Alla scoperta dei tormentoni estivi: perché ci restano in testa e come liberarcene

Insieme all’estate arrivano i tormentoni. Analizziamo cosa sono, quali caratteristiche li rendono così orecchiabili e come sono cambiati nel corso del tempo.

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Che la si ami o la si odi, l’estate è da sempre la stagione che definisce il nostro concetto di tempo, lo spartiacque tra una fase della vita e l’altra, un contenitore variegato di possibilità: da una parte i viaggi, le serate luminose e i pomeriggi di dolce far niente, dall’altra il caldo torrido, le zanzare e… gli immancabili tormentoni!

Quest’ultimo aspetto sembra essere ciò a cui è davvero impossibile sfuggire. Non importa quanto ci si barrichi in casa, in ufficio o su un eremo al riparo dal mondo, l’assillo musicale di turno ci troverà e ci contaminerà.

Ma in che modo un tormentone riesce a farsi spazio tra i pensieri dei malcapitati ascoltatori fino a prenderne possesso in maniera così prepotente? Quali sono le caratteristiche che lo definiscono e – soprattutto! – esiste un modo per liberarsene?

In questo articolo esamineremo le caratteristiche dei tormentoni, la loro evoluzione e come utilizzarli a nostro vantaggio.

Cosa sono i tormentoni

Persistenti, accattivanti, spesso frivoli, i tormentoni non sono una novità degli ultimi anni né una peculiarità esclusiva dell’estate. La loro capacità di infilarsi in testa e restarci è un modo sapiente e ragionato di far leva sul concetto di earworm, letteralmente tarlo dell’orecchio, un modo efficace di descrivere il loop mentale che si genera quando si ha un motivo in testa che non lascia tregua.

Un tormentone è una melodia o una canzone costruita sfruttando una precisa serie di caratteristiche che la rendono orecchiabile, facile da imparare e in grado di stimolare rapidamente una risposta emotiva.

Si tratta di modelli compositivi utilizzati in diversi campi. Un esempio perfetto è quello pubblicitario: i celeberrimi jingle sono motivetti pensati e realizzati al preciso scopo di essere ricordati, che lo si voglia o no, spesso anche a distanza di epoche.

Se ben sfruttato, l’earworm può diventare un alleato dell’apprendimento, grazie alla possibilità di creare canzoncine ad hoc per memorizzare nozioni o informazioni che non si riescono a ritenere altrimenti.

Caratteristiche dei tormentoni

Le caratteristiche che accomunano la maggior parte dei tormentoni sono facilmente identificabili e possono essere identificate come segue:

  • Ritmo: generalmente veloce e coinvolgente, i tormentoni fanno facilmente presa sull’umore. Non è insolito l’uso di ritmi sincopati, che generano un effetto inaspettato sul cervello e aumentano il groove.
  • Melodia: ritornelli con note lunghe e sostenute, o veri e propri cori da stadio, hanno un effetto ipnotico sul cervello.
  • Struttura: una struttura melodica prevedibile rende il tormentone ripetitivo quel tanto che basta per infilarsi in testa.
  • Testi: testi semplici da ricordre, rime baciate se necessario, e immagini in grado di generare una risposta emotiva immediata rendono i tormentoni indimenticabili… almeno per qualche settimana

A ciò si aggiungono operazioni di marketing e accordi tra le case editrici e le emittenti, in virtù dei quali lo stesso pezzo viene trasmesso in radio anche svariate volte al giorno, diventando inevitabilmente un successo commerciale.

Perché i tormentoni sono così associati all’estate?

Un ulteriore fattore che contribuisce alla creazione di un earworm è l’impegno mentale attivo nel momento in cui ascoltiamo il tormentone. Se la mente è a riposo, è più probabile che il motivo ci resti in testa. Ecco perché spesso ci ritroviamo a combattere internamente con una canzoncina ascoltata mentre ci allenavamo o facevamo la spesa.

Ed è per questo che l’estate è la stagione dei tormentoni: sebbene motivi orecchiabili vengano prodotti tutto l’anno, le ferie estive, i weekeend fuori porta e una generale propensione alle uscite serali fanno sì che l’estate sia, di per sé, una stagione più leggera… e l’earworm è dietro l’angolo!

3 modi per liberarsi di un tormentone

E veniamo alla domanda che tutti, talvolta in preda alla disperazione, ci siamo posti: come fare per liberarsi di un earworm? Fortunatamente per noi, esistono tecniche efficaci per zittire quel motivetto insistente deciso a farsi colonna sonora della nostra giornata. Ecco 3 modi per liberarsi da un tormentone:

  1. Masticare del chewing gum. Quest’atto, all’apparenza del tutto scollegato dal problema, genera un movimento ritmico della mascella che coinvolge le stesse aree cerebrali interessate dall’earworm, costringendo la mente a rimpiazzarlo con altro
  2. Dedicarsi a qualcosa di mentalmente impegnativo. Che si tratti di una conversazione profonda o un’attività che richiede attenzione, direzionare le proprie risorse mentali altrove costringe il cervello a rivedere le sue priorità
  3. Ascoltare altro. Se nient’altro funziona, la soluzione può essere un semplice chiodo scaccia chiodo: l’ultima spiaggia è rimpiazzare il tormentone poco gradito con un’altra canzone più vicina ai nostri gusti!

