Silvia De Bon ha 22 anni ed è la pilota che ha effettuato l’atterraggio d’emergenza sulle Dolomiti. Secondo le prime informazioni l’aereo avrebbe perso di potenza, in modo tale da rendere necessario l’atterraggio a 2.100 metri di quota sul gruppo montuoso del Lagorai, in Trentino.
Il fratello Mattia De Bon e la sua fidanzata Giorgia Qualizza, che si trovavano a bordo, sono rimasti illesi. L’Associazione Nazionale Sicurezza sul Volo e la procura di Trento hanno aperto un’inchiesta sull’incidente.
Silvia De Bon e la dinamica dell’incidente
Silvia De Bon con il suo Piper Pa 28, un aereo da turismo di proprietà dell’Autoclub Belluno, stava sorvolando le cime delle Dolomiti del Lagorai quando il motore a causa del freddo e dell’aria rarefatta ha perso di potenza e ha iniziato a calare di giri. Non riuscendo a risollevarlo e per evitare lo schianto ha planato con il vento in caduta libera sulla neve a 2.100 metri e messo l’aereo parallelo al pendio facendolo atterrare di pancia sulle pendici delle montagne. Parlando della manovra di salvataggio ha così dichiarato al Corriere della Sera:
Di norma quel movimento è sbagliato, perché più si tira, più la velocità diminuisce e l’aereo cade. Sapendo di andare contro alla montagna, ho fatto di tutto per mettere in piano l’aereo rispetto al pendio, atterrando di pancia.
Se fossi andata a schiantarmi in maniera dritta, avrei distrutto il muso e le conseguenze sarebbero state peggiori. Così come se avessi provato a tornare indietro: avrei centrato il costone e distrutto tutta la parte laterale del Piper. In quel momento la cosa più giusta era probabilmente fare così.
Silvia De Bon ha raccontato di aver avuto “un vuoto” al momento dell’impatto. Si sarebbe poi risvegliata con la parte sinistra del volto piena di sangue, dopo aver battuto la testa contro il vetro, rendendosi conto, però, che la sua manovra di emergenza aveva funzionato.
I tre ragazzi hanno poi chiamato il numero d’emergenza del 112, riuscendo a farsi raggiungere dai soccorsi. Ora la ragazza è in ospedale a Trento con il collare e qualche ferita al volto.
Silvia De Bon: i sogni futuri e la voglia di continuare a voltare
Silvia De Bon ha raccontato di essere tornata da poco dagli Stati Uniti, dove ha conseguito il brevetto americano. Il suo sogno è quello di diventare una pilota di linea e non ha cambiato idea dopo l’incidente.
La giovane pilota ha le idee chiare anche sul voler tornare ancora a volare, consapevole del fatto che il padre vuole che smetta. Ecco cosa ha dichiarato al Corriere:
Mi dispiace, ma mio padre io non lo ascolto. Gli dico sempre: “Se tutte le persone che fanno un incidente stradale smettessero di guidare la macchina, non guiderebbe più nessuno”. Vero che quando si è per aria le cose non sono uguali, ma il concetto è simile.
Se faccio un incidente non mi faccio spaventare, io la determinazione ce l’ho, voglio diventare una pilota di linea, tipo quelli Ryanair. Poteva succedere a chiunque e anche in altre occasioni: se fossi stata in strada, tornando a casa, o se mi stessi dirigendo in aeroporto.
Leggi anche: Dal Canada a Frosinone per operarsi: “Un ospedale di provincia mi ha salvato la vita”
