Scuole, arriva il piano da 400 milioni per mantenerle aperte tutto l’anno: cosa cambia ora?

Le scuole saranno aperte anche durante il periodo estivo: è questo il nuovo piano del ministero dell'Istruzione, che mette a disposizione 400 milioni di fondi. Quanti studenti riguarderà il nuovo provvedimento?

Ilaria De Santis
Ilaria De Santis
Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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Arriva un Piano Estate destinato alle scuole, specialmente quelle primarie, secondarie statali e paritarie non commerciali, per mantenerle aperte tutto l’anno e che ammonta a 400 milioni di euro. È questa la nuova iniziativa proposta dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, inclusa nel programma Scuola e competenze 2021-2027 e riguarderà tra gli 800 mila e 1,3 milioni di studenti.

Il nuovo decreto, che si riferisce agli anni scolastici 2023-2024 e 2024-2025, come sottolineato nella nota ufficiale diffusa dal ministero dell’Istruzione, prevede l’aggiunta di 1,714 milioni di ore in più attività, ripartite tra musicali, ricreative, sportive, teatrali, a tema ambientale e tutte quelle che favoriscono l’inclusione e la socialità tra gli alunni.

Cosa ha dichiarato il ministro dell’Istruzione e del merito, Valditara?

Per Valditara la scuola deve “essere un punto di riferimento”, anche durante il corso dell’estate, come dichiara nella nota del ministero: “Lo avevamo promesso lo scorso anno e ora, anche grazie a un incremento sostanzioso dei fondi, siamo in grado di mettere in campo un Piano estate ampliato e rinnovato. Dobbiamo avere una scuola che sia punto di riferimento per gli studenti e per le famiglie anche d’estate, con sport, attività ricreative, laboratori o attività di potenziamento, ricorrendo a tutte le sinergie positive possibili, dagli enti locali alle associazioni del terzo settore”.

L’istituzione scolastica, infatti, deve essere un luogo di aggregazione, come specificato già precedentemente nella nota, per tutti gli alunni, e andare incontro alle esigenze dei genitori, soprattutto quelli lavoratori: “Una scuola che sia sempre più un luogo aperto, parte integrante della comunità per tutto l’anno, realizzando attività di aggregazione e formazione soprattutto per i bambini e i ragazzi che, in estate, non possono contare su altre esperienze di arricchimento personale e di crescita a causa delle esigenze lavorative dei genitori o di particolari situazioni familiari”.

Quali progetti potranno realizzare le scuole con i nuovi fondi del ministero?

Non solo le scuole, il nuovo Piano Estate specifica che queste ultime possano prendere accordi e stipulare convenzioni con università, enti locali, organizzazioni del terzo settore, e anche con le famiglie. Inoltre, è prevista la possibilità che non siano le istituzioni scolastiche direttamente a pianificare e organizzare tutte le attività:

I progetti strutturati sulla base di accordi e convenzioni, nel rispetto delle competenze di ciascun attore, in particolare per quanto concerne le prerogative degli enti locali proprietari degli edifici scolastici, potranno prevedere che siano le stesse scuole a gestire le attività oppure che siano gli enti locali o altri soggetti del territorio a organizzarle e gestirle all’interno degli edifici scolastici, in alcuni casi anche con un contributo delle famiglie.

Inoltre, le scuole potranno usufruire non solo dei 400 milioni stanziati dal ministero, ma anche di ulteriori fondi per i progetti che si svolgeranno in estate, dei 750 milioni PNRR, “del contrasto alla dispersione scolastica e al superamento dei divari territoriali”, e dei 600 milioni PNRR “per azioni di potenziamento delle competenze STEM”.

Leggi anche: Da settembre l’educazione sessuale nelle scuole: “La violenza di genere non deve esistere”

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Classe 1998. Esperta in Editoria e scrittura, è molto attenta ai dettagli, scrive poesie e canzoni ed è appassionata di musica, serie TV e sceneggiatura. “In tristitia hilaris, in hilaritate tristis”.
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