In Sardegna si respira normalità: ecco come si vive in zona bianca

Sardegna, l'unica regione d'Italia dove c'è aria di normalità. Eppure, con il secondo comune in zona rossa e il pericolo del rientro nelle seconde case, non si abbassa la guardia neanche in zona bianca.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Sardegna, zona bianca e misure più favorevoli: il governatore Christian Solinas indice l’apertura dei ristoranti fino alle 23 e di bar e pub fino alle 21. Non solo, coprifuoco posticipato, dalle 23.30 fino alle 5 del mattino.

Con Rt di 0,89 e solo il 12% di letti occupati in terapia intensiva, l’isola è l’unica regione italiana in cui si torna a respirare normalità.

Ma c’è un paradosso, si registra già un secondo comune rosso: dopo La Maddalena, in cui le misure più restrittive sono attive fino al 20 marzo, Sindia, in provincia di Nuoro, è rossa da oggi martedì 16 fino al 30 marzo.

E ricordando quell’estate 2020 in cui da Covid free, la Sardegna si trasformò nel focolaio che anticipò il ritorno del virus su larga scala, non si riesce a placare una leggera preoccupazione. Del resto, conosciamo bene l’imprevedibilità di questo virus.

Sardegna zona bianca, ma senza abbassare la guardia

Sardegna zona bianca, ma senza abbassare la guardia.

La Sardegna in zona bianca? Un modello da valorizzare. Dimostra come si possa scendere sotto la soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti, ritenuta critica per garantire il tracciamento dei positivi.

È possibile che la Regione sia stata facilitata da una situazione più gestibile rispetto ad altre aree del Paese, dove la densità di popolazione e i contatti anche lavorativi sono più elevati.

Altri fattori, tra cui le politiche di testing e screening, hanno contribuito, sposandosi a comportamenti virtuosi dei sardi.

Chiosa Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità al Corriere. Mentre Maurizio Crosetto su Repubblica, racconta del ritorno alla normalità:

Si scende all’aeroporto di Elmas, si mostra il foglio del tampone (anche rapido) fatto nelle ultime 48 ore e poi si entra liberi nel mondo nuovo che ha la bellezza del mondo vecchissimo.

Un banco di fiori, persone in attesa dietro le transenne, abbracci a chi ritorna. E dalle mascherine, quelle ci sono ma come a Carnevale, sbucano i nasi.

Il risultato sono questi bar pieni in piazza Yenne (Cagliari, nda), attorno alla statua di Carlo Felice, ombrelloni verdi e rossi dove sedersi per uno spritz, naturalmente vicinissimi e a bocca libera. Giovani, vecchi, tutti.

Nel presente un tuffo nel passato, finalmente: di nuovo aperti i teatri, le palestre, i ristoranti fino alle 23.30, i bar fino alle 21, i parrucchieri, le estetiste, ma soprattutto in giro senza troppe preoccupazioni, benché rimanga il divieto di assembrarsi e l’obbligo della mascherina.

Ovviamente il tutto senza abbassare la guardia: “Non molliamo la presa, non disuniamoci adesso“, ammonisce Christian Solinas.

Leggi anche: Zona rossa, una ristoratrice in ginocchio: “Sono senza lacrime, senza forze e dignità”

Sindia, secondo comune rosso nella Sardegna bianca

Dopo La Maddalena, Sindia è il secondo comune costretto alla segregazione. Scuole e tutti i pubblici esercizi chiusi, con possibilità di consegna a domicilio per bar, pizzerie, ristoranti e agriturismi.

Aperti tabaccai, giornalai, farmacia e negozi di generi alimentari, mentre sono chiusi i servizi alla persona. Come per tutte le altre zone rosse, vietato ogni spostamento da e per il comune, “salvo che per comprovate e motivate esigenze lavorative, ivi comprese le attività di studio, situazioni di necessità ovvero per motivi di salute“.

Sardegna, si teme il ritono nelle seconde case

Sardegna, il pericolo delle seconde casa.

Come accaduto in passato, il vero pericolo è rappresentato da coloro che sull’isola raggiungono le seconde case provenendo da zone rosse o arancioni. Non si può abbassare la guardia e la paura di vanificare gli sforzi sinora compiuti resta forte.

La Sardegna ha conquistato la zona bianca con grande sacrificio.

Vanificare questo risultato consentendo a chi risiede in zona rossa di venire a svernare nella nostra isola è assurdo e inaccettabile.

Commenta Roberto Li Gioi, il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle.

Insomma, in un modo o nell’altro, date le enormi difficoltà nel tenere sotto controllo e gestire la situazione, anche in Sardegna non non si dormono sogni troppo tranquilli.

Leggi anche: Perché se sei vaccinato devi comunque restare a casa?

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