Corte Costituzionale al vaglio referendum su Cannabis, Eutanasia e Giustizia

Oggi 15 febbraio la Corte costituzionale valuterà l’ammissibilità dei referendum per cui in questi mesi sono state raccolte quasi sette milioni di firme. In caso di esito favorevole il voto si terrà tra aprile e maggio

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Referendum dentro o fuori. Oggi martedì 15 febbraio la Corte costituzionale dovrà valutare e poi esprimersi sull’ammissibilità dei referendum su cannabis, giustizia ed eutanasia.

Si tratta di una valutazione puramente tecnica sul contenuto di tali referendum. Durante questa valutazione la Corte Costituzionale il modo in cui questi sono scritti, e se i quesiti posti all’interno dei referendum rispettino i limiti previsti dalla Costituzione.

Decisione sui referendum abrogativi da parte della Corte Costituzionale: Cannabis, Eutanasia Legale, Cannabis

Decisione sui referendum abrogativi da parte della Corte Costituzionale: Cannabis, Eutanasia Legale, Cannabis

Sui referendum abrogativi, la valutazione riguarderà principalmente in se la cancellazione delle norme attualmente vigenti possa generare o no una falla normativa non ammissibile.

Nei giorni precedenti, il nuovo presidente della Consulta, Giuliano Amato, aveva affermato queste parole durante una riunione con gli assistenti di studio:

Davanti ai quesiti referendari ci si può porre in due modi: o cercare qualunque pelo nell’uovo per buttarli nel cestino oppure cercare di vedere se ci sono ragionevoli argomenti per dichiarare ammissibili referendum che pure hanno qualche difetto. 

Noi dobbiamo lavorare al massimo in questa seconda direzione, perché il nostro punto di partenza è consentire, il più possibile, il voto popolare.

Referendum giustizia

Il referendum sulla giustizia è stato promosso da una collaborazione tra Radicali e Lega la scorsa estate. I quesiti sono in tutto sei e riguardano la magistratura, la legge Severino e la custodia cautelare in carcere

Primo quesito: l’eliminazione delle firme per candidarsi al Consiglio superiore della magistratura

Secondo chi ha avanzato la proposta la raccolta di firme obbliga necessariamente il candidato in questione a scendere a patti con i gruppi associativi.

Il secondo riguarda la responsabilità diretta dei magistrati, abrogando una parte della legge n.117 del 1988, negli articoli in cui prevede che il magistrato non possa essere chiamato direttamente in causa in un giudizio civile.

Il terzo riguarda l’equa valutazione dei magistrati. Anche questo è stato previsto dalla riforma dell’ordinamento giudiziario.

Il quarto riguarda la separazione delle carriere tra magistrati requirenti (coloro che analizzano i fatti accaduti e raccolgono gli elementi utili alle indagini, in coordinamento con la Polizia) e giudicanti. 

Il quinto è sui limiti della custodia cautelare in carcere, che dovrebbe essere limitata a specifici casi quando viene disposta prima della sentenza.

Il sesto abroga la legge Severino, nella parte in cui prevede che, in caso di condanna anche solo di primo grado per alcune specifiche ipotesi di reato (in particolare quelle contro la pubblica amministrazione) scatti immediatamente anche la sanzione accessoria dell’incandidabilità alla carica di parlamentare, consigliere e governatore regionale, sindaco e amministratore locale.

La pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici verrebbe eventualmente irrogata dal giudice al momento della sentenza definitiva.

Referendum cannabis

Si tratta del referendum per cui lo Spid è stato fondamentale durante la raccolta firme: c’è stato un boom di adesioni e in meno di una settimana sono state raccolte le 500mila firme necessarie per la presentazione.

Il referendum propone di depenalizzare la coltivazione della cannabis e di eliminare la pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis.

Parallelamente, è presente alla camera un disegno di legge che modifica lo stesso testo unico riducendo la restrittività delle norme sull’uso personale della cannabis.

Referendum eutanasia

Il referendum sul fine vita è stato promosso e voluto fortemente dall’associazione Luca Coscioni e prevede l’abrogazione parziale del reato di omicidio di persona consenziente, di cui rimarrebbe in piedi solo il caso di omicidio di soggetto consenziente ma minore di età, infermo di mente o se il consenso è stato estorto con violenza, minaccia o inganno.

Anche in questo caso, la raccolta di firme anche con lo Spid ha permesso il grandissimo afflusso di sottoscrizioni, che hanno raggiunto quota 1,2 milioni.

Anche qui esiste parallelamente un disegno di legge alla Camera, che recepisce la cosiddetta sentenza Cappato, la decisione della Corte costituzionale che ha previsto i casi in cui è possibile ricorrere al suicidio assistito. Tuttavia, la Lega si sta apertamente opponendo al ddl, che ora è fermo.

Leggi anche: Referendum cannabis, i Comuni rischiano di sabotarlo. L’esperto: “Ecco i vantaggi della legalizzazione”

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