Radioterapia con elettroni contro i tumori: cos’è e come funziona la tecnologia Flash

È stato sviluppato un nuovo trattamento contro i tumori, la radioterapia con elettroni, che utilizza radiazioni ad alta intensità simili a quelle sperimentate nella fisica delle particelle. Vediamo di che si tratta.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Radioterapia con elettroni. Alla base c’è la tecnologia Flash, che usa elettroni ad alta energia (Vhee), da anni studiati per essere impiegati nella cura dei tumori capaci di resistere alla radioterapia convenzionale. L’intenzione è anche quella di ridurre anche l’esposizione dei pazienti ai raggi, limitando gli effetti collaterali.

Il progetto è stato presentato in Svizzera vicino a Losanna, nel Centro europeo per la ricerca nucleare di Vaud, Cern, e i primi test sono previsti per il 2025 in un’apposita struttura che verrà costruita ad hoc.

Radioterapia con elettroni: perché sceglierla

radioterapia con elettroni

La radioterapia utilizza i raggi X ed è stata scoperta oltre un secolo fa. Il suo impiego oltre a scopo diagnostico, è anche terapeutico, in particolare nella lotta contro il cancro in quanto è in grado di provocare la morte delle cellule tumorali, tramite una tepapia indolore e poco invasiva. Nello specifico la terapia con elettroni mira ad aumentare sia l’efficacia della radioterapia e allo stesso tempo accorciare il tempo di esposizione del corpo alle radiazioni, che non supererebbe pochi millisecondi. In questo modo si riducono gli effetti collaterali, come spiegato dal direttore del Chuv, Centro ospedaliero universitario di Vayd, Jean Bourhis:

L’irradiazione rapida, limitata a pochi millisecondi, permette di risparmiare i tessuti sani mentre attacca il tumore.

Inoltre la caratteristica positiva di questa tipologia di radioterapia non riguarda solo un discorso di tempistiche, ma anche il fatto che gli elettroni riescono a colpire direttamente il bersaglio del tumore, senza colpire le regioni più profonde, risparmiando così organi e tessuti. Per questo la si predilige nel trattamento di tumori più superficiali, come il cancro in aree della pelle.

Radioterapia con elettroni: sperimentazioni e futuri test clinici

All’interno del programma sperimentale Flasknife le sperimentazioni sono state realizzate sui tumori con una profondità di tre centimetri, la cui profondità è stata portata a 20 cm nella fase Flashdepp.

La tecnologia utilizzata è stata realizzata dalla società Theryq, facente capo ad Alcen, la quale ha stanziato 26 milioni, tramite l’istituto medico olandese Biltema, per finanziare il programma.

I test clinici della radioterapia con elettroni dovrebbero essere realizzati in delle specie di bunker che, secondo i media svizzeri, dovrebbe essere operativi entro due anni.

Leggi anche: Reinfezione Covid: quali rischi comporta e perché è ancora importante la prevenzione

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