Un 55enne della provincia di Cuneo è stato protagonista di un intervento d’eccellenza alle Molinette di Torino. Dopo essere stato colpito da una pala agricola, infatti, all’uomo è “esploso” il fegato.
Ciò ha comportato il trapianto dell’organo e la buona riuscita del quinto intervento a cui il 55enne si è sottoposto. L’operazione ha rappresentato un esempio di eccellenza del sistema sanitario piemontese, soprattutto per la rapidità con cui è stato trovato un organo compatibile con il paziente.
Vediamo, quindi, come hanno agito i medici dell’ospedale Molinette e come sta ora il 55enne.
Trapianto di fegato eccezionale

Un 55enne della provincia di Cuneo, qualche giorno fa, è rimasto vittima di un incidente sul lavoro. Dopo essere stato schiacciato da una pala agricola mentre lavorava nel silos della sua azienda, infatti, il fegato dell’uomo è “esploso” e sono stati necessari quattro interventi chirurgici per far rientrare la situazione.
Le lacerazioni profonde dell’organo hanno richiesto un intervento immediato dei sanitari, che hanno assegnato al 55enne un codice rosso presso l’ospedale di Cuneo.
Non sono bastati tre interventi chirurgici a ristabilire la funzionalità dell’organo. È stato necessario, dunque, sottoporre il paziente a una quarta operazione, perché il fegato aveva iniziato nuovamente a sanguinare, portando l’uomo in insufficienza epatica acuta.
A questo punto, è stato lanciato l’allarme al Centro Trapianti Fegato di Torino. Quindi, il 55enne è stato inserito nella lista d’attesa nazionale in super-urgenza e in appena 18 ore è stato trovato un fegato, proveniente da un’altra regione, compatibile con quello del paziente.
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Segno di eccellenza ospedaliera
Il 55enne, dunque, è stato prontamente trasferito all’ospedale Molinette di Torino, dove ha subìto il trapianto di fegato. A condurre l’operazione c’era la squadra del professor Renato Romagnoli, il quale ha rimosso l’organo ormai danneggiato e ne ha trapiantato uno nuovo, stabilizzando la circolazione sanguigna del paziente già due ore dopo l’intervento.
Dopo la prima operazione, circa la sostituzione effettiva del fegato, sono seguiti altri tre interventi, per completare la terapia. A tre settimane dalla vicenda, a ogni modo, l’uomo è stato trasferito in semintensiva e attualmente appare in piena ripresa.
L’operazione e il modo in cui è stata gestita tutta la situazione hanno rappresentato un esempio non solo di complessità clinica, ma anche di straordinaria competenza della rete sanitaria piemontese.
A tal proposito, il commissario Thomas Schael e l’assessore regionale alla sanità Federico Riboldi hanno sottolineato la tempestività con cui si sono mossi i medici del Piemonte e hanno ringraziato vivamente il donatore e la sua famiglia per il nobile gesto che ha reso possibile salvare una vita umana.
Questo è stato il commento di Thomas Schael sul lavoro compiuto dai sanitari piemontesi: “La Città della salute e della scienza di Torino si conferma un’eccellenza assoluta, capace di affrontare sfide cliniche e tecniche estreme“. E poi, ancora, l’intervento è stato definito “ai limiti dell’impossibile“.
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