Ulivi pugliesi salvati dai cani: addestrati per fiutare la Xylella

Il fiuto dei cani aiuta l’uomo in diversi ambiti. In Puglia i cani sono addestrati a riconoscere gli ulivi malati di Xylella.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Dei cani sono stati addestrati in Puglia per fiutare le piante affette da Xylella. I suddetti animali sarebbero in grado di fiutare le piante affette da tale problematica anche prima che questa si manifesti. Si tratta di una vera e propria task force a quattro zampe, composta da Paco, Ellis, e altri cani molecolari, che sta proseguendo nella fase addestrativa.

Ogni anno infatti milioni di piante di ulivo sono state abbattute a causa di un nemico comune: la Xylella. Fastidioso patogeno in grado di colpire le piante di ulivo, è noto in Italia per aver distrutto gran parte degli ulivi nel Sud e in particolare in Puglia. Il batterio sembra che sia giunto da noi attraverso le piante di caffè importate dall’America Latina.

Cos’è la Xylella

La Xylella è un patogeno fastidioso che colpisce le piante di ulivo. Sono più di cento le sue specie, che colpiscono numerose piante: pesco, agrumi, ciliegi, mandorle e oleandri. Si tratta di un batterio dei Gnam negativi che vive e si riproduce nella linfa delle piante, composta da acqua e sali minerali. La Xilella fastidioso è una specie che infesta le piante di ulivo, trovata in Italia, e che ha distrutto interi uliveti dal 2008, nello specifico in Salento.

Diagnosticarla non è facile perché spesso i risultati negativi giungono quando non si può fare più nulla per la pianta. L’infestazione crea un grave danno, anche economico, perché colpisce gli ulivi pugliesi la cui produzione rappresenta oggi la metà dell’olio italiano. La Xylella infatti si stima che abbia aggredito un terzo dei sessanta milioni di alberi di ulivo che contano l’intera regione.

Cani addestrati per fiutare la Xylella: da chi nasce l’idea e come si è formata la task force

Xylella_cani

Tutto nasce da uno studio sulle enormi capacità dei tessuti olfattivi dei cani. Da sempre impiegati nell’individuare droghe, esplosivi e agenti patogeni, sono stati addestrati nel riconoscere il batterio killer, la Xylella, tramite l’individuazione del suo odore specifico, sia in piante di olivo infette sia in piante artificiali di coltura.

L’idea nasce da un’intuizione di Nicola Di Noia, che ha lavorato per anni come carabiniere a contatto con i cani addestrati a rilevare sostanze tossiche. Partendo da uno studio americano condotto sui cani per individuare i batteri sulle piante di agrumi, Di Noia ha pensato che si potevano fare esperimenti anche sulle piante di ulivi. In collaborazione con l’ENCI, Ente Nazionale della Cinofilia Italiana, insieme a studiosi del CNR, Centro Nazionale delle Ricerche, è stata messa in piedi una squadra di cani, la Xylella Detection Dogs, per fiutare la Xylella sugli ulivi. A occuparsi dell’addestramento è stata Serena Donnini, esperta addestratrice cinofila dell’ENCI.

Leggi anche: Cani bagnino salvano 3 fratellini a Voltri

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Michela Sacchetti
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