Riapertura scuole, l’appello di virologi, presidi e sindacati: “Rischio troppo elevato”

Al centro del dibattito la riapertura delle scuole il 7 gennaio. Per il presidente Conte e il ministro Azzolina non ci sono dubbi sul sì, mentre sul versante dei no crescono i consensi.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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In seguito all’aumento dei contagi degli ultimi giorni, e alla possibilità che questi continuino ad aumentare per via dei ritrovi durante le feste natalizie, cresce il disappunto non solo da parte delle regioni, ma anche della comunità scientifica, dirigenti scolastici e associazioni sindacali, riguardo alla riapertura scuole il 7 gennaio 2021.

Durante il vertice a Palazzo Chigi con i capi delegazione, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non ha messo in dubbio la data di giovedì per il ritorno tra i banchi. Dello stesso parere anche la ministra dell’Istruzione Azzolina.

Riapertura scuole del 7 gennaio, cresce il fronte dei no

riapertura scuole 7 gennaio_Galli
Riapertura scuole 7 gennaio: per l’infettivologo Massimo Galli, direttore delle malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, non sarebbe prudente.

Se da una parte sia il ministro dell’Istruzione Azzolina che il presidente Conte rimangono sulla loro posizione riguardo all’apertura delle scuole il 7 gennaio, c’è chi non la pensa allo stesso modo. È questo il caso di Massimo Galli, direttore delle malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, dell’immunologa Antonella Viola, di Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria e di Filippo Anelli, numero uno dell’ordine dei medici, il quale non riaprirebbe le scuole nemmeno a metà gennaio.

Ecco quali sono state le parole di Galli, riportate dal Fatto Quotidiano:

Mobilitare in questo momento una fetta di popolazione giovanile non è prudente. Non lo dico io ma i numeri.

La curva epidemiologica non ci lascia scampo; la prova generale del lavoro fatto dai prefetti la farei dopo il 15, una volta compreso qual è stato l’impatto del virus nelle ultime settimane.

E avanza un’ipotesi, condivisa anche da il direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia:

Vanno vaccinati in gran fretta gli insegnanti più anziani.

Riapertura scuole 7 gennaio, le diverse sfumature del “no”

Riapertura scuole 7 gennaio_Anelli
Riapertura scuole 7 gennaio: Filippo Anelli, presidente dell’Ordine nazionale dei medici è drastico e dice di non aspettarsi alcun miglioramento dalla curva epidemiologica.

Per l’immunologa Viola rimandare l’apertura delle scuole sì ma non oltre l’11 gennaio. Alcuni giorni in più sono necessari per “organizzare meglio gli orari e analizzare i dati” ribadendo l’importanza di “ingressi sfalsati, capienza ridotta sui mezzi e mascherine obbligatorie”.

Alberto Villani, oltre che presidente della Società italiana di pediatria è membro del Comitato tecnico scientifico, invita alla prudenza e ad attendere qualche giorno per vedere l’andamento della curva epidemiologica, precisando che “se il numero dei contagi cresce dovremo dolorosamente prenderne atto”.

Il presidente dell’Ordine nazionale dei medici, Filippo Anelli, assume una posizione più drastica e commenta:

Se il nostro Paese restasse in zona rossa non avrei alcun dubbio a dire che le scuole possono riaprire: a quel punto sui mezzi ci sarebbero meno persone e le aggregazioni sarebbero vietate per tutti, anche per i giovani.

Dal momento che non sarà così non possiamo rischiare. Non ci aspettiamo alcun miglioramento della curva epidemiologica, purtroppo.

Sta per arrivare anche l’influenza (il picco sarà nella seconda settimana di febbraio) e la concomitanza delle due pandemie ci preoccupa.

Il parere dei presidi: “Sì a rientrare in classe ma ad alcune condizioni”

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Riapertura scuole 7 gennaio: Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi non condivide le turnazioni e segue il parere del Comitato tecnico scientifico.

I dirigenti scolastici sono favorevoli ad un rientro in classe “solo se non ci sono rischi per l’incolumità di studenti e personale”, riporta Orizzontescuola.it. Il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, si dice fermo su alcuni punti: parere del Comitato tecnico scientifico, turnazioni dannose e misure di sicurezza sui mezzi di trasporto. Si è così espresso:

Sì alla riapertura in presenza ma solo se non ci sono rischi per l’incolumità di studenti e personale.

La frequenza deve essere ripristinata ma senza turnazioni dannose per l’organizzazione di vita e di studio dei ragazzi, limitando al massimo l’ampiezza degli scaglionamenti.

Un’ulteriore richiesta di buonsenso è che il passaggio delle presenze dal 50% al 75% sia graduale e demandato alle decisioni delle singole scuole.

Costringerle a continue riorganizzazioni orarie è deleterio per la qualità della didattica.

La posizione dei sindacati sulla riapertura della scuola

I sindacati sono propensi a un rinvio dell’apertura delle scuole. Per Elvira Serafini, segretaria dello Snals, il Sindacato nazionale autonomo lavoratori della scuola, l’apertura il 7 gennaio è troppo rischiosa e commenta:

Stiamo prendendo atto dell’aumento dei contagi di questi giorni.

Il 18 gennaio potremmo avere un’idea dell’andamento epidemiologico e decidere a ragion veduta.

Cisl Scuola sostiene non esserci nessun confronto con il Ministero e ribadisce che il continuo cambio di orari mette solo in confusione le famiglie. Per Uil invece la scuola “deve essere al centro della campagna di vaccinazione”. Mentre Marcello Pacifico, sindacalista di Anief chiede “almeno due settimane di rinvio per fare i test a studenti e personale scolastico”.

Leggi anche: Italia arancione, cosa si può fare oggi 4 gennaio: le regole per gli spostamenti

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