Superbonus, cosa succederà adesso? Meloni: “È costato 2mila euro a ogni italiano”

Sul Superbonus la Premier Meloni non è disposta a fare nessun passo indietro: bisogna salvare i conti dello Stato. Cosa succederà?

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Sono momenti concitati dentro e fuori la maggioranza. Il nodo, intricatissimo, è quello del Superbonus e la Premier Meloni non è disposta a fare nessun passo indietro: bisogna salvare i conti dello Stato.

In questo senso va letto lo stop alla cessione del credito e dello sconto in fattura, provvedimenti presi lo scorso 16 febbraio dal titolare del Mef Giancarlo Giorgetti e ispirati al precedente dietrofront di Mario Draghi, che però fu fermato dalla contrarietà dei partiti.

Certo, anche stavolta Pd e M5S si sono opposti alla decisione del Governo e hanno alzato le dovute barricate. Ma a mettersi di traverso è stata pure Forza Italia, che così facendo ha scosso (e non poco) la maggioranza.

Superbonus, scontro nella maggioranza. Ma Meloni apre a modifiche

A riassumere le richieste del partito di Silvio Berlusconi è stato ieri il senatore forzista Maurizio Gasparri, che in un’intervista a La Repubblica ha invitato la Presidente del Consiglio Meloni a non mettere la fiducia sul decreto relativo al Superbonus o, almeno, a metterla dopo la revisione operata dalle commissioni in Parlamento.

Gli azzurri auspicano che “si possano attivare dei meccanismi per continuare la cessione dei crediti dei lavori già avviati tutelando al massimo imprese e famiglie”. Come? “Ad esempio – spiega Gasparri – utilizzando i fondi del credito d’imposta che sono già nella pancia delle banche, oppure mettendo sul mercato questi crediti attraverso operazioni di brokeraggio”.

Alla fine, Meloni ha assecondato le richieste di un dibattito parlamentare, tanto che il Cav stamane è arrivato a definire “giustificato” il percorso del Governo sul Superbonus.

Superbonus, lo stop alla cessione del credito d’imposta e allo sconto in fattura

Insomma: il Governo Meloni teme che la questione del Superbonus possa trasformarsi a breve in un boomerang. Soprattutto perché, in piena campagna elettorale, la leader di FdI affermava di essere pronta a “tutelare i diritti del Superbonus e a migliorare le agevolazioni edilizie”.

Poi, la presa di coscienza e la decisione non più rinviabile: la troppa libertà sulla cessione dei crediti di imposta aveva portato a dannose truffe ai danni dell’erario. In più, era arrivato pure l’ammonimento di Eurostat. E la conseguente scelta di non permettere più di cedere il credito di imposta né di applicare sconti in fattura, ma di far scalare il primo direttamente dalle tasse, solo in forma di detrazione.

Le imprese e il nodo dei 15 miliardi di euro di crediti incagliati

Dunque, è chiaro che il Governo non voglia eliminare il Superbonus, che rimane al 90%, ma solo la possibilità di cessione dei crediti e dello sconto in fattura. Il problema adesso è delle imprese, che confidavano nello sblocco di almeno una parte dei 15 miliardi di euro di crediti incagliati. In questo senso va letto l’incontro di oggi alle 15 a Palazzo Chigi tra Governo, banche e imprese.

Due le ipotesi al vaglio per sciogliere il nodo: la cartolarizzazione, che consiste nel cedere i crediti maturati a una società che emette obbligazioni da collocare sul mercato e quindi presso investitori istituzionali, ipotesi che però non convince i tecnici del Tesoro.

Oppure la seconda, ovvero l’intervento delle banche attraverso la compensazione dei crediti di imposta con gli F24 delle tasse raccolte per i clienti.

Meloni: “Superbonus è costato 2mila euro a ogni cittadino”

A spiegare motivi, decisioni e intenti futuri del Governo sul Superbonus è stata proprio Giorgia Meloni che, durante la sua ormai consueta rubrica social “Gli appunti di Giorgia”, ha detto:

Se lasciassimo il Superbonus così com’è, non avremmo soldi per fare la Finanziaria. Altro che taglio del cuneo fiscale, scordiamoci tutto. Sono state moltissime le truffe, per circa 9 miliardi di euro.

Vogliamo spingere le banche e tutti gli attori che possiamo coinvolgere ad assorbire i crediti che sono incagliati, che nessuno vuole prendere. E abbiamo definito meglio la responsabilità di chi deve prendere quel credito.

Il Superbonus è costato a ogni singolo italiano circa 2mila euro, anche a un neonato o a chi una casa non ce l’ha. Non era gratuito, il debitore è il contribuente italiano.

Leggi anche: Cresce l’allarme per l’influenza aviaria in Italia: “Numero di focolai senza precedenti”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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