Slam Poetry, cos’è, come funziona e perché è amata dai giovani?

Tutto sulla Slam Poetry. L'intervista a Giulia Sara Arcovito, autrice e performer tra i più attivi della scena slam italiana, fondatrice, insieme ad altri poeti, del collettivo romano “WOW – Incendi Spontanei”.

Francesco Cannavà
Francesco Cannavà
Nasconde al suo interno una vasta gamma di sfumature e di interessi. Prova a restituire questa affascinante complessità che rende meravigliosa la vita, attraverso i film che realizza per ARTE, Rai, Sky, WDR e gli articoli di cultura e spettacolo per Il Digitale.
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Oggi parliamo di Slam Poetry.

“Che cos’è la poesia?”, domandava il professor Keating, interpretato da Robin Williams in una delle sue più ispirate performance attoriali, nel film “L’Attimo Fuggente” diretto da Peter Weir. E nel silenzio generale della classe, avvicinandosi ai banchi dei suoi studenti, li aiutava a trovare una risposta:

Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino ma perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione.

Era il 1989 e “La Setta dei poeti estinti” – il titolo originale del film – fu un inaspettato successo globale di pubblico e di critica. Incassò 235 milioni di dollari e vinse premi in tutto il mondo, tra questi l’Oscar alla migliore sceneggiatura originale. Uno di quei rari casi in cui il cinema classico hollywoodiano si mette a servizio di una storia, profonda e toccante, che ci aiuta a riflettere su alcuni temi importanti per le giovani generazioni.

Trentacinque anni dopo, nonostante i cambiamenti generati dalla società liquida e dallo spazio virtuale, la poesia è ancora uno degli strumenti preferiti dai giovani per parlare di sé, delle proprie ferite, delle distanze da rimarcare rispetto alle precedenti generazioni, di demoni, di sogni e di diritti. E ha un nuovo nome: Slam Poetry.

Slam Poetry, viaggio nella poesia performativa. L’intervista

giulia sara arcovito slam poetry

Ne parliamo con Giulia Sara Arcovito, autrice e performer tra i più attivi della scena slam italiana, fondatrice, insieme ad altri poeti, del collettivo romano “WOW – Incendi Spontanei”, attualmente in tour con lo spettacolo di slam poetry “Nel nome del padre, del figlio e dello spirito critico”.

Che cos’è la Slam Poetry?

Slam significa colpo, scossone, schiaffo. È una forma di poesia performativa, si recita su un palco davanti ad un pubblico. Si può dire di tutto purché sia stato scritto direttamente dal poeta.
Appartiene al genere di poesia che nasce dalla tradizione orale, un genere che si inserisce nella tradizione omerica dei cantastorie. Una poesia scritta per essere performata dalla viva voce e dal corpo del poeta davanti ad un uditorio. Nasce in America dalla Spoken Word che deriva dal rap.

E che cos’è un Poetry Slam?

È un format, uno spettacolo corale di poesia performativa mascherato da gara. È stato inventato negli Stati Uniti, nel 1986, dal poeta Mark Ellis-smith che si rese conto che ai reading di poesia spesso il pubblico si annoiava. Ebbe quindi l’intuizione di coinvolgere direttamente gli spettatori creando una forma di interazione giocosa con i poeti.

Durante la performance sei poeti si alternano sul palco con testi propri, cinque giurati (estratti a sorte tra il pubblico) sono chiamati a dare un voto di pancia sulle performance, tutti gli altri spettatori possono esprimere ad alta voce il proprio dissenso o apprezzamento. È un modo di stare insieme che appaga il bisogno di fare comunità e di divertirsi. Dopo la fine della pandemia ha avuto una crescita esponenziale di pubblico.

Che cos’è la Lips?

La Lips – Lega Italiana Poetry Slam, nata nel 2013, è l’associazione nazionale che coordina tutti gli eventi di Slam Poetry che si svolgono in Italia. Alla Lips appartengono le decine di collettivi di Poetry Slam che organizzano eventi nelle varie città d’Italia. Tutti questi eventi confluiscono in un grande evento annuale che sono le finali nazionali di Poetry Slam che raccolgono i vincitori dei tornei regionali.

Come si partecipa a un Poetry Slam?

Bisogna contattare uno dei collettivi della propria zona. La partecipazione è libera, chiunque può salire sul palco con qualsiasi contenuto.

Come nasce il Collettivo WOW – Incendi Spontanei?

Nasce nel 2018, è uno dei principali collettivi, artistici e organizzativi, di Poetry Slam a Roma. Organizza eventi ibridi, contaminazioni tra poesia e altre arti performative.

Chi sono gli slam poetry italiani e di cosa parlano sul palco?

Gli slam poetry italiani sono un ecosistema estremamente vario. Alcuni usano le corde del comico, altri del satirico o del drammatico. Ci sono poeti che recitano in italiano, altri che preferiscono il dialetto della regione di appartenenza. Ciò che li accomuna è l’utilizzo della poesia come strumento di indagine dell’animo umano. La poesia è molto usata anche nel sociale, può essere uno strumento educativo e di cura.

In Italia abbiamo la poetessa Viola Margaglio che è psicologa di comunità, lavora nelle scuole con gli adolescenti ma anche con gli adulti per dei percorsi di poesia terapia. A Milano è stata fondata la scuola “Poesia Presente” che organizza corsi di formazione di poesia terapia.

Questa forma di poesia come approda sui social network?

La poesia performativa beneficia molto della comunicazione sui social. Condividere video delle performance o pillole poetiche girate nella propria camera è molto utile a veicolare gli eventi live.
Tra i poeti con un numeroso seguito sui social network che si esibiscono anche dal vivo, mi vengono in mente Lorenzo Maragoni, Davide Avolio, Martina Bernocchi. Il mondo digitale sta contribuendo tanto alla diffusione della poesia, ma bisogna venire a vederla dal vivo.

Conclusa l’intervista con Giulia Sara, ripensiamo ai giovani allievi del professor Keating. Gli slam poetry degli anni Duemila sono i nuovi membri della razza umana e ai più giovani dedichiamo le parole di Robert Frost:

Due strade divergevano nel bosco ed io presi quella meno battuta, e questo ha fatto tutta la differenza.

Leggi anche: La poesia su Instagram, divisa tra narcisismo e disincanto

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