Perché una tela di Rubens scomparsa e oggi ritrovata vale 5 milioni?

Un quadro inizialmente non attribuito a Rubens comprato a 40.000 dollari sarà venduto oggi ad una cifra di 4-6 milioni. Qual è la storia della tela perduta e ritrovata magicamente due secoli dopo?

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Quanto è importante il concetto di “paternità dell’opera”? Si sa che è sia fondamentale quanto controverso il discorso del diritto d’autore e in questi giorni l’alone di mistero si accerchia attorno alla tela del pittore fiammingo Peter Paul Rubens, un “maestro” dello stile Barocco, amante dei colori vivaci.

Il titolo è San Sebastiano curato da due angeli. Era stata valutata e acquistata precedentemente a 40.000 dollari, ma nell’asta che si terrà alla Old Masters and 19th Century Evening Sale di Sotheby’s a Londra proprio oggi, potrebbe essere venduta a 5 milioni. Perché questa cifra così alta rispetto all’originale molto inferiore?

Il padre dell’opera è Rubens

Nell’opera il santo si trova al centro, quindi, in primo piano, sono messe in risalto le linee morbide e sinuose del corpo nudo, e vi è solo un asciugamano bianco a coprirlo, con le tonalità cromatiche chiare sullo sfondo più scuro e acceso che riecheggiano al manierismo fiammingo. Sebastiano era un ufficiale dell’esercito romano, convertitosi al cristianesimo, che è stato condannato a morte durante le persecuzioni di Diocleziano. Infatti, è legato a un albero e trafitto da frecce, e ci sono gli angeli, però, a soccorrerlo.

San Sebastiano curato dai due angeli ha una vicenda molto travagliata. Infatti, è stata perduta, ritrovata ed è stata attribuita, poi, erroneamente nel 2008 al pittore francese Laurent de la Hyre, anche lui appassionato al manierismo e venduta al prezzo di 40.000 dollari. Perché è comparso solo adesso e perché è stata riconosciuta, sempre solo ora, la paternità a Rubens?

La storia di Sebastiano curato da due angeli

Nel 1600 Rubens si trasferì Italia, prima a Venezia e poi a Mantova alla corte dei Gonzaga dove, grazie al duca Vincenzo I, ha avuto accesso alla sua vasta collezione, studiando per bene l’arte italiana.  Nel 1601 è stato inviato a Roma, occasione in cui si è confrontato con i grandi Maestri, ovvero Michelangelo e Raffaello. Inoltre, durante il suo soggiorno ha realizzato anche opere a carattere religioso per la cappella di Sant’Elena nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme, e anche Il Compianto sul Cristo morto e Il martirio di san Sebastiano, ancora oggi conservati nella capitale.

Rubens, però, tra il 1604 e il 1608, ha avuto dei contatti anche a Genova, soprattutto con Ambrogio Spinola, un nobile che, con molta probabilità, gli ha assegnato il dipinto di Sebastiano curato da due angeli. Sebbene ci siano quadri che testimoniano la loro amicizia, è tornato alla luce solo nel 1655, nel testamento del figlio del nobile, Filippo Spinola. Dov’era in tutto questo tempo? Una possibile spiegazione è data dal fatto che l’opera potesse essere stata ultimata non in Italia, ma ad Anversa, secondo alcuni studiosi, tra il 1609 e il 1610.

Il viaggio di San Sebastiano: dal Belgio al Missouri

Il quadro ha viaggiato tra le mani dei nipoti eredi di Spinola, fino al 1731. Per due secoli le notizie cadono nell’oblio, fino a quando è comparso, quasi magicamente, in una collezione del Missouri. E quando nel 2008 è stato proposto dalla casa d’aste Ivey-Selkirk di Saint Louis il quadro era stato additato come una copia, una riproduzione commissionata da una famiglia aristocratica italiana, i Corsini, esposto alla Galleria Corsini.

E un collezionista, facente fede al fatto che non fosse un originale, lo aveva acquistato per 40.000 dollari, per poi consegnarla al Evening Sale di Sotheby’s, dove oggi è indetta l’asta per la vendita.

Dai Corsini alla reale paternità di Rubens

Ma ad un’attenta analisi ai raggi X, ecco la scoperta: gli esperti hanno notato i numerosi passaggi della mano di Rubens, come ad esempio il santo che inizialmente era dipinto dal lato opposto e anche una freccia si trovava da una parte diversa, o anche che l’armatura è stata aggiunta solo successivamente, perché ci sono dei segni evidenti di un ripensamento.

La tela dei Corsini, a confronto, non ha ricevuto modifiche successive, era stata realizzata così come previsto nello schizzo originale. Gli studiosi, allora, si sono messi subito all’opera, ricercando le intestazioni del San Sebastiano perduto ed erroneamente attribuito a Laurent de la Hyre, e ritrovato poi in Missouri per raggiungere tale obiettivo: porta, adesso, la firma di Rubens, con la stima che si aggira intorno ai 5 milioni di dollari. Chi se lo aggiudicherà?

Leggi anche: Giornata Mondiale dell’Arte: “Buon compleanno Leonardo”

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