Pfizer-gate, ex ricercatrice: “Ho denunciato anomalie e mi hanno licenziata”

Brook Jackson ha denunciato anomalie ed errori in uno dei tanti laboratori di ricerca Pfizer. La denuncia della manager però non mette in dubbio l’efficacia dei vaccini.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Di recente è scoppiato quello che molti chiamano Pfizer-gate. Brook Jackson ha accusato il gruppo di ricerca Ventavia, di cui era direttrice, e svelato delle anomalie nel processo di valutazione sull’efficacia del vaccino. Il laboratorio era stato incaricato da Pfizer di riportare alla casa farmaceutica eventuali effetti collaterali del siero.

La manager e ricercatrice avrebbe inoltre accusato il gruppo di ricerca di essersi servito di “impiegati addetti ai vaccini non adeguatamente addestrati”. Il personale inoltre sarebbe stato a suo dire, sopraffatto dalla mole di problemi che trovava, e ancora “lento nel seguire gli eventi avversi segnalati nella sperimentazione di fase 3”. Brook Jackson avrebbe segnalato ripetutamente la questione ai superiori e in seguito denunciato la cosa alla US Food and Drug Administration (FDA). Lo stesso giorno sarebbe stata licenziata da Ventavia.

Il Pfizer-gate non metterebbe però in dubbio l’efficacia del vaccino, in quanto i volontari che gestiscono il centro sarebbero solo 1000 rispetto ai 44mila totali.

Pfizer-gate, la denuncia della Jackson

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Pfizer-gate. A far emergere il caso è stato un articolo del British Medical Journal, firmato del giornalista investigativo Paul D. Thacker, che ha dato spazio alla denuncia di Brook Jackson, ex impiegata di Ventavia.

Ecco la testimonianza di Brook Jackson, riportata da Il Fatto Quotidiano:

Quello che ho visto e che ho deciso di denunciare, anche se ho lavorato poche settimane per loro, è ascrivibile a una cattiva condotta reiterata, quotidiana. Pfizer aveva interesse che Ventavia arruolasse, nel minor tempo possibile, il maggior numero di partecipanti alla sperimentazione.

Ventavia era determinata a rimanere uno dei partner preferiti da Pfizer. E, aggiungo, la società percepiva parte dei suoi compensi sulla base del numero dei pazienti arruolati: tanti più erano gli iscritti al trial, quanto più Ventavia guadagnava. Diciamo che la quantità e la velocità mal si coniugano con le sperimentazioni cliniche…

I dati sono stati falsificati, ci sono stati ritardi nel monitoraggio degli effetti collaterali, sono stati impiegati vaccinatori non adeguatamente formati e inoltre il personale responsabile dei controlli di qualità era sopraffatto dal volume di problemi riscontrati.

I mille volontari, sono stati esposti a rischi irragionevoli, dovuti per esempio alle incongruenze nell’etichettatura del vaccino per il gruppo dei soggetti trattati e per il gruppo placebo, o alla cattiva conservazione del siero dovuta all’escursione termica a cui sono state sottoposte le fiale.

Pfizer-gate: il vaccino è e rimane efficace

Pfizer-gate. Non è stata messa in dubbio l’efficacia del vaccino Pfizer. Ad esprimersi al riguardo è stato Aureliano Stingi, esperto italiano dell’Organizzazione mondiale della sanità, nonché ricercatore in Biologia molecolare e Oncologia genetica.

Ecco cosa avrebbe detto riguardo alla questione dei dati falsificati, delle anomalie ed errori nella fase di sperimentazione clinica del vaccino, come riportato dall’Adnkronos:

Quello che è stato denunciato al Bmj non è lo scandalo del secolo. È la testimonianza di superficialità e poca accortezza in piccole procedure. Non creiamo panico e insicurezza.

Se ci sono errori in un trial clinico vanno denunciati e perseguiti, ma attenzione anche a non enfatizzare cose che non inficiano la sicurezza del vaccino anti-Covid Pfizer. Sicurezza ed efficacia sono testimoniate dall’Fda, da enormi studi e dalla vita reale, visto anche che il vaccino è stato somministrato a miliardi di persone.

Leggi anche: “I vaccini a mRna sono terapie cellulari e geniche”: cosa voleva dire il dirigente della Bayer?

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