Caso Soumahoro, chiusa inchiesta su moglie e suocera: “Spesi due milioni di euro in vestiti di lusso”

Chiusa l'inchiesta su moglie e suocera di Soumahoro. Il legale delle donne ha presentato di contro una memoria difensiva, che contesta solo il danno erariale.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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L’inchiesta sulla gestione delle coop che si occupavano di migranti si è chiusa e ora Liliane Murekatete, la moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, la suocera, Marie Therese Mukamitsindo, e altre quattro persone, rischiano il processo.

La Procura di Latina ha notificato ai sei indagati per reati fiscali l’atto di chiusura delle indagini che precede la richiesta di rinvio a giudizio. Murekatete, in particolare, è accusata di evasione dell’imposta sui redditi. Inoltra la Procura ha disposto anche il divieto temporaneo, per un anno, di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche. Da parte del deputato c’è sempre stato un atteggiamento di difesa e tutela per le donne della sua famiglia. Riguardo alla moglie inizialmente aveva dichiarato

Mia moglie è attualmente disoccupata, è iscritta all’Inps, non possiede allo stato attuale nessuna cooperativa.

Quando l’ho conosciuta lavorava già nell’ambito dell’accoglienza. Parlate con mia suocera, chiedete a lei che è proprietaria della sua cooperativa, e io sarò il primo ad andare lì, a lottare, a scioperare con i dipendenti e difendere i loro diritti.

Caso Soumahoro: “Spregiudicatezza nella gestione e acquisto dei beni”

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Per i familiari di Aboubakar Soumahoro, il deputato ed ex sindacalista dei braccianti eletto con l’Alleanza Verdi e sinistra e poi passato al gruppo misto, compreso il fratello di Liliane Michel Rukundo, tutti amministratori della cooperativa sociale Karibu, non si prospetta nulla di buono. Tra gli indagati anche Richard Mutangana, Ghislaine Ada Ndongo e Christine Kabukoma.

Le accuse, oltre ai maltrattamenti da parte degli ex ospiti, comprendono inadempienze nella gestione dei fondi mediante dichiarazioni e uso di fatture false, emesse dal Consorzio Aid e dalla cooperativa Jambo Africa, per un totale di quasi 700 mila euro di Ires e Iva tra il 2015 e il 2019. Negli atti dell’indagine si legge:

Spregiudicatezza e opacità nella gestione degli ingenti fondi assegnati alla cooperativa sociale… in parte non rendicontati e in parte utilizzati per scopi apparentemente estranei allo scopo sociale: acquisto di beni presso negozi di abbigliamento di lusso tra cui Ferragamo a Roma.

Nei documenti si fa riferimento anche a un “utilizzo dei fondi, anche all’estero, ancora non chiariti”, oltre a far riferimento al fatto di aver mostrato “un’elevata spregiudicatezza criminale nell’attuare un programma delinquenziale, a gestione familiare, protratto nel tempo”.

Caso Soumahoro: la difesa dell’avvocato Borrè

L’avvocato della moglie di Soumahoro, Lorenzo Borrè, in difesa della sua assistita ha così dichiarato, come riportato da Il Fatto Quotidiano:

La notizia della conclusione delle indagini sulla cooperativa Karibu ha portato alla pubblicazione di articoli che non forniscono una corretta rappresentazione del quadro accusatorio e che in diversi casi veicolano assunti che non trovano riscontro nell’avviso notificato dalla Procura di Latina.

Aggiunge l’avvocato: “E invero l’unica condotta che si contesta a Liliane Murekatete è quella di aver provocato un danno erariale da 13.368 euro, conseguente all’asserita violazione dell’obbligo di controllo della dichiarazione dei redditi presentata nel 2020 dalla presidente della Karibu, e specificamente per non aver controllato che nella dichiarazione non fossero riportate fatture pagate alla Jambo Africa, onere di cui Liliane Murekatete era gravata, ma che la nostra linea difensiva contesta e in relazione alla quale in data odierna è stata depositata una memoria difensiva di 11 pagine”.

La suocera e il cognato di Soumahoro hanno fatto ricorso al Tribunale del Riesame di Roma, che a febbraio ha confermato la misura. I giudici, nello specifico, hanno motivato la loro decisione soprattutto a ragione del sistema poco opaco riguardo alla gestione dei fondi per l’acquisto di beni di lusso nei negozi di abbigliamento, tra cui Ferragamo a Roma.

Leggi anche: Chi è Liliane Murekatete, moglie di Soumahoro che non vuol essere chiamata Lady Gucci

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