Cosa vuol dire l’acronimo LGBTQIAPK+ e perché abbiamo ancora bisogno di parlarne

Il 28 giugno è la giornata dell’orgoglio LGBTQIAPK. Ecco perché, in una società che si avvia verso un futuro di inclusione e uguaglianza, è fondamentale dare a tutti l’opportunità di esprimere la propria identità.

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Nel mese del Pride, torniamo a parlare di identità ed espressione di sé, questa volta analizzando l’acronimo LGBTQIAPK+, che ad oggi rappresenta la comunità gay nella maniera più ampia e inclusiva.

Sebbene, a un animo poco attento alla rapidità a cui la società attuale muta e si muove, possa apparire superflua questa necessità di aggiungere nuove lettere alle precedenti a distanza di tempo, comprenderne il significato è fondamentale per costruire un futuro di pari opportunità per tutti.

Come si è evoluto l’acronimo LGBTQIAPK+ nel corso del tempo

In principio, almeno se si fa riferimento all’epoca contemporanea, erano i gay, termine generico in utilizzo nella metà del XX secolo per definire gli appartenenti a qualsiasi orientamento si discostasse dall’eterosessualità percepita e riconosciuta come norma.

Al termine originario si affiancò la dicitura lesbica, coniata durante le battaglie femministe, per definire le donne omosessuali e risvegliare l’attenzione sulle problematiche da esse affrontate quotidianamente, ben diverse da quelle con cui si confrontavano gli uomini.

Prima che la società cominciasse a interessarsi e riconoscere la complessa natura dell’identità sessuale e i diversi elementi di cui si compone, sotto le due diciture qui indicate venivano raggruppate non solo le persone appartenenti ad altri orientamenti sessuali, ma anche individui appartenenti a identità di genere non binarie.

È stato solo negli anni 2000 che la sigla LGBT ha fatto la sua comparsa – inizialmente come GLBT – riconoscendo alle persone transgender un’identità distinta che meritava di essere compresa e riconosciuta.

L’acronimo è poi stato modificato in LGBTQ e LGBTQ+, con il segno + a sottintendere il desiderio e la necessità di far sentire la voce delle persone appartenenti a più identità sessuali possibili. Con l’evolversi della società si è poi passati a LGBTQIA+ e, finalmente, LGBTQIAPK+.

Cos’è l’identità sessuale

mano stringe bandiere dell'orgoglio LGBTQIAPK+

Dopo questo brevissimo excursus storico, passiamo alle basi necessarie per comprendere la natura dell’essere umano in ambito di identità sessuale e cosa si intenda con questa definizione.

Il termine identità sessuale indica un tassello fondamentale dell’identità di ogni individuo, che abbiamo esaminato nel dettaglio in questo articolo. L’identità sessuale si compone 4 elementi: sesso, genere, orientamento sessuale ed espressione di genere.

Sesso di appartenenza

Il sesso di appartenenza è definito dall’insieme di fattori fisici e biologici in relazione ai quali l’individuo si posiziona lungo un asse maschio/femmina.

Il sesso di appartenenza non si esaurisce in una definizione binaria, ma andrebbe piuttosto definito come una distribuzione bimodale, poiché comprende numerose possibili variabili intermedie, sulla base di fattori genetici, cromosomici e ormonali.

Identità di genere

Il genere al quale l’individuo riconosce di appartenere lungo un asse maschile/femminile costituisce l’identità di genere. Il concetto di genere va oltre l’aspetto biologico, ma comprende fattori comportamentali, ruoli e aspettative sociali nei confronti delle persone che appartengono a un determinato genere.

Anche in questo caso, si tratta di uno spettro molto ampio, all’interno del quale troveremo:

  • Persone cisgender, che si riconoscono nel sesso o genere loro assegnato alla nascita
  • Persone transgender, che si riconoscono nel sesso o genere opposto a quello loro assegnato alla nascita
  • Identità non-binary e identità fluide: individui che non si riconoscono pienamente nelle caratteristiche di un solo genere o di alcun genere, o individui la cui identità di genere cambia nel corso del tempo

In ogni caso, l’identità di genere non è una fase e non è una scelta dettata dalle mode del momento, ma è un aspetto fondamentale dell’identità di una persona. Ne abbiamo parlato in maniera più approfondita in questo articolo.