Come si sono evoluti i tormentoni estivi

Origini, dagli anni ‘60 agli anni ‘80

Il concetto di tormentone è stato introdotto negli anni ‘60 per definire le hit estive che venivano passate a ripetizione in radio. Il primo pezzo ufficialmente etichettato come tormentone estivo fu Legata a un granello di sabbia di Nico Fidenco e, da quel lontano 1961, l’evoluzione del tormentone ha vissuto diverse fasi.

Se, negli anni ‘60 e ‘70, le hit estive erano un fenomeno popolare ma fondamentalmente gestibile, negli anni ‘80 si verificò una vera e propria esplosione di tormentoni, anche grazie ad artisti iconici come Sabrina Salerno, Ivana Spagna o Donatella Rettore, che riscrissero il concetto di musica commerciale in un periodo in cui i mass media cominciavano a diffondersi in maniera capillare.

Il cambio di rotta degli anni ‘90

Ma è stato negli anni ‘90 che il fenomeno tormentone è diventato così rilevante da meritare di essere analizzato e studiato, grazie anche alla popolarità di emittenti come MTV e alla riscoperta di eventi come il Festivalbar, che in quel periodo visse una vera epoca d’oro.

Il badge di tormentone che, fino a questo momento, era riservato soprattutto ad artisti e pezzi italiani, cominciò ad essere assegnato anche ad artisti internazionali. Nell’ultimo decennio del XX secolo, tormentone estivo era sinonimo di due cose: eurodance prima e musica latina poi, due generi che definirono le estati del periodo.

Gli anni 2000 e l’ascesa del reggaeton

A partire dagli anni 2000, la definizione di tormentone estivo è stata nuovamente rielaborata a seguito dell’ascesa del reggaeton e a tutto ciò che da esso, nel bene e nel male, è stato ispirato.

Questo grazie anche all’utilizzo smodato del dembow, una costruzione ritmica ispirata alla musica caraibica che – con il suo martellante tum, pa-tum-pa, tum – sembra davvero fatta apposta per infilarsi in testa e non uscirne più.

Il destino dei tormentoni nel lungo termine

Come ogni fenomeno che si rispetti, non tutti i tormentoni sono destinati a fare la storia, ma qualche volta ci riescono. I risultati per gli artisti possono variare.

Alcuni musicisti diventano dei veri e propri specialisti del tormentone, come Ricky Martin che, a cavallo tra i ‘90 e i 2000, era in grado di sfornare una hit all’anno, al punto da diventare il protagonista di siparietti comici e battute a tema.

Altri si rivelano sfavillanti meteore, dimenticate come i loro un tempo onnipresenti pezzi, esauritisi nell’arco di una stagione indipendentemente dalla fama raggiunta, come nel caso delle Las Ketchup e la loro Aserejé, o di Valeria Rossi e le sue Tre parole.

Altri ancora spariscono ma generano delle one-hit-wonder ricordate anche a distanza di anni, diventando per sempre quello di…, un destino, se non altro, meno gramo rispetto al totale oblio, come è accaduto alle 4 Non Blondes con What’s Up.

15 tormentoni estivi che hanno resistito alla prova del tempo

Ma quali sono i tormentoni che hanno superato la prova del tempo, consacrandosi come colonna sonora di più di una semplice stagione estiva?

Di seguito analizzeremo quelle che, tra le hit degli ultimi decenni, vengono ancora riproposte e ascoltate, naturalmente prendendo in considerazione soltanto i tormentoni veri e propri, quelli trasmessi a ripetizione dalle radio al punto da definire la loro annata, al di là del loro valore artistico e musicale.

1. Legata a un granello di sabbia (Nico Fidenco, 1961)

Il primo tormentone della storia è una ballata caratterizzata da un’esecuzione ricercata ed elegante che, seppur meno popolare ora rispetto a qualche anno fa, è ancora in grado di richiamare alla mente lidi assolati e tramonti malinconici.

2. Splendido Splendente (Donatella Rettore, 1979)

Un brano quasi profetico sull’ossessione per l’immagine e la chirurgia estetica che divenne un successo commerciale immediato e ancora oggi celebrato.

3. Un’estate al mare (Giuni Russo, 1982)

Uno dei brani che hanno definito il concetto stesso di estate italiana vanta, tra gli autori, le firme di Franco Battiato e Giusto Pio. Dietro un motivetto all’apparenza leggero e spensierato, si nasconde una sorprendente complessità delle liriche e interessanti scelte ritmiche e di arrangiamento.

4. Boys (Sabrina Salerno, 1987)

Di tutt’altra levatura è invece la hit più nota della showgirl italiana simbolo del suo decennio. Un tormentone più vicino al concetto di hit estiva: ritmo coinvolgente, testo leggero e un arrangiamento che porta con sé il marchio inconfondibile del suo tempo.

5. What is Love (Haddaway, 1993)

Il più ascoltato, il più riproposto, il più memato pezzo dell’epoca d’oro dell’eurodance si è guadagnato una popolarità che resiste alla prova del tempo anche grazie all’originalità delle idee stilistiche e musicali alla sua base, che fecero da ispirazione a molti altri pezzi del periodo.

6. Macarena (Los del Rio, 1993)

Probabilmente uno dei pezzi più divisivi presente in questa lista, il brano dei Los del Rio ha avuto il merito – o la colpa – di aver reso universalmente popolari i famigerati balli di gruppo, croce e delizia di ogni celebrazione estiva che si rispetti e, per questo motivo, non poteva mancare tra i tormentoni che resistono all’oblio.

7. Scatman, Ski-Ba-Bop-Ba-Dop-Bop (Scatman John, 1994/95)

Cosa ci fa in una playlist estiva un brano che, per il pubblico italiano, è associato soprattutto al fenomeno dei cinepanettoni? Rilasciato inizialmente nel novembre 1994, il pezzo fu riemesso in occasione dell’estate 1995 diventando un cult, anche grazie alle notevoli qualità vocali dell’interprete, Scatman John, al secolo John Paul Larkin, e al suo utilizzo sopraffino dello scat.

Lo scat è una tecnica tipica del jazz che consiste nell’improvvisare vocalizzi e melodie utilizzando sillabe e fonemi senza senso, da lui padroneggiata in maniera eccellente. La sua morte improvvisa, sopraggiunta pochi anni dopo, contribuì ulteriormente a consacrarlo al grande pubblico.

8. Wannabe (Spice Girls, 1996)

In un’era dominata dalle boy band, l’estate del 1996 vide un prepotente ribaltamento dei ruoli quando cinque ragazze britanniche, dopo diversi malriusciti tentativi di fare carriera nel mondo musicale, decisero di mettersi insieme e reclamare la scena musicale in nome del girl power. Il resto è storia.

9. Barbie Girl (Aqua, 1997)

Coloratissimi e insospettabilmente originali, gli Aqua non hanno fatto la storia della musica, ma sono riusciti a creare un pezzo per certi versi eterno, che ha visto diverse reinterpretazioni ed è stato omaggiato in più di un occasione a distanza di anni.

10. L’amour tojours (Gigi D’Agostino, 1999)

Probabilmente il pezzo più noto del dj nostrano, L’amour tojours non ha definito soltanto la sua generazione, ma ha resistito al tempo ed è tuttora apprezzato anche dai più giovani, oltre ad aver ispirato numerose rielaborazioni in diversi generi musicali.

11. Livin’ la vida loca (Ricky Martin, 1999)

Non poteva mancare un pezzo iconico direttamente dal re dei tormentoni estivi, brano che ancora riesce a far scatenare le folle e che è stato più volte rilanciato e reinterpretato da artisti altrettanto iconici, come Antonio Banderas ed Eddie Murphy nel film Shrek 2.

Leggi anche: Canzoni sull’autunno: 30 pezzi italiani e stranieri da ascoltare in questa stagione

12. Dragostea Din Tei (Haiducii, 2004)

Traducibile con L’amore sotto i tigli – anche se, per il pubblico italiano, resterà sempre nu ma nu ma iei – nell’estate del 2004 spopolò anche grazie al fatto di essere cantata in una lingua, il Rumeno, che raramente si aveva occasione di ascoltare in radio. Forse anche per questo è ancora oggi considerata un pezzo iconico, che ha visto più di una reinterpretazione, come quella in chiave metal piratesco dei Feuerschwanz.

13. Destination Calabria (Alex Gaudino feat. Crystal Waters, 2007)

Prima di Mr. Saxobeat e di Run Away, c’era Destination Calabria. Un pezzo che forse in molti ricorderanno soprattutto per il video, oltre che per il sax martellante, ma che ancora si presta a reinterpretazioni, citazioni e ricondivisioni.

14. I Gotta Feeling (Black Eyed Peas, 2009)

In un oceano di reggaeton, che viveva il suo periodo d’oro e veniva rispolverato in maniera sempre più prepotente ogni estate, i Black Eyed Peas si fecero strada con un pezzo che, oltre a essere orecchiabile, ballabile e cantabilissimo, era anche ben scritto e ben realizzato.

15. Despacito (Luis Fonzi Feat. Daddy Yankee, 2017)

Ed eccoci al secondo pezzo più divisivo di questa selezione. Detestato nella stessa misura in cui è stato riproposto dalle radio a suo tempo, Despacito è probabilmente la definizione stessa di tormentone estivo. In molti avremmo voluto rientrasse nella categoria meteore. Invece, contro ogni previsione, ce la ricordiamo ancora molto bene, fosse anche solo per le parodie e le caricature ad essa dedicate e ispirate.

Leggi anche: 25 canzoni sull’inverno che non possono mancare nella tua playlist

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