Polvere del Sahara sull’Italia: cosa sta accadendo, gli effetti e cosa fare

L’Italia e il Mediterraneo sono investiti da una nube di polvere del Sahara che nei prossimi giorni potrebbe causare il fenomeno delle piogge rosse. Ma ci sono dei pericoli per la salute e cosa bisogna fare per proteggersi?

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Tra mercoledì e giovedì scorso il cielo, in molte zone dell’Italia, è stato offuscato da grandi quantità di polvere del Sahara. Non si tratterebbe, però, di un fenomeno raro. Nei deserti le polveri possono essere sollevate dal vento, fino a migliaia di metri, e poi trasportate, anche oltre i mari e gli oceani.

Ma la loro presenza nell’atmosfera ha delle ripercussioni sulla salute dell’uomo? E cosa bisogna fare per proteggersi?

Polvere del Sahara: che cos’è e fin dove viene trasportata

Polvere del Sahara

Dal Sahara, ad esempio, provengono gran parte delle polveri presenti nell’atmosfera della Terra. Non bisogna immaginare i granelli di sabbia delle dune, perché troppo pesanti per essere sollevati dal vento, ma di polveri costituite da particelle molto più piccole, che si accumulano nelle zone pianeggianti dei deserti.

Il periodo in cui arrivano più spesso le polveri in Europa è l’inizio della primavera. Poi, a seconda delle stagioni, che influenzano la direzione dei venti, le polveri saranno trasportate in diverse direzioni. Tra la fine della primavera e l’inizio dell’autunno, ad esempio, la polvere del Sahara è sospinta verso ovest e raggiunge le coste americane.

Polvere del Sahara: gli effetti positivi

Tra gli effetti positivi del trasporto di questa polvere del Sahara vi è la concimazione del fitoplancton dell’Atlantico e del Mediterraneo, cioè dei microrganismi vegetali che vivono negli strati superficiali delle acque marine. Secondo uno studio, pubblicato sulla rivista Science, vi sarebbe una corrispondenza tra il periodo di crescita del fitoplancton e l’arrivo delle polveri, contenenti sostanze importanti per la crescita delle piante come il ferro, l’azoto e il fosforo.

Inoltre, pare che almeno per una parte dell’Amazzonia il nutrimento di cui ha bisogno arriverebbe proprio dalle polveri sahariane, essendo il suolo molto povero di sostanze nutritive. Nel 2015, un gruppo di scienziati della NASA, ha stimato che in media ogni anno 22mila tonnellate di fosforo proveniente dal Sahara giungerebbe in Amazzonia.

Non si sa se la polvere, sospesa nell’atmosfera, schermi e offuschi le radiazioni solari, causando o un abbassamento delle temperature o un riscaldamento localizzato nella porzione dell’atmosfera in cui si trovano. Allo stesso modo non si conosce se la polvere influenzi la formazione di tempeste tropicali nell’Atlantico.

Polvere del Sahara: i rischi per la salute e cosa fare per proteggersi

Tra gli effetti negativi della polvere del Sahara vi è la possibilità che questa possa contribuire allo scioglimento delle nevi e dei ghiacci dei Pirenei e delle Alpi, le principali catene montuose europee. Secondo uno studio del 2019, pubblicato sulla rivista The Cryosphere, la polvere del Sahara ridurrebbe il periodo dell’anno in cui le Alpi sono coperte da nevi.

Un altro rischio riguarderebbe la salute degli esseri umani in quanto la polvere, se si trova a bassa quota, fa abbassare la qualità dell’aria. La polvere contenuta nella nube proveniente dal Sahara è composta principalmente da minuscoli frammenti di minerali che un tempo erano rocce, ha le dimensioni del particolato, cioè delle particelle solide e liquide che rappresentano una delle forme di inquinamento dell’aria, e che se inalato in grandi quantità può causare danni all’apparato respiratorio.

Gli scienziati sanno bene che respirare queste polveri sottili non fa bene alla salute perché contengono sostanze irritanti per i polmoni. Non a caso la presenza di queste polveri ha peggiorato la qualità dell’aria nella città di Roma tanto da costringere il Campidoglio ad adottare un provvedimento di contenimento dell’inquinamento atmosferico, invitando “i soggetti a rischio a evitare di esporsi prolungatamente alle alte concentrazioni di inquinanti”, rimanendo a casa e in luoghi chiusi, oltre a optare per “l’uso dei trasporti pubblici, evitando il più possibile l’impiego dei veicoli privati”.

In generale grandi rischi per la salute non ci sono ma per i soggetti a rischio, le persone asmatiche o malati cronici, i medici invitano a utilizzare la mascherina.

Leggi anche: L’inquinamento da combustibili fossili potrebbe essere causa di infertilità

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