Selvaggia Lucarelli: “Lascio l’Ordine dei giornalisti. Continuerò a scrivere da libera cittadina”

Selvaggia Lucarelli ha deciso di dire addio all'Ordine dei giornalisti. Vediamo cosa si nasconde dietro questa sua presa di posizione.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Selvaggia Lucarelli ha dichiarato di sentirsi pronta a lasciare l’Ordine dei giornalisti. Sui social network e sulle pagine de Il Fatto Quotidiano ha voluto approfondire la questione. Dalle sue parole è chiaro che si tratta di una decisione definitiva, sulla quale non tornerà indietro.

Selvaggia Lucarelli difende Natangelo e l’ordine apre un procedimento contro di lei: “È un caso?”

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L’origine dei problemi con l’Ordine risalirebbe ai giorni successivi alla pubblicazione della vignetta di Mario Natangelo, qualche settimana fa, nella quale veniva raffigurata la moglie del ministro Lollobrigida, sorella del premier Giorgia Meloni, a letto con un uomo di colore. Tutto ciò mentre il marito della donna “sta fuori tutto il giorno a combattere la sostituzione etnica”, commenta Natangelo.

Selvaggia Lucarelli racconta di aver pubblicato il 9 maggio due tweet in difesa del fumettista, dopo aver appreso che quest’ultimo era stato convocato presso l’Ordine dei giornalisti proprio per la vignetta incriminata. Casualmente il giorno successivo il consiglio si riunisce e decide di aprire un procedimento per due esposti del 2020 contro di lei. Spiega l’opinionista:

Ieri mi arriva la convocazione per il 4 luglio, con invito a preparare una difesa. È la mia prima volta.

Il fatto è bizzarro non solo per il tempismo, ma perché ad oggi i sette esposti contro di me erano stati archiviati e in un preciso ordine cronologico, dal 2020 al 2022, l’ultimo un esposto dell’ottobre 2022.

Selvaggia Lucarelli: “L’esposto era di Elisabetta Franchi, e risale a tre anni fa”

Precisa Selvaggia Lucarelli:

Improvvisamente salta fuori una roba di tre anni fa. Ah, pensate le curiose coincidenze. Quell’esposto era di Elisabetta Franchi, perché avevo scritto su Instagram che la sua raccolta fondi in tempo di Covid era stata opaca.

Per giunta riprendendo un articolo per cui Franchi aveva già fatto querela, archiviata definitivamente. Quante romantiche coincidenze, dopo aver difeso Natangelo.

In futuro però l’interesse dell’opinionista è quello di continuare a scrivere, ma da libera cittadina: “Naturalmente mi difenderò e sono tranquilla perché ho scritto il vero ma ho fatto immediata domanda di cancellazione dall’ordine. Continuerò a scrivere da libera cittadina come del resto ho fatto a lungo, visto che l’articolo 21 della costituzione me lo consente. Per ora”.

Poi conclude: “Continuerete a leggermi sul Fatto come prima e vi darò presto notizia di due corsi di giornalismo con me: due date in cui vi racconto tutto quello che ho imparato in questi anni”.

Chi è Mario Natangelo, difeso da Selvaggia Lucarelli

Mario Natangelo, l’autore della vignetta risultata offensiva, è nato nel 1985 a Napoli. Inizia a lavorare come giornalista professionista nel 2007 per L’Unità, per poi passare a Il Fatto Quotidiano, due anni dopo. Nello stesso anno inizia a collaborare con Smemoranda.

Laureando in Giurisprudenza, nel frattempo scrive per Tempi, collaborazione sfortunata che si conclude nel giro di un paio di mesi. A parlare della sua storia di vignettista è stato lui stesso nel suo libro:

Io vengo da Scampia, papà impiegato e mamma casalinga, botte per strada, degrado urbano e sociale. E da lì ho imparato che se guardi bene trovi sempre qualcosa di divertente. Disegnavo vignette già al liceo sul giornalino d’istituto e venivo convocato in presidenza, dove mi facevano il culo.

Poi dopo qualche anno di pausa in cui – mi vergogno a dirlo – ho pubblicato degli orribili racconti su varie antologie, ho ripreso la matita per un inserto satirico de L’Unità.

Fino a quel momento disegnare era una roba che facevo nel tempo libero. Il gioco si è fatto serio quando nel 2009 è nato Il Fatto Quotidiano e ho capito che a 23 anni avrei potuto mantenermi disegnando. Una roba che ancora oggi non mi pare possibile.

Leggi anche: Perché Fabio Fazio lascia la Rai, dopo 40 anni: tutti i motivi

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