Orientamento sessuale e romantico

Questo aspetto dell’identità sessuale riguarda il sesso o genere, che possono essere più di uno, per il quale l’individuo sperimenta attrazione sessuale o sviluppa sentimenti romantici.

I principali orientamenti sessuali sono eterosessualità, omosessualità, bisessualità, pansessualità, asessualità e tutte le loro sottocategorie. Ne abbiamo parlato in maniera più approfondita in questo articolo. Anche in questo caso, qualunque sia il proprio orientamento sessuale, esso non è mai una moda né una fase.

Espressione di genere

Ultima tessera del complesso mosaico dell’identità sessuale è l’espressione di genere, ossia il modo di agire, vestire e comportarsi in relazione ai percepiti ruoli di genere all’interno della società.

L’espressione di genere non è necessariamente legata ad attrazione sessuale e identità di genere, ma ha a che vedere unicamente con l’espressione di sé. Un uomo cisgender, ad esempio, potrebbe trovare appagante a livello espressivo l’indossare abiti femminili, senza che per questo la sua identità di genere subisca modificazioni.

Cosa vuol dire l’acronimo LGBTQIAPK+

Passiamo ora allo scopo originario di questa dissertazione, ossia il significato dell’acronimo LGBTQIAPK+, all’interno del quale il simbolo + rappresenta, ancora una volta, l’intenzione di includere ogni categoria che necessita di essere ascoltata. Di seguito il significato delle singole lettere.

L, Lesbiche

La lettera L sta per Lesbiche, ossia donne che provano attrazione sessuale o romantica nei confronti di altre donne. La lettera L era alla seconda posizione nell’acronimo originario GLBT, ma è stata poi spostata all’inizio della sigla per far maggiore luce sui problemi che le donne omosessuali devono e dovevano affrontare quotidianamente.

G, Gay

Il termine gay, che in origine indicava tutti gli individui attratti da persone appartenenti allo stesso sesso, è ora utilizzato prevalentemente per indicare uomini attratti da altri uomini.

B, Bisessuali

La bisessualità è uno degli orientamenti appartenenti allo spettro della polisessualità, nel quale rientrano gli individui attratti da più di un genere. Altro orientamento polisessuale è la pansessualità, della quale parleremo più avanti.

La definizione di bisessualità, in particolare di recente, è stata spesso discussa. Attualmente la si definisce come attrazione sessuale/romantica nei confronti di due o più generi.

L’esperienza bisessuale non è necessariamente binaria e varia, anche notevolmente, da individuo a individuo. Alcune persone bisessuali sperimentano attrazione verso diversi generi in egual misura, mentre altre possono avere comunque la tendenza a preferire genere piuttosto che un altro, e altre ancora possono sperimentarla in maniera fluida nel corso del tempo.

T, Transgender/Transessuali

Le persone transgendersono quelle la cui identità di genere non corrisponde al sesso assegnato alla nascita. L’identità di genere delle persone appartenenti a questo gruppo si esprime in maniera molto variegata, trattandosi di uno spettro particolarmente ampio.

Alcune persone transgender possono riconoscersi completamente nel sesso opposto e scegliere di effettuare la cosiddetta transizione, una serie di interventi medici, chirurgici e legali, che permettano loro di assumere fisicamente le caratteristiche del sesso in cui si riconoscono. In questo caso si parlerà di transessuali.

Abbiamo approfondito ulteriori aspetti di questo argomento in questo articolo.

Q, Queer/Questioning

La lettera Q all’interno dell’acronimo ha una doppia valenza, legata alla necessità di esplorare ed esprimersi in maniera libera e priva di pregiudizi.

In primo luogo, la Q sta per queer, un termine generico che indica persone che non si riconoscono in un unico genere definito. A ciò si affianca la parola questioning, che sta a indicare persone che stanno ancora esplorando la propria identità sessuale sotto più aspetti.

Entrambi i termini erano originariamente utilizzati in senso dispregiativo, ma sono stati adottati dalla Community e “riabilitati”.

