Roberto Burioni: “Siamo vicini a sconfiggere il cancro, anche in fase avanzata”

Siamo molto vicini a sconfiggere definitivamente il cancro. Parola del virologo e immunologo Roberto Burioni.

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Siamo molto vicini a sconfiggere definitivamente il cancro. Parola del virologo e immunologo Roberto Burioni, che ha sottolineato come – grazie agli enormi passi avanti fatti dalla scienza e al contributo dell’intelligenza artificiale – oggi le cure contro i tumori sarebbero più promettenti che mai.

Il professore dell’Università San Raffaele di Milano, divenuto noto al grande pubblico durante la pandemia di Covid-19, ha parlato dell’argomento in un’intervista per Il Corriere della Sera, facendo riferimento al suo ultimo libro – dal titolo “Match Point” – che è dedicato proprio al tema della lotta al cancro

Roberto Burioni: “Ora facciamo progressi anche con i tumori in fase avanzata”

Quando gli è stato chiesto se la vittoria contro il cancro sia davvero così vicina, Roberto Burioni ha replicato: “Penso di sì, ma il mio non è ottimismo, è realismo scientifico”. Dopodiché, nello spiegare gli enormi passi avanti fatti nella cura contro il cancro, il virologo ha riportato un esempio: “Nel 2015, a Jimmy Carter, ex presidente degli Stati Uniti, sono state diagnosticate delle metastasi cerebrali, grazie alle cure di recente ha festeggiato i 99 anni”, ha spiegato Burioni.

E proprio la storia dell’ex presidente Usa, secondo il virologo, dimostra che no, “non si fanno miracoli”, ma anche che “stiamo diventando sempre più bravi e precisi nelle cure”. Anche se il vero passo in avanti fatto di recente dalla scienza nella lotta al cancro riguarda i tumori in fase avanzata.

Burioni ha spiegato come un tempo si riuscissero a curare adeguatamente “solo quelli presi per tempo”, ma ora “si fanno progressi anche con gli altri. E il merito di questa spinta decisiva sarebbe innanzitutto dei grandi sforzi della ricerca, ma anche di quella che il virologo ha definito “una convergenza di saperi che collaborano”, ovvero l’intreccio tra biologia molecolare, diagnostica e pure l’intelligenza artificiale.

Il virologo ha ammesso che quello attuale sia uno dei momenti storici in cui la scienza corre di più: “Pensiamo al telefono – ha detto – per sessant’anni circa i telefoni sono stati uguali, cioè con il filo e fissi. Poi, a partire circa dagli anni Duemila, il telefono è cambiato vorticosamente fino a diventare, oggi, una cosa completamente diversa. Ma questo non è dipeso da una singola invenzione: ci sono stati i microcomputer, le batterie eccetera”.

Poi, Roberto Burioni ha ribadito come la spinta decisiva, in medicina, sia arrivata dalla genetica: “Agli inizi degli Anni 90 – ha detto l’immunologo – sequenziare il genoma umano era fantascienza, oggi riusciamo addirittura a sequenziare il singolo tumore, in poche ore e con una spesa irrisoria. Ma arrivarci non è stato gratis: alla ricerca servono soldi, energie, stimoli”.

Roberto Burioni: “Smettiamo di chiamare ‘lottatore’ chi si ammala di cancro”

All’interno del suo nuovo libro, Roberto Burioni ha lasciato spazio anche a qualche curiosità. Nello specifico, il virologo ha raccontato il modo e le circostanze in cui è nata la chemioterapia, ovvero nel porto di Bari ai tempi della Seconda guerra mondiale.

L’aviazione tedesca bombarda una nave americana, che esplode con il suo carico letale: bombe all’iprite, un gas che, si scoprì dopo, uccideva alcune cellule in maniera relativamente selettiva. Il principio, appunto, della chemio”, ha spiegato Burioni. Ma c’è stato anche spazio per discutere del lessico che – troppo spesso – viene utilizzato per parlare di malattia e dei pazienti che ne sono affetti.

In questo senso, Burioni si è subito schierato contro la metafora del “lottatore”, termine con cui solitamente si definisce la persona che sta curando un cancro. “Chi viene colpito dalla malattia ha a disposizione solo le armi fornitegli dalla ricerca medica – ha puntualizzato il virologo – Senza quelle non si potrebbe lottare, quindi non dipende da chi si ammala”.

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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