Sergio Castellitto, dagli esordi al “no” a Ettore Scola: “Mi piacerebbe non sentirmi per forza un attore”

Sergio Castellitto parla della sua carriera, di cosa significa essere attore, ed elogia suo figlio Pietro, "oggettivamente migliore di me".

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
spot_img

Si presenta così Sergio Castellitto in un’intervista a “Fanpage.it”, un “attore cerniera”, fra il teatro degli anni ‘70, dov’era un allievo dei maestri, e il cinema dove è lui, invece, a essere diventato un maestro. Abile a interpretare i ruoli più drammatici, ma anche i toni della commedia, è ora impegnato sul set di Il più bel secolo della mia vita, protagonista insieme a Valerio Lundini. Il prossimo 18 agosto taglierà un traguardo importante: compirà 70 anni, in una carriera piena di soddisfazione e, ha rivelato, priva di rimpianti, e in famiglia c’è un altro grande attore, che definisce migliore di lui: “Mio figlio Pietro è più bravo di me”.

Sergio Castellitto: gli esordi

Non aveva una particolare vocazione alla recitazione, e non proviene da una famiglia d’arte. Ma ha sempre saputo che il suo mondo sarebbe questo, perché “gli attori non sono artisti puri, ma semmai dei nobili artigiani“, anche dopo aver conosciuto dei ragazzi dell’Accademia d’arte drammatica:

Non ho mai avuto una particolare vocazione.

Ho cominciato più per il rigurgito di una nevrosi giovanile in risposta alla sceneggiatura che mi era stata consegnata dalla vita.

Provengo da una realtà dove non era stata contemplata la possibilità artistica, una famiglia di lavoratori italiani.

Il mio progetto di vita era naturalmente scelto da una famiglia normale che tira su i figli, li fa studiare e poi li spinge a trovarsi un lavoro sicuro. A quel percorso ho detto no.

Ho conosciuto dei ragazzi che frequentavano l’Accademia nazionale d’arte drammatica e ho cominciato di nascosto a intrufolarmi come uditore. Finché un giorno ho rotto quel “vetro” e ho iniziato.

I suoi idoli sono tre dei più grandi scrittori conosciuti, e considera il teatro come un’azione politica:

Gli anni dei miei inizi, i ‘70, erano terribili.

Da frequentatore dell’Accademia, dopo aver superato l’esame, ho avuto l’opportunità di conoscere Shakespeare, Čechov, Molière che mi consentirono la mia piccola rivoluzione interiore.

Nel teatro di quegli anni ho trovato la possibilità di costruirmi una grande consapevolezza.

E per me fare teatro era impegno politico.

Sergio Castellitto: “Il vero grande successo, che io non mi posso permettere, sarebbe quello di smettere”

Ha fatto 102 film, avendo vissuto a cavallo di tre generazioni e sostiene che “un buon attore sia un buon narratore, un buono scrittore se vogliamo” e per tale ragione preferisce essere visto non come colui che interpreta la parte assegnata, ma “come qualcuno che racconta una storia”. Ha ricordato con affetto i suoi colleghi:

Tra le mie fortune c’è anche quella di essere stato una sorta di “attore cerniera”.

Ero nella categoria giovani emergenti negli anni ‘70, allievo dei grandi come Scola, Monicelli e Ferreri, che sono stati fondamentali. Poi ho lavorato con quelli della mia generazione, come Tornatore o la Achibugi.

A seguire con gli “zii” Bellocchio e Amelio, fino agli anni dove sono diventato il veterano che lavora con i giovani autori.

Sergio Castellitto non ha rimpianti, perché non pensa che possano esistere, e in un aneddoto ha spiegato che ha dato un secco “no” a Scola, salvo poi lavorare con lui successivamente:

Non credo neanche ai rimpianti. Tu sei ciò che hai deciso di fare e quindi di sbagliare.

Il filosofo Eraclito sostiene che il carattere determina il destino.

Ricordo un episodio divertente. Scola mi chiamò per un piccolo ruolo nel bellissimo affresco che era La famiglia e rifiutarlo fu un gesto di alterità, perché me ne volevo andare in vacanza con la mia fidanzata, che poi è diventata mia moglie.

In seguito mi richiamò per un altro ruolo e decisi di accettarlo.

Alla fine ho lavorato con Scola e conosciuto mia moglie, penso sia meglio di un Oscar.

L’amore per suo figlio Pietro: “È oggettivamente migliore di me”

Suo figlio Pietro è un giovane attore ed è contento che non abbia subìto le sue stesse nevrosi quando aveva la sua età:

Molti anni fa mi chiesero che lavoro avrei preferito per mio figlio. Pietro aveva solo 3 anni.

Io risposti che mi sarebbe piaciuto scegliesse un mestiere che io non sapevo fare.

Ma in qualche modo è così, perché il cinema lo fa meglio di me.

È oggettivamente migliore, visto che non ha dovuto subire una serie di nevrosi.

Inoltre, riguardo ai consigli da dare ai suoi figli ha un’idea ben precisa:

I consigli ai figli vanno dati facendo finta che non glieli dai. Meglio ancora non darli davanti a testimoni.

In privato magari li seguono, in pubblico meno. Ammiro molto l’indipendenza dei nostri figli. È ciò di cui andiamo più fieri io a Margaret: la loro libertà.

Leggi anche: Festival di Cannes 2023, Harrison Ford: “Indiana Jones finisce qui, ma il mio non è un addio”

spot_img

Correlati

Sanremo, Carlo Conti alla conduzione del Festival con Pieraccioni e Panariello?

Nodo Sanremo 2025. La Rai non ha ancora ufficializzato il nuovo conduttore al posto...

Piero Chiambretti: “Torno in Rai con un nuovo programma. Mia madre? Mi manca molto”

Piero Chiambretti si racconta a Belve, programma condotto da Francesca Fagnani durante l'ultima puntata...

Franco Di Mare, la Rai dopo la puntata di Che Tempo Che Fa: “Esprimiamo tutta la nostra vicinanza umana”

Il giornalista, conduttore televisivo ed ex direttore di Rai 3 Franco Di Mare ha...
Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
spot_img