Brevetto sul microbiota intestinale: premiata Concetta Cafiero per l’innovazione in ambito scientifico

La genetista Concetta Cafiero è stata premiata per i risultati raggiunti in ambito scientifico dal Lions Club di Brindisi. Questa volta è una donna a portare alto il nome della sua città.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.

La dottoressa Concetta Cafiero, biologa e specialista in Genetica Medica, ha brevettato un metodo per la determinazione quali-quantitativa del microbiota intestinale. Ieri, venerdì 17 marzo alle ore 19.30, all’evento del Lions Club organizzato presso Palazzo Virgilio a Brindisi, ha ricevuto il Lions Appreciation Award.

Non si tratta del primo riconoscimento conferito alla dottoressa. Il suo brevetto ha vinto il bando del ministero dello Sviluppo Economico gestito da Invitalia, che valorizza i migliori brevetti.

Il fatto che a raggiungere questi risultati sia stata una donna dà una notevole scossa verso quell’agognata parità di genere che in Italia, e in molti altri Paesi, non è stata ancora conseguita.

A cosa serve il test diagnostico innovativo?

Il test brevettato dall’azienda Artemisia Lab Srl, che ha come principale inventore la genetista Concetta Cafiero, rende molto più pratico e semplice la diagnosi, consentendo di valutare in tempi rapidi e in maniera precisa la composizione qualitativa e quantitativa del microbiota intestinale, correlato a determinate forme batteriche responsabili di patologie metaboliche ed infiammatorie.

Il test, brevettato nel 2020, ha superato tutti i trial clinici e ottenuto una pubblicazione scientifica su Springer Nature dal titolo:”Dysbiosis in intestinal microbiome linked to fecal blood determined by direct hybridization”.

L’intervista alla genetista Concetta Cafiero

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Abbiamo intervistato la genetista Concetta Cafiero, attualmente Dirigente Biologo in Anatomia Patologica presso la ASL di Frosinone. La dottoressa ha ottenuto anche un secondo brevetto in campo oncologico, di cui se ne parlerà tra poco.

Quale percorso l’ha portata al traguardo dell’innovativo brevetto del test diagnostico?

Alla base del Brevetto dal titolo: “Metodo per la determinazione quali-quantitativa del microbiota intestinale” vi è l’invenzione di un test diagnostico semplice, flessibile ed esportabile per la medicina di laboratorio effettuato mediante una tecnologia innovativa “piattaforma n-Counter FLEX (NanoString®)”, fino ad oggi utilizzata esclusivamente per indagini su genoma umano.

Tale invenzione stabilisce se il sistema oggetto di esame sia in eubiosi, ossia una situazione di buon equilibrio, o disbiosi, situazione che si verifica quando vi è un’alterazione di questo equilibrio con eccessiva proliferazione di batteri tendenzialmente patogeni che determinano alterazioni delle normali funzioni fisiologiche.

La strumentazione utilizzata è capace di analizzare fino ad 800 target in contemporanea in meno di 48 ore. Si tratta di uno strumento adatto per l’analisi qualitativa e quantitativa del microbioma presente in tutti i distretti del corpo umano (intestino, mucose del cavo orale e genitale, cute, liquido lacrimale).

Quali soluzioni apporta nel mondo della genetica e della scienza?

Dal punto di vista oncologico il microbiota intestinale è importantissimo perché alcune specie batteriche sono cancerose per cui quando si localizzano nel nostro intestino e rimangono per molto tempo con le loro tossine possono essere causa di tantissime patologie, ma si è scoperto che alcuni pazienti oncologici non rispondono all’immunoterapia a causa del microbiota intestinale in quanto il microbiota scherma l’immunoterapico facendo sì che questo non possa esercitare la sua attività. Questa è la cosa importantissima.

Questo test consentirebbe di non fare più il trapianto di feci eubiotiche nei pazienti oncologici ma di testare il microbiota prima dell’immunoterapia intestinale, per valutare se il paziente sia idoneo o non lo sia. Inoltre un buon intestino rappresenta una buona vita, ed è indispensabile per il benessere e la salute di moltissime persone.

Con questo premio porta alto il nome della città di Brindisi, è orgogliosa di questo?

Sono molto orgogliosa di questo. Sono contentissima che il Lions di Brindisi abbia pensato a premiarmi, sono veramente grata. Leggendo da anni articoli su di me hanno pensato di valorizzare questa donna e la città di Brindisi, e per questo gli sono tanto grata.

Quali progetti per il futuro?

Le prospettive sono quelle di ampliare questo brevetto, insieme ai professori Santacroce e Palmirotta dell’Università di Bari, e fare in modo che il test possa essere di facile utilizzo nelle Asl.

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Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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