“Italia favorevole all’uscita della Russia da Swift”: cos’è e perché è così importante

Escludere la Russia dai commerci con la maggior parte del mondo: sarebbe questo il risultato dell'espulsione di Mosca dal sistema SWIFT. Ecco in cosa consiste e perché è così importante.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Escludere la Russia dai commerci con la maggior parte del mondo e paralizzarne l’economia: sarebbe questo, in breve, il risultato dell’espulsione di Mosca dal sistema SWIFT (Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication), una delle principali sanzioni pensate dai leader occidentali dopo che Putin ha invaso l’Ucraina.

Ma cos’è esattamente il codice SWIFT e perché è così importante? Semplice: collega le banche di tutto il mondo e permette loro di spostare denaro in modo rapido e sicuro. Questo perché autorizza movimentazioni finanziarie all’interno di flussi commerciali e d’investimento: si parla di cifre pari a migliaia di miliardi di euro.

Sistema SWIFT: come funziona

Nello specifico, SWIFT utilizza dei codici per identificare il paese, la banca e la filiale in cui è registrato un determinato conto corrente. Nel momento in cui il denaro viene inviato su un conto bancario all’estero, questo codice garantisce che la transazione andrà a buon fine.

Perciò, limitare l’accesso delle banche russe al sistema SWIFT significherebbe escluderle dai flussi di denaro globali, con una diretta conseguenza: rendere molto difficile alle imprese russe (comprese quelle legate all’industria bellica) di esportare, importare o finanzarsi all’estero.

Perché escludere Mosca da Swift potrebbe rivelarsi un boomerang

Escludere la Russia dal sistema SWIFT potrebbe però rivelarsi un boomerang per l’Occidente, oltre che un’azione inefficace. Per diversi motivi:

  • Conseguenze economiche: la Russia è il quinto partner commerciale dell’UE, un divieto SWIFT potrebbe danneggiare l’Europa, bloccando transazioni che si estendono oltre i confini russi. Il pensiero va sicuramente alla dipendenza che molti paesi hanno dalla Russia per quel che riguarda petrolio e gas
  • Aggirare la sanzione: la banca centrale russa ha sviluppato la propria alternativa chiamata Sistema per il trasferimento di messaggi finanziari che, sebbene non sia nemmeno lontanamente grande quanto la rete SWIFT, sarebbe già utilizzato da circa 400 banche
  • Far avvicinare la Russia alla Cina: Mosca potrebbe cercare di sviluppare un sistema di trasferimento alternativo appoggiandosi su Pechino o su altri paesi, mettendo in serio pericolo il dominio statunitense sul sistema finanziario

Fino a ieri, a dirsi pronti ad escludere Mosca da SWIFT sono stati il presidente Usa Joe Biden e il primo ministro inglese Boris Johnson: entrambi la ritenevano la misura più drastica ed efficace per sanzionare l’aggressione di Vladimir Putin all’Ucraina. Dall’altro c’erano gli europei, soprattutto Germania, Austria, Italia e Cipro, che preferivano aspettare e prendere misure non meno dolorose per la finanza russa, senza coinvolgere però il sistema di messaggistica.

Colloquio Zelensky-Draghi: “Italia favorevole all’esclusione della Russia da Swift”

Sistema SWIFT: come funziona

Oggi il punto di vista dell’Italia su un’esclusione della Russia dal sistema SWIFT sembra essere cambiato. Poche ore fa, il presidente ucraino Zelensky ha annunciato il colloquio telefonico tenuto con Mario Draghi questa mattina attraverso un tweet. Ha scritto: “È l’inizio di una nuova pagina nei rapporti tra i nostri Stati, Ucraina e Italia, Draghi in una conversazione telefonica ha detto che appoggerebbe l’esclusione della Russia dal sistema di pagamento Swift e la fornitura di assistenza alla difesa. L’Ucraina deve entrare a far parte dell’Unione europea”.

Una telefonata di certo distensiva dopo lo “scontro” di ieri. Lo sfogo di Zelensky, che aveva attaccato duramente Draghi fraintendendo le sue parole in Aula, era dovuto soprattutto alla delusione da parte del presidente ucraino sulla reazione europea, ritenuta debole e non all’altezza, alla guerra scatenata da Putin. Zelensky aveva puntato il dito contro Draghi: “La prossima volta sposto la guerra per parlare con lui, qui le persone stanno morendo”, aveva scritto.

Leggi anche: Putin minaccia anche Svezia e Finlandia: in caso di attacco l’Ue dovrà intervenire

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Asia Buconi
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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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