Quale tumore potrebbe avere Kate e quali le terapie per guarire

È un momento difficile per la monarchia britannica: non solo Re Carlo è alle prese con un cancro ma anche Kate, principessa del Galles e consorte di William. Vediamo quale neoplasia può avere e come ne può uscire.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Ieri sera la principessa del Galles, Kate Middleton, ha comunicato con un video ufficiale di avere un tumore e di essersi sottoposta a chemioterapia.

La consorte 42enne dell’erede al trono William ha deciso di rompere il silenzio sulle sue condizioni di salute e sulla misteriosa operazione alla London Clinic, che ha portato con sé una scia di illazioni e teorie cospiratorie.

Kate, l’operazione, le teorie e il video chiarificatore

kate

Kate, a gennaio 2024, è stata sottoposta a un intervento all’addome, per il quale è stata ricoverata quasi due settimane. In quel momento, però, le cause non sono state chiarite e la famiglia reale si era limitata a dire che non si trattasse di cancro. Nel video diffuso ieri, infatti, la principessa precisa:

A gennaio sono stata sottoposta a un grosso intervento chirurgico all’addome e in quel momento si pensava che non avessi un tumore.

L’intervento è andato bene, ma i test successivi all’operazione hanno rivelato che avevo un cancro.

Poi aggiunge: “I medici mi hanno consigliato di sottopormi a una chemioterapia preventiva, e ora mi trovo nelle prime fasi di questo tipo di trattamento”.

Kate: ipotesi sulla malattia

Da Kensington Palace hanno fatto sapere che, per motivi di privacy, non verranno fornite informazioni sulla natura della neoplasia di Kate.

Secondo quanto dichiarato al Corriere della Sera Massimo Di Maio, presidente eletto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), “la cavità addominale è la più ampia dell’organismo umano. Racchiude moltissimi organi: colon retto, stomaco, fegato, pancreas e reni, oltre all’area genitale, con ovaie e utero”. Di conseguenza è difficile fornire un’indicazione precisa al riguardo, perché la neoplasia potrebbe aver colpito uno di questi organi, come precisato a Tgcom24 anche da Giampaolo Tortora, direttore del Cancer center del Policlinico Gemelli e professore di oncologia medica all’Università Cattolica, il quale ha però aggiunto: “Premettendo che i dati che conosciamo sono pochi, se è stato effettuato l’intervento chirurgico possiamo ipotizzare che la malattia doveva essere in uno stadio iniziale”.

Anche Antonio Caprarica, storico giornalista della Rai ed esperto della royal family inglese, ha avanzato alcune ipotesi. Ecco quanto ha dichiarato all’Adnkronos:

Avevamo ipotizzato, seppur sulla base di pure illazioni, che le fosse stato prelevato un pezzo di intestino, si sperava che non fosse cancerogeno.

E invece i risultati, che come è noto richiedono un po’ di tempo per uscire, hanno rivelato il contrario.

L’ipotesi più accreditata dalla stampa è che Kate soffra di un tumore all’intestino. Se così fosse, per Caprarica “la situazione è molto grave”.

Kate, le cure e la chemioterapia preventiva

In caso si tratti di una neoplasia addominale, come un tumore all’intestino o all’apparato genitale, spiega Giovanni Scambia, ginecologo, oncologo e direttore scientifico del Gemelli, che “le terapie per i tumori dell’area ginecologica, se fosse confermato che si tratta di questo tipo di neoplasia, sono molto migliorate ed efficaci e una buona parte delle pazienti guarisce”. Sicuramente, ammette Saverio Cinieri, presidente della Fondazione Aiom, “la precocità della diagnosi è fondamentale per il trattamento di tutte le neoplasie”.

Kate stessa ha dichiarato di essersi sottoposta a un ciclo di terapia preventiva. Al riguardo spiega così Massimo Di Maio al Corriere:

Per moltissimi tipi di cancro oggi si prescrive, dopo l’asportazione della massa tumorale, un trattamento chemioterapico per eliminare le eventuali cellule neoplastiche residue post-intervento, non rilevabili dagli esami.

L’obiettivo è limitare la possibilità di recidive, ovvero che il tumore si ripresenti, torni nuovamente a crescere.

Il presidente eletto dell’Aiom, riguardo alle tempistiche delle cure, aggiunge:

Anche a questa domanda non si può rispondere senza sapere di quale tipo di cancro parliamo e in quale fase si trova. In media qualche mese. Ad esempio per il tumore del colon, negli ultimi si è passati (in alcune situazioni) da sei a tre mesi, mentre se si deve affrontare un tumore dell’ovaio questo tipo di chemio dura diversi cicli, mediamente cinque mesi.

Oggi servono molte informazioni per prescrivere la terapia più adeguata al singolo caso: si valuta l’organo colpito, il suo stadio di avanzamento, la presenza o meno di metastasi e di eventuali mutazioni genetiche. E poi c’è l’età del paziente, il suo stato di salute generale (ad esempio se soffre di altre malattie, com’è frequente negli anziani).

Leggi anche: Carlo III d’Inghilterra, ha allestito il suo funerale: cos’è l’operazione Menai Bridge?

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