suscitare nei pazienti una risposta immunologica tale, che si è avuta con l’induzione di cellule T specifiche, da contenere lo sviluppo della patologia e di conseguenza ritardare la comparsa del tumore.

Inoltre i dati mostrano anche un aumento del periodo libero da malattia nei soggetti vaccinati.

Va ricordato che i vaccini contro il cancro, come Hepavac, non rappresentano uno strumento di prevenzione ma di cura perché sono diretti verso gli agenti infettivi che possono causare tumori.

Leggi anche: Tumore al collo dell’utero, basta solo una sola dose di vaccino: “Efficace al 97,5%”

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