Talebani: “Stop a droga e terrorismo, tuteleremo le donne”. 2 milioni di profughi in arrivo in Europa

La prima conferenza stampa dei talebani fa presagire una svolta moderata, ma i cittadini continuano a fuggire dall'Afghanistan: l'Europa attende l'arrivo di due milioni di profughi.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Kabul: si è tenuta in serata la prima conferenza stampa dei talebani, che hanno così dichiarato apertamente le proprie intenzioni. Dopo 20 anni di lotte abbiamo liberato l’Afghanistan ed espulso gli stranieri, queste le parole che hanno inagurato la conferenza. E subito dopo il portavoce Zabihullah Mujahid ha chiarito che sarà forte l’impegno “per i diritti delle donne all’interno della Sharia, lavoreranno di fianco con noi, non ci saranno discriminazioni”. Donne che dovranno comunque indossare l’hijab, ma non il burqua (il primo, a differenza del secondo, lascia il viso della donna scoperto) e che potranno accedere all’istruzione, compresa l’università.

Svolta moderata per i talebani, sembrerebbe, resa ancor più evidente dalla decisione degli insorti di concedere l’amnistia per i funzionari statali, che potranno tornare normalmente al lavoro. Queste sono le promesse dei talebani, che non vogliono più avere “nemici interni o esterni”, in modo che “l’Afghanistan non sia più un campo di battaglia”.

Conferenza stampa dei talebani: “L’Afghanistan non sarà una minaccia, basta discriminazioni”

Conferenza stampa dei talebani: "L'Afghanistan non sarà una minaccia, basta discriminazioni"

I talebani non sono gli stessi di 20 anni fa. Qualcosa è cambiato ed è questo il messaggio che emerge dalla conferenza stampa tenutasi appena due giorni dopo la presa della capitale afghana, Kabul. Mujahid ha ripetuto più volte quanto promesso nei giorni precedenti: “L’Emirato islamico dell’Afghanistan promette a tutti i Paesi del mondo che l’Afghanistan non sarà una minaccia per nessun Paese. C’è una differenza nelle azioni che intraprenderemo”. Niente più combattimenti, spazio ai diritti (specie a quelli delle donne) e più tolleranza nei confronti dei media. Suhail Shaheen, altro portavoce talebano, in collegamento da Doha (capitale del Qatar e teatro dei negoziati sul nuovo assetto di potere in Afghanistan), ha dichiarato ai microfoni di Sky News:

Chiedo ai governi di tutto il mondo di rispettare le legittime aspirazioni del popolo afghano, che ha dato la vita per la libertà.

Crediamo nella libertà di parola, nel diritto all’educazione e al lavoro e nel fatto che tutti dovrebbero essere uguali di fronte alla legge, senza discriminazioni.

Interrogato poi sulle terribili immagini dei civili che precipitano dall’aereo Usa in partenza da Kabul, Shaheen ha negato che l’arrivo dei talebani possa essere stato la causa di quella folle fuga: “Le persone scappano dall’Afghanistan perché è un Paese povero” ha affermato.

Talebani: “Basta oppio. Il governo precedente? Pensava solo a riempirsi le tasche”

Mujahid, comparso per la prima volta davanti le telecamere proprio in occasione della conferenza stampa, ha sottolineato la necessità dell’avanzata talebana a Kabul, dato che “il governo precedente era così incompetente che le sue forze di sicurezza non potevano far nulla per garantire la sicurezza, perciò dovevamo fare qualcosa, entrare a Kabul per garantire la sicurezza dei residenti”. Tranquillizzando la comunità internazionale su potenziali alleanze con i terroristi di al Qaeda, Mujahid ha sottolineato come “il suolo dell’Afghanistan non verrà usato contro nessuno.

Con i talebani al potere, si dovrà dire addio sia alle coltivazioni del papavero di oppio, di cui l’Afghanistan rappresentava il centro principale, sia al traffico di stupefacenti. Le perdite dovute alla fine del commercio di oppio dovranno necessariamente essere sostituite da un’alternativa altrettanto remunerativa, per la cui ricerca sarà necessario il massimo sostegno della comunità internazionale, con la quale “non vogliamo avere problemi, perciò nessuno sarà danneggiato” è tornato ad affermare Mujahid. Che ha pure sottolineato che i talebani abbiano “il diritto di agire secondo i propri principi religiosi: gli afghani hanno il diritto di avere le proprie regole in accordo con i nostri valori”.

