Moglie indagata per caporalato, si dimette capo immigrazione al Viminale

La moglie di Michele di Bari, capo del Dipartimento per le libertà civili e immigrazione, è tra le persone indagate dai Carabinieri nel corso di un'indagine per caporalato, da cui è emerso un terribile scenario di sfruttamento ai danni di braccianti extracomunitari.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Si dimette capo immigrazione al Viminale. La moglie di Michele di Bari, dal 2019 capo del Dipartimento per le libertà civili e immigrazione del Viminale ed ex prefetto di Reggio Calabria, è tra le persone indagate dai Carabinieri nel corso di un’indagine per caporalato, coordinata dalla Procura di Foggia e condotta dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Manfredonia e da quelli del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Foggia.

Cinque persone sono state arrestate e due di loro, extracomunitari, sono stati trasferiti in carcere. Di Bari ha rassegnato le dimissioni dall’incarico al Ministero degli Interni, accettate dal ministro Luciana Lamorgese.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita a carico di 16 persone (due in carcere, tre ai domiciliari, undici tra obblighi di dimora e obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria), tra cui, appunto, la moglie di Di Bari, sottoposta all’obbligo di dimora. Le accuse sono per tutti di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Durante le indagini, proseguite da luglio a ottobre 2020, sarebbe emerso un disumano sistema di selezione, reclutamento, utilizzo e pagamento della manodopera gestito dai caporali e dalle aziende agricole: per dieci di esse, riconducibili a persone coinvolte nell’operazione, è stato chiesto l’assoggettamento al controllo giudiziario.

Si dimette capo immigrazione al Viminale, le terribili condizioni di sfruttamento: 5 euro per ogni cassone riempito

Si dimette capo immigrazione al Viminale, le terribili condizioni di sfruttamento: 5 euro per ogni cassone riempito

Si dimette capo immigrazione al Viminale. Il sistema messo a punto dai caporali teneva i braccianti, perlopiù extracomunitari provenienti dall’Africa, in una condizione di terribile sfruttamento. Venivano impiegati nelle campagne della Capitanata, nell’area di Foggia, per i lavori nei campi e vivevano nella nota baraccopoli di Borgo Mezzanone, che ospita circa 2.000 persone in condizioni igienico-sanitarie pessime, impensabili, e in forte stato di bisogno.

I braccianti erano costretti a lavorare tutto il giorno per soli 5 euro a cassone di pomodori riempito, praticamente una miseria. Il tutto, senza avere a disposizione i dispositivi di protezione previsti dalla legge, senza visite mediche, trasportati nei campi con mezzi non idonei (“pericolosi per la circolazione stradale e per l’incolumità dei lavoratori stessi”), ma costantemente controllati nello svolgimento delle mansioni.

Si dimette capo immigrazione al Viminale: il sistema gestito da due extracomunitari

Stando alle parole di alcuni braccianti, era un 33enne gambiano ad occuparsi del profilo burocratico delle assunzioni, ad inviare i documenti e a curare la retribuzione di ciascuno, ed era sempre lui a trasportarli sui campi, ricevendo da loro 5 euro per ogni bracciante trasportato.

Emergerà che il gambiano, coadiuvato da un 32enne senegalese, era l’anello di congiunzione tra braccianti e aziende agricole del territorio. In breve, ogni volta che le aziende esternavano il bisogno di manodopera, i due extracomunitari si attivavano e reclutavano i braccianti all’interno della baraccopoli, pretendendo 5 euro per il trasporto e 5 euro per ogni “assunzione”.

Lega e FdI contro Lamorgese: “Si dimetta”

Si dimette capo immigrazione al Viminale: alla notizia, non si è fatta attendere la reazione della politica, con la bufera che ha immediatamente colpito il Ministero dell’Interno. In una nota della Lega si legge: “Sbarchi clandestini raddoppiati, 100mila arrivi negli ultimi due anni, un’Europa su questo tema assente e lontana. E oggi le dimissioni del capo dipartimento dell’Immigrazione. Disastro al Viminale, il ministro Lamorgese riferisca immediatamente in Parlamento”.

E gli ha fatto eco dall’opposizione FdI, con il capogruppo alla Camera Lollobrigida che ha tuonato: “Non basta che il capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del Viminale si dimetta dal proprio incarico. Dopo anni di continue criticità, serve una vera svolta per mettere la parola fine alla scandalosa gestione dei dossier in capo al ministero dell’Interno che ha in Lamorgese la principale responsabile”.

Il partito di Giorgia Meloni, poi, ha ribadito ancora una volta la necessità che Lamorgese lasci l’incarico al Viminale: “Dall’immigrazione alla sicurezza, gli errori e la superficialità del ministro evidentemente riguardano anche gli uomini da lei confermati in ruoli chiave per la gestione del dicastero. Lamorgese si dimetta o sia il presidente del Consiglio Draghi a rimuoverla quanto prima“.

Leggi anche: La sfida di Aboubakar: “Mai più invisibili, daremo voce a chi non l’ha mai avuta

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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