I, Intersessuali

Qualche paragrafo fa, parlavamo di sesso biologico e di come questo non sia binario ma sia piuttosto una distribuzione bimodale. Le persone intersessuali sono quelle le cui caratteristiche anatomiche, ormonali, cromosomiche o genetiche non rientrano nelle definizioni binarie di maschio e femmina, ma comprendono elementi appartenenti a entrambe le identità.

A, Asessuali

Le persone asessuali sono quelle che non sperimentano attrazione sessuale nei confronti di alcun genere. Detti anche Ace all’interno della Community, l’asessualità è uno spettro molto ampio, all’interno del quale l’esperienza individuale può variare.

Alcuni asessuali non provano neppure attrazione romantica, nel qual caso sono detti aromantici, mentre altri possono innamorarsi ed essere fedeli a una persona per la vita. Alcuni provano repulsione all’idea dell’atto sessuale, mentre altri possono fare sesso, seppur meno spesso e in maniera meno coinvolta, magari per soddisfare le esigenze di un partner allosessuale. Altri ancora, detti demisessuali, possono provare regolare attrazione sessuale e romantica in presenza di alcune condizioni, ad esempio quando provano un sentimento profondo per un’altra persona.

Abbiamo approfondito l’argomento in questo articolo.

P, Pansessuali/Poliamorosi

Anche la P ha una doppia valenza all’interno dell’acronimo, sebbene in questo caso il suo significato definisca due gruppi di persone ben distinte.

In primo luogo, la P identifica i pansessuali, ossia le persone che provano attrazione romantica o sessuale verso altre persone indipendentemente dal loro genere. Questa definizione racchiude al suo interno un concetto fondamentale: gli individui pansessuali amano in primo luogo la persona, mentre il genere di quest’ultima passa in secondo piano.

Non è quindi corretto dire che le persone pansessuali provano attrazione per qualsiasi genere. Ne abbiamo parlato in maniera approfondita in questo articolo.

L’altro significato attribuito alla P è poliamorosi. Il poliamore è una forma di non monogamia etica, vale a dire che gli individui in una relazione poliamorosa vivono relazioni sessuali o romantiche con più di un partner in contemporanea, ma tutte le persone coinvolte sono consapevoli e consenzienti.

Le relazioni poliamorose possono avere molte forme: alcune prevedono il coinvolgimento di più persone ma sono comunque esclusive, mentre altre possono essere più aperte. In ogni caso, non è possibile definire come poliamore una relazione extraconiugale o un tradimento del quale uno dei partner non sia a conoscenza. Abbiamo approfondito l’argomento poliamore in questo articolo.

K, Kinky

L’ultima lettera dell’acronimo sta per kinky, e identifica le persone che provano conforto o eccitazione nell’esplorare pratiche non convenzionali o controculturali. Sono kinky le persone che praticano BDSM, quelle che si dedicano a giochi di ruolo come il pet-play, l’ABDL e il little-caregiver, o gli estimatori del fetish.

Perché è importante parlarne

bandiere dell'orgoglio LGBTQIAPK

Al di là di reazioni o commenti superficiali, come ad esempio il definirsi infastiditi da un acronimo che, di anno in anno, diventa sempre più lungo, riconoscere ogni singola identità racchiusa all’interno della Community è fondamentale per una società che voglia dirsi inclusiva.

Sebbene, in gran parte del mondo occidentale, l’omosessualità o le percepite devianze non siano un reato, la strada verso l’uguaglianza è ancora lunga, e molte persone LGBTQIAPK+ non godono ancora degli stessi diritti riservati alle persone eterosessuali-cisgender.

Un ulteriore spunto di riflessione riguarda l’aspetto psicologico. Non è insolito che le persone LGBTQIAPK+ si confrontino con problemi di salute mentale a causa di aspettative, pregiudizi e timori percepiti nel proprio gruppo sociale, se non addirittura in famiglia.

L’aumento della visibilità e il riconoscimento dell’unicità delle singole identità sessuali aiuta le persone a sentirsi al sicuro nell’espressione di se stesse, il primo passo verso un futuro di uguaglianza per tutti.

Leggi anche: Mascolinità tossica: cos’è e in che modo ci condiziona tutti

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Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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