Prete arrestato a Prato: è sieropositivo e indagato anche per truffa

Il prete arrestato a Prato per spaccio e per aver organizzato festini a base di droga dello stupro, era sieropositivo e truffava i fedeli chiedendo somme di denaro per acquistare la droga.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Don Francesco Spagnesi, il prete arrestato a Prato e accusato di organizzare festini con la droga dello stupro, si è scoperto essere sieropositivo. Il sacerdote non avrebbe fatto menzione della sua sieropositività sia ai partner dei festini organizzati insieme al suo compagno Alessio Regina, che allo stesso partner con il quale conviveva da due anni.

Quest’ultimo ora si trova agli arresti domiciliari. Era stato fermato dalla polizia dopo aver ritirato da uno spedizioniere un litro di Gbl, la droga dello stupro, utilizzata insieme alla cocaina durante i festini organizzati da Spagnesi e dal compagno ad intervalli settimanali.

Inoltre è subentrata anche l’accusa per truffa in quanto il prete arrestato a Prato dopo l’interdizione del vescovo lo scorso aprile di non utilizzare i conti della parrocchia pare che chiedesse ai fedeli privatamente denaro per pagare gli stupefacenti con la scusa di “aiutare famiglie bisognose che erano cadute in povertà durante il periodo della lotta al Covid”, in base a quanto dichiarato dallo stesso sacerdote.

Prete arrestato a Prato: anni di spese folli

prete arrestato a prato_Don-Francesco-Spagnesi

Ad Aprile al prete arrestato a Prato era stato vietato di servirsi dei conti della parrocchia, in quanto la curia si era insospettita perché negli ultimi anni erano stati spesi 200.000 mila euro.

In mancanza del fondo cassa della parrocchia don Francesco Spagnesi aveva escogitato una vera e propria truffa ai danni dei fedeli. Con la scusa di aiutare le famiglie in difficoltà il prete chiedeva delle offerte di denaro da versare direttamente nella prepagata a lui intestata.

Per il momento sono due le querele per truffa ad essere giunte in procura, nelle ultime ore. Lunedì, durante l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari, l’ex parroco ha confermato la truffa spiegando di aver avuto necessità di reperire denaro per l’acquisto degli stupefacenti, di cui ha ammesso di essere dipendente.

Ha inoltre promesso che restituirà tutti i soldi spesi e sottratti alla curia e ai parrocchiani, vendendo tutto ciò che è di sua proprietà. Si stima che i soldi complessivi da restituire siano all’incirca 300.000 mila euro.

Prete arrestato a Prato: era sieropositivo e lo nascondeva

Ai festini organizzati dal prete arrestato a Prato insieme al compagno Alessio Regina, che da qualche anno si svolgevano con una cadenza settimanale, partecipavano tra le 20 e 30 persone. Sono tanti i soggetti con cui don Spagnesi avrebbe avuto rapporti sessuali non protetti e tenuto nascosto la sua sieropositività. Due di questi, secondo gli investigatori, avrebbero già dichiarato di essere sieropositive.

Ecco però come l’ex parroco si è difeso alle accuse di tentate lesioni gravissime, formalizzate dalla Procura prima dell’interrogatorio di garanzia, come riportato dal Corriere della Sera:

Non ho detto niente perché ero in cura, prendevo farmaci antiretrovirali e quindi non ero contagioso. Per alcuni mesi però ho interrotto la terapia.

Aspetto precisato dallo stesso legale del sacerdote:

In questo caso il mio cliente non era comunque contagioso perché la medicina spiega che l’effetto immunizzante cessa solo dopo un lungo periodo di tempo.

Leggi anche: Prato, arrestato parroco per spaccio: organizzava festini hard e pagava la droga con le offerte

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