Bimba con grave malformazione salva grazie a colla medica: “È simile agli adesivi istantanei”

Una neonata con una grave malformazione al fegato è stata salvata a Torino. L'intervento è riuscito grazie all'uso di una colla acrilica, simile a quella utilizzata nel quotidiano.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
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Una neonata è stata salvata all’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, grazie a un intervento che ha visto protagonista una particolare colla acrilica, simile a quella di uso quotidiano.

La bimba, affetta da una rara e grave malformazione vascolare al fegato, è stata sottoposta a questa innovativa tecnica. Un ulteriore elemento di orgoglio per la sanità torinese, oltre che un grande esempio di come la medicina stia facendo sempre più passi avanti.

La malformazione vascolare del fegato

Sono stati due interventi mini-invasivi a distanza di pochi giorni a salvare la vita a una neonata nel torinese. La piccola, infatti, che ora si trova in Rianimazione, è stata operata all’Ospedale Infantile Regina Margherita della Città della Salute e della Scienza di Torino, a causa di una rara e gravissima malformazione vascolare al fegato.

L’aspetto particolare degli interventi ha riguardato l’utilizzo di una specifica colla acrilica, definita dai medici coinvolti come simile al comune Attak. La malformazione era stata diagnosticata dal dottor Andrea Sciarrone già in epoca prenatale, quando la piccola era ancora nel grembo materno.

La patologia comporta un collegamento anomalo delle arterie, che partono dal cuore, e delle vene, che vi ritornano. Cuore e polmoni, infatti, si appropriano di una quantità eccessiva di sangue, faticando di più e lasciando il resto degli organi privo della circolazione.

La vita della neonata sarebbe stata, così, seriamente a rischio. Grazie alla collaborazione di diversi specialisti, però, non appena nata, a soli 6 giorni di vita, la bimba è stata quindi sottoposta all’intervento, a cui ne è seguito un secondo, una settimana dopo.

Leggi anche: Fegato trapiantato in tempi record a Torino: “Ai limiti dell’impossibile”

L’intervento innovativo a Torino

L’intervento è stato reso possibile grazie alla collaborazione di un team multidisciplinare, che ha visto coinvolti l’Ospedale Regina Margherita e il Molinette. Nello specifico, sono stati indispensabili anestesisti, chirurghi, radiologi e specialisti di numerosi reparti.

In particolare il dottor Daniele Ferrero della Rianimazione Pediatrica, il dottor Fabrizio Gennari della Chirurgia Pediatrica, il dottor Giuseppe Annoni del Servizio di Emodinamica Pediatrica, il dottor Andrea Discalzi della Radiologia Interventistica e il professor Mauro Bergui della Neuroradiologia Interventistica.

L’operazione è stata svolta nella sala di Emodinamica del Regina Margherita e a spiegare le dinamiche dell’intervento è stata direttamente la struttura, che in una nota ha fatto sapere:

Con una tecnica innovativa, i medici sono riusciti a raggiungere la malformazione attraversando con cateteri i minuscoli vasi della neonata (l’aorta, il vaso più grande, nel neonato ha un diametro massimo di qualche millimetro) e a occluderla con una colla acrilica, in una formulazione specifica, ma del tutto simile agli adesivi istantanei del commercio, il comune Attak.

L’intervento ha avuto un effetto immediato.

La pressione si è alzata, il polmone si è decongestionato.

Reni, fegato e cervello hanno ripreso a essere nutriti normalmente.

Gli interventi sono tecnicamente riusciti: la piccola ha ripreso a respirare autonomamente.

Ora è ricoverata in Rianimazione e, per la prima volta, può guardare al futuro con una prospettiva di crescita normale.

Il commento dei medici, invece: È stata una sfida complessa ma vedere la piccola neonata riprendersi e tornare alla vita è la più grande soddisfazione.

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Una colla acrilica particolare

La colla acrilica utilizzata durante l’intervento, trattata con sostanze specifiche, è prodotta in Italia. Seppure sia considerata molto efficace, non sono in molti ad adoperarla in sala operatoria, per via della sua difficoltà nell’essere maneggiata.

Nel caso della neonata, però, non c’era altra scelta. A ogni modo, l’intervento è andato per il meglio. A esprimersi a riguardo del lavoro svolto è stato Livio Tranchida, direttore generale della Città della Salute, che ha fatto sapere:

Una storia a lieto fine che ancora una volta diventa esempio delle nostre eccellenze multidisciplinari.

Ringrazio i nostri professionisti che, in una situazione disperata, hanno reso possibile ciò che non sembrava più esserlo.

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