‘Ndrangheta, sequestrato il Ponte Morandi di Catanzaro: “Con questo materiale casca tutto”

L'operazione Brooklyn ha portato all'arresto di 4 persone e al sequestro del ponte di Catanzaro e di parte della Statale 280. Per le operazioni di ripristino veniva utilizzato materiale scadente: l'appalto era stato vinto da due imprenditori legati alla 'Ndrangheta.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Sequestrato il Ponte Morandi. Una struttura immensa, simbolo della città. Questo è per i catanzaresi il Ponte “Bisantis”, detto Morandi dal nome del progettista (padre anche dell’omonimo Ponte di Genova), per i cittadini semplicemente “u ponta ‘e Catanzaru, un colosso inagurato nel 1962, lungo 468,25 m e largo 12,5 m, nonché principale strada d’ingresso alla città. Oggi la Procura ha sequestrato con facoltà d’uso il ponte assieme alla galleria Sansinato sulla statale 280 dei Due Mari.

I sequestri sono arrivati nell’ambito dell’indagine che ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di un ispettore della Gdf, di due imprenditori e di una loro collaboratrice, al fine di svolgere accertamenti tecnici. Quanto è emerso è piuttosto grave: stando all’ipotesi accusatoria, i due imprenditori, Eugenio e Sebastiano Sgromo, avrebbero costituito delle società intestandole alla loro collaboratrice, Rosa Cavaliere, che faceva da prestanome: erano loro, di fatto, a mantenerne il controllo.

Una delle società in questione, la Tank, si sarebbe aggiudicata i lavori di manutenzione straordinaria per il ripristino del calcestruzzo del ponte Morandi e del rifacimento dei muri di contenimento di un tratto di Strada statale 280 dei Due Mari. Per i lavori di manutenzione, però, sarebbe stato utilizzato materiale scadente e non idoneo. Oltre alle misure cautelari, la Procura ha disposto il sequestro preventivo di tre società di costruzione e di oltre 200mila euro di profitto, frutto dei reati contestati. Sono stati interdetti dall’esercizio della professione l’ingegnere dell’Anas Silvio Baudi (per 6 mesi) e il geometra Gaetano Curcio (per 9 mesi).

Sequestrato il Ponte Morandi, le intercettazioni: “Questo materiale ha fatto guai, si stacca a fogli”

Sequestrato il Ponte Morandi, le intercettazioni: "Questo materiale ha fatto guai, si stacca a fogli"

Sequestrato il Ponte Morandi. “Operazione Brooklyn”: questo è il nome in codice che la Guardia di Finanza e la Dda di Catanzaro hanno dato all’indagine sui loschi retroscena che coinvolgevano il Ponte del capoluogo di Regione. Negli atti si trovano intercettazioni piuttosto esplicite. In una, ad esempio, si ascolta il referente operativo per il cantiere dei muri della statale 280 che dice: “Noi al Morandi con questo materiale l’abbiamo fatto…e casca tutto, ma posso fare spicconare nu poco di più ma non…no, no così non va bene se mettete un altro tipo di materiale”. Poi, la risposta secca del direttore della Tank Srl: “Non abbiamo altri tipi di materiale, spiccona un po’ di più…che diventano ruvidi”.

Il riferimento è all’impiego di malta scadente durante le lavorazioni, preferita a quella impiegata all’inizio e di qualità migliore, in quanto più economica. Del cambio di materiale era al corrente anche l’ingegnere Anas Silvio Baudi: “Non è che mi piaccia molto” diceva “meno di un cm la Repar Tix non mi piace. Io Azichem l’ho già testato su una superficie liscia, ha fatto guai. Poi non lo so se è stata messa male, ma ha fatto guai, si è staccato a fogli. E quindi (sorride, ndr) mi preoccupo solo per un discorso di faccia che ci metto”.

In breve, si è utilizzato un materiale scadente per risparmiare denaro. Lo si comprende ancora più chiaramente da una intercettazione nel cantiere, quella della conversazione tra il direttore tecnico Gaetano Curcio e il rappresentante della ditta del fornitore:

(Direttore tecnico): A me serve nu carico 488 urgente, altrimenti devo vedere, devo mettere quella porcheria di Azichem… qui sui muri eh.., che c’hanno stoccato per Catanzaro nu…nu bilico…però vorrei evitare ste simbrascugli (miscugli, ndr)…(Rappresentante ditta fornitore): eh…fai una figura di merda, perché quel prodotto non funziona. (Direttore tecnico): che prodotti stai usando? Gli ho detto sto usando Azichem… Ma purtroppo perché è una questione finanziaria. Gli ho spiegato io è come sono? Fanno cagare…(sorride). (Rappresentante ditta fornitore): eh….

Sequestrato il ponte Morandi, utilizzato l’Azichem Repar-Tix per motivi economici

Sequestrato il Ponte Morandi. Gli imprenditori Sgromo, quando si erano aggiudicati l’appalto dei lavori di rifacimento del ponte Morandi di Catanzaro, avevano problemi finanziari. Perciò, con la presunta complicità del direttore dei lavori, il geometra Gaetano Curcio, e quella dell’ingegnere dell’Anas Silvio Baudi, si erano accordati per l’utilizzo di un tipo di malta di qualità scadente, ma più economica, la Azichem “Repar-Tix”, definita dallo stesso Curcio nell’intercettazione “una porcheria”, necessaria però “per una questione finanziaria”. Il fornitore abituale lo mette in guardia, gli dice “fai una figura di merda”, ma Curcio ne è consapevole.

Sarà proprio lui, infatti, ad ammettere che quella malta avrebbe potuto portare a fessurazioni, ovvero a fenditure o spaccature: “Se non bagni bene il supporto, si fessurano”.

Sequestrato il Ponte Morandi: i legami dei fratelli Sgromo con la ‘Ndrangheta

Ma non è finita qui. Oltre ad aver utilizzato una prestanome per sottrarre la società ad eventuali misure ablative patrimoniali, i fratelli Sgromo sono pure ritenuti vicini alla ‘ndrangheta: il collaboratore di giustizia Gennaro Pulice li ha definiti imprenditori di riferimento della famiglia Iannazzo. Alle imprese della cosca, infatti, avrebbero subappaltato alcuni lavori come quelli “fatti nell’aereoporto di Lamezia Terme”.

Gli Sgromo” ha detto il pentito “erano persone da noi considerate intranee alla cosca e non persone da sottoporre ai danneggiamenti”. Insomma, erano quelli che venivano chiamati quando c’erano lavori da fare. Sarà così che i due indagati avranno modo di espandersi, diventando presto una importante realtà imprenditoriale della zona.

Tra gli indagati figura anche un ispettore della Guardia di Finanza, già coinvolto nell’operazione “Rinascita-Scott”, ora indagato per corruzione in atti giudiziari e rivelazione di segreto d’ufficio per quanto commesso quando era in servizio per la Dda di Catanzaro. Nel contesto delle indagini sui due imprenditori, infatti, l’ispettore si adoperava ad attenuarne la posizione e ad informarli costantemente degli sviluppi del procedimento nei loro confronti, in cambio di utilità di vario genere.

Leggi anche: Minacce alla giornalista anticamorra Marilena Natale: “Ti faccio vedere io”

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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