Il Premio Letterario Manzoni va a una donna, Emanuela Fontana, insieme a Malaguti: “Vittoria ex aequo”

Emanuela Fontana e Paolo Malaguti hanno vinto il Premio Letterario Manzoni – Città di Lecco al Romanzo Storico 2023 organizzato da 50&Più Lecco. Una serata da ricordare, per la prima volta nei 19 anni di storia del premio, c'è una vittoria a pari merito. Quale migliore omaggio al 150esimo anniversario della morte di Alessandro Manzoni?

Silvia Buffo
Silvia Buffo
Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.

Premio letterario Manzoni, Città di Lecco. Vittoria ex aequo per Emanuela Fontana e Paolo Malaguti nella serata speciale per l’edizione 2023. Il Premio Romanzo Storico viene assegnato dal 2005 a un’opera di narrativa, scritta in lingua italiana e pubblicata in volume, scelta dalla Giuria Tecnica tra le novità letterarie. Abbiamo ascoltato la vincitrice donna, Emanuela Fontana, che con “La correttrice”, per amor di verità, ha valorizzato l’altra medaglia del successo di Manzoni, una penna femminile, la sua editor segreta, Emilia Luti:

Per me è stata una serata sorprendente, sono felice di aver vinto questo premio insieme a un autore che è molto più avanti di me.

La mia più grande felicità è quella di aver vinto nell’anno del 150esimo anniversario della morte di Alessandro Manzoni in una città, come Lecco, che è stata importante per la scrittura del mio romanzo.

Ero già felice di essere nella terna finalista, questo per me è un doppio riconoscimento: del mio impegno e della mia fedeltà alla storia, alla ricostruzione e allo spirito di Alessandro Manzoni.

La stella polare dellla mia scrittura era la parola “fedeltà”, farmi strumento per ricostruire in modo più possibile aderente al vero, e al verisimile, una storia che è rimasta finora nell’ombra.

E poi una dedizione e una perserveranza che in Manzoni si traduce nel cercare una lingua comune che non è ancora sufficientemente valorizzata e capita.


Queste le parole a Il Digitale di Emanuela Fontana che con “La correttrice” (Mondadori) ha vinto ex aequo al fianco di Paolo Malaguti e del suo “Piero fa la Merica” (Einaudi).

Entrambi i romanzi hanno ottenuto lo stesso numero di voti: 53, giunti in finale dopo la scelta della Giuria Tecnica, insieme a “In principio era la Bestia” di Omar Di Monopoli (Feltrinelli). Un ex aequo che ha fatto felici entrambi nella serata finale dell’edizione 2023, che si è svolta venerdì 27 ottobre presso l’Auditorium della Casa dell’Economia in via Tonale a Lecco.

Prima dell’annuncio dell’esito finale – le schede con i voti dei 115 componenti della Giuria Popolare sono state spogliate durante la serata dal notaio Federica Croce – sono saliti sul palco il presidente di 50&Più Lecco, Eugenio Milani, il sindaco del Comune di Lecco, Mauro Gattinoni, e il presidente di Acinque (main sponsor della manifestazione), Giuseppe Borgonovo.

Premio letterario Manzoni, di più sulle opere vincitrici di Emanuela Fontana e Paolo Malaguti

premio letterario manzoni

“La correttrice” di Emanuela Fontana

Emilia Luti, nubile e orfana di padre, per mantenere la madre e le sorelle minori riveste la doppia mansione di bambinaia e aiutante di biblioteca. Quando Massimo d’Azeglio la incontra, rimane colpito dai suoi modi schietti e dal suo fiorentino purissimo e le propone di seguirlo a Milano per occuparsi della piccola Rina, la bambina avuta dalla prima moglie Giulietta, figlia di Alessandro Manzoni.

È così che Emilia fa il suo timoroso ingresso nella casa dello scrittore, che con i suoi “Promessi sposi” ha già conquistato il cuore di migliaia di lettori. Prendendo le mosse da una storia vera, rimasta finora nell’ombra, e attingendo dalla corrispondenza tra il Manzoni e la Luti e da materiali inediti emersi dalle sue ricerche, Emanuela Fontana traccia un ritratto profondamente umano dello scrittore e trasforma Emilia in un grande personaggio letterario, sagace e libero, rendendo così giustizia al contributo dato da una giovane donna al romanzo più famoso di sempre, nella versione che tutti noi abbiamo letto e studiato.

“Piero fa la Merica”, di Paolo Malaguti

Piero dei Gevori ha quindici anni e vive ai margini del bosco del Montello, l’antica riserva di legna della Serenissima. In famiglia sono tantissimi e poverissimi, hanno una casa che sta in piedi per miracolo, mangiano poco e non possiedono nulla. Come se non bastasse, la cattiva sorte si accanisce su di loro. Da qualche tempo, giù al paese, si dice che alla Merica regalino la terra a chi ha voglia di lavorare.

Dopo l’ennesima ingiustizia, per i Gevori mettersi in viaggio in cerca di fortuna non è più una scelta, ma l’unica salvezza. Eppure, quando arrivano in Brasile insieme alla marea di italiani in fuga dalla miseria, non trovano il paradiso promesso. Nel suo romanzo, Paolo Malaguti dà vita a una pagina dimenticata della migrazione italiana, ricostruendo un mondo lontano e avventuroso, fatto di fatica e piante esotiche, febbre dell’oro e tradizioni da custodire a un oceano di distanza.

Giovedì 9 novembre alle 21, nell’Auditorum della Casa dell’Economia di Lecco, verrà anche assegnato il Premio Manzoni alla carriera ad Alessandro Barbero, già vincitore del Premio nel 2011 con il romanzo “Gli occhi di Venezia”.

di Silvia Buffo

Silvia Buffo
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Silvia Buffo, 1985, giornalista. Ha fondato e dirige Il Digitale. Formazione classica e filologica, un dottorato di ricerca in Letteratura italiana, sui legami tra scrittura e nuovi media. “La bellezza è promessa di felicità” è il suo motto, che ha delicatamente rubato a Stendhal.
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