Concetto ribadito dallo stesso Shaheen, che ha detto: “Noi vogliamo quel che vuole la gente, i nostri desideri sono simili. Siamo molto più vicini al popolo rispetto a loro (al governo di Ghani e all’esercito regolare afghano, ndr). Il governo precedente pensava solo a riempirsi le tasche”. Esprimendosi poi sulle alleanze internazionali, Shaheen ha chiarito come l’Afghanistan non faccia parte di alcuna alleanza militare, ma che abbia comunque “buone relazioni con Pakistan, Cina e Russia”.

Svolta moderata dei talebani, ma l’Europa teme una crisi migratoria: previsti due milioni di profughi

Svolta moderata dei talebani, ma l'Europa teme una crisi migratoria: previsti due milioni di profughi

Nonostante le dichiarazioni moderate dei talebani, la presa di Kabul ha inevitabilmente creato un pressione migratoria sull’Europa che sarà evidente nei prossimi giorni. Nei corridoi diplomatici si è parlato di due milioni di cittadini pronti a fuggire dall’Afghanistan, come testimoniano le immagini dall’areoporto di Kabul che hanno fatto ormai il giro del web. L’intero Paese è teatro di tentativi di fuga ed è questa la principale preoccupazione delle cancellerie europee. La rotta balcanica sarà la corsia che molti afghani sceglieranno per fuggire verso l’Europa.

Alcuni profughi tentano di superare il confine a piedi: a nord gli afghani provano la strada verso l’Uzbekistan, dove è attualmente rifugiato Ghani, mentre a sud si viaggia verso il Pakistan. L’Europa ha paura della rotta a ovest, quella che conduce all’Iran, paese con cui le città afghane più occidentali (come Herat) hanno importanti rapporti commerciali: da qui i profughi si sposterebbero in Turchia, per poi provare ad arrivare in Europa. E l’ipotesi non è di certo remota, ma già una realtà: come riportato da IlGiorno, dall’inizio dell’avanzata talebana Ankara avrebbe contato l’ingresso di circa 100mila profughi afghani, ma in Iran ce ne sarebbero molti di più.

Angela Merkel, in vista del voto a settembre, sta tracciando una via intermedia: aiutare i Paesi che confinano con l’Afghanistan, in modo da non far arrivare i profughi in Europa. La linea di Berlino è condivisa dall’Austria e da molte altre potenze Ue, ma il presidente dell’europarlamento David Sassoli ha sottolineato quanto sia un diritto legittimo quello di poter presentare domanda di asilo in territorio comunitario, posizione condivisa dal commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni, che ha affermato come “l’Europa inevitabilmente dovrà attrezzarsi per corridoi umanitari e accoglienze organizzate”.

Svolta moderata dei talebani, ma l’Europa teme una crisi migratoria, Salvini: “Nessuno ci parli di accogliere migliaia di afghani”

In Italia, il sindaco di Prato Matteo Biffoni, delegato Anci per l’Immigrazione, ha assunto una posizione chiara: “I sindaci italiani sono pronti a fare la loro parte nell’accogliere le famiglie afghane. Non c’è tempo da perdere, sappiamo bene come i civili che hanno collaborato con le nostre missioni siano oggi in forte pericolo, soprattutto donne e minori. Il Governo si sta muovendo per salvare vite umane, attraverso l’azione delle prefetture sul territorio e i sindaci mettono a disposizione la propria esperienza, per questo abbiamo scritto al ministro dell’Interno Lamorgese e abbiamo avvisato il Ministero della Difesa”.

Ma è arrivato il netto no del leader della Lega Matteo Salvini: “Accogliere chi ha collaborato con la nostra ambasciata è doveroso, ma che nessuno ci venga a parlare di accogliere migliaia di afghani. In Italia abbiamo accolto 35mila clandestini, gli altri Paesi europei facciano il loro”. Nel frattempo, la pressione migratoria sull’Europa diverrà sempre maggiore: è arrivato il momento di adottare una strategia comune e condivisa.

Leggi anche: Afghanistan, il fallimento della folle guerra da 3mila miliardi: cosa succederà adesso?

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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