Nel momento di più alta tensione nel dialogo tra governo e Regioni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella richiama le istituzioni alla responsabilità collettiva e a “una più stretta collaborazione” tra le parti. In vista del prossimo Dcpm divisioni e recriminazioni minano la stabilità del Paese, già in evidente in difficoltà. Questo il monito del presidente Mattarella che, in video-conferenza con i rappresentanti della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini e Giovanni Toti, ricorda il “ruolo decisivo delle Regioni nell’affrontare la pandemia”. Mattarella non è entrato nel merito delle misure da adottare, perché non di sua competenza, ma con il suo intervento ha voluto contribuire a distendere il dialogo tra governo e Regioni, finito in una pericolosa impasse.
Dialogo tra governo e Regioni: interviene Mattarella
La tensione nel Paese cresce e il nuovo Dpcm ancora non vede luce. Proprio per questo motivo il presidente Mattarella nell’incontro con Boccaccini e Toti, rispettivamente presidente e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, ha parlato del loro “ruolo decisivo” e ha auspicato a “una più stretta collaborazione” tra istituzioni per non rischiare una pericolosa impasse. Ma di fatto un accordo tra governo e Regioni ancora non c’è. Conte propone misure diversificate e “tre aree per altrettanti scenari di rischio”, spiegando ai governatori che “l’inserimento di una Regione all’interno di una delle tre aree avverrà con ordinanza del ministro della Salute e dipenderà oggettivamente dal coefficiente di rischio raggiunto dalla Regione”. Molti governatori, però, si dicono in disaccordo e anzi sostengono che “servono piuttosto misure nazionali robuste”.
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Le Regioni chiedono “misure nazionali robuste”
Il governatore della regione Campania Vincenzo De Luca, tra i più agguerriti di tutti nella Conferenza, ha parlato di “misure di prevenzione e contenimento del contagio semplici e di carattere nazionale, tendenti all’obiettivo”, ritenendo questa strada più utile rispetto alla scelta di limitare mobilità e assembramenti. Anche il presidente della regione Puglia Michele Emiliano, e i presidenti di Regione del centrodestra, hanno espresso perplessità sul metodo scelto dal governo. Divide anche il tema scuola: mentre il governo sceglie la didattica a distanza al 100% per le superiori, il presidente della Liguria risponde: “Sarebbe un disastro. Porterebbe a un’espansione dell’epidemia, non a una contrazione”.
Insomma, l’autonomia tanto rivendicata dalle Regioni ora viene rinnegata e si preferisce lasciar scegliere il premier, ma senza appoggiarlo, visto che a prevalere tra i governatori è stata la richiesta di attuare misure omogenee sul territorio nazionale, senza diversificazioni dettate dall’andamento dei contagi